Personaggi

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Rosalind Franklin, la scienziata che scoprì la struttura del DNA

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Rosalind Franklin

Grazie a una vocazione scientifica molto precoce, Rosalind Franklin (1920-1958) studiò e lavorò in alcuni dei migliori centri di ricerca del suo tempo. Una solida formazione nel campo della cristallografia le permise di applicare le proprie conoscenze a una delle grandi incognite dell'epoca: la struttura del DNA. Attraverso le straordinarie immagini da lei ottenute fu possibile osservare la forma elicoidale che oggi tutti conosciamo. Purtroppo il suo grande apporto non fu riconosciuto. James Watson e Francis Crick, due colleghi che lavoravano sullo stesso fronte nel Laboratorio Cavendish del King's college, usarono le immagini e parte delle sue deduzioni per pubblicare l'articolo del 1953 che rivelava la tanto dibattuta struttura del DNA, un polimero a doppia elica. Dieci anni dopo i due vinsero il premio Nobel per la medicina. Ingannata e delusa, dopo la pubblicazione dei risultati di Watson e Crick Rosalind Franklin abbandonò il King's college, ma non il lavoro di ricerca. Nel Brickbeck college concentrò i suoi sforzi nell'ambito della virologia, dove pure apportò dei contributi decisivi agli studi sulla struttura molecolare di virus come quello del mosaico del tabacco o della polio. Le sue scoperte sono ancora tenute in considerazione per le ricerche attuali.

Foto: Cordon Press

I coniugi Curie al lavoro nel loro laboratorio nel 1902, anno in cui isolarono il radio

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Marie Curie

Maria Salomea Sklodowska (1867-1934), nata a Varsavia, è stata la prima donna a ricevere un premio Nobel e la prima persona a vincerne due. Laureata in fisica e matematica alla Sorbona, dedicò la sua tesi di dottorato allo studio dell'irraggiamento spontaneo dell'uranio sulla base del precedente lavoro svolto dallo scienziato Henri Becquerel. Insieme al marito Pierre Curie iniziò le ricerche sulla radioattività che li portarono alla scoperta del polonio e del radio. Nel 1911 ricevette il premio Nobel per la fisica, condiviso con il marito e Becquerel. Nel 1906 ottenne una cattedra alla Sorbona, diventando la prima donna in Francia a ricoprire tale incarico. Nel 1911 vinse il premio Nobel per la chimica per i suoi progressi nello studio della natura e dei composti del radio.

Foto: Collezione Grandi Donne Rba Italia

Illustrazione di una figura femminile, forse Trotula, che indossa abiti rossi e verde. Sostiene un contenitore colmo d'urina che indica con la mano destra. Miscellanea media XVIII. Inizi del XIV secolo

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Trotula de' Ruggiero

Alcuni dubitano della sua esistenza o pensano che fosse in realtà un uomo, ma Trotula (1110-1160), nota come la prima ginecologa della storia, fu una donna in carne e ossa che visse a Salerno, dove all'epoca si trovava la più famosa università del mondo occidentale. Lì insegnò una materia che all'epoca era vietata ai medici: l'assistenza alle donne durante il parto. Il suo lavoro sfociò in due opere che hanno lasciato un segno nella storia della scienza. De passionibus mulierum ante in et post partum fu un libro trascurato fino all'inizio del XVI secolo, quando la stampa gli permise di farsi conoscere meglio e di ampliare così le conoscenze studiate su una nuova branca medica: la ginecologia e l'ostetricia. Scrisse anche un libretto sulla cosmesi femminile, De ornatu mulierum, che contiene consigli per migliorare la bellezza e l'igiene.

 

Foto: CCO

Due attentati e una strana visita

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Due attentati e una strana visita

Nello stesso anno del matrimonio tra Carlo e Diana, la regina fu vittima di due tentati omicidi: uno durante il Trooping the Colour, una ceremonia militare, e il secondo nel corso di una visita ufficiale in Nuova Zelanda. In entrambi i casi ne uscì illesa. Nel luglio del 1982 si verificò un altro incidente relativo alla sua sicurezza, anche se non fu nulla di più di uno spavento: quando la regina si svegliò, nel suo letto, trovò nella sua stanza uno sconosciuto, Michael Fagan. L'individuo era penetrato in Buckingham Palace, sotto il naso della sorveglianza, senza alcun altro motivo che non fosse conoscere la regina. 

Foto: AP

Operation Tower Bridge

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Operation Tower Bridge

Con la morte di Elisabetta II, occorsa l'8 settembre 2022 alle 19.32, è scattata l'operazione Tower Bridge. La regina stessa aveva partecipato alla sua ideazione: consiste in un programma dettagliato su cosa succederà nei prossimi giorni, dalla camera ardente, ai funerali alla tumulazione di una delle sovrane più longeve e amate della storia. 

Foto: AP

Settant'anni sul trono

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Settant'anni sul trono

Nel 2022 Elisabetta II ha battuto un nuovo record, l'ultimo, quando è diventata la prima regina britannica a celebrare un giubileo di diamante per i suoi settant'anni di regno. 

Foto: AP

Elisabetta e Filippo, la fine di una vita insieme

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Elisabetta e Filippo, la fine di una vita insieme

Nell'aprile del 2021, sulla soglia dei cento anni, morì il compagno di una vita di Elisabetta II: Filippo di Edimburgo. Per oltre settant'anni i due avevano vissuto fianco a fianco. Elisabetta, che affermò di essersi innamorata di lui a 13 anni, disse che la scomparsa del marito aveva «lasciato un vuoto enorme» nella sua vita. 

 

Foto: AP

Brexit

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Brexit

Il 31 gennaio 2020 il Regno Unito abbandonò l'Unione Europea dopo quasi trent'anni. Il Brexit è stato uno dei momenti di transizione più incerti vissuti da Elisabetta II nel corso del suo regno. La regina ha affrontato questo evento con il suo proverbiale distanziamento dalla vita politica del Paese: emise un solo comunicato, nel quale incoraggiava il Regno Unito a «cercare una nuova collaborazione con l'Europa». 

 

Foto: AP

La pandemia di COVID-19

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La pandemia di COVID-19

In quello stesso anno la pandemia di COVID-19 che ha scosso il mondo ha colpito duramente anche il Regno Unito. Finanche Elisabetta II ha contratto la malattia; nonostante la sua età avanzata è però riuscita a superarlo, anche se da quel momento ha ridotto sensibilmente gli impegni ufficiali a causa delle conseguenze della malattia. 

 

Foto: AP

Il giubileo di zaffiro, imprimo record di Elisabetta II

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Il giubileo di zaffiro, il primo record di Elisabetta II

Nel 2017 la regina divenne la prima monarca del Regno Unito a celebrare i 65 anni di regno. In questa occasione però i festeggiamenti furono più discreti: l'anno precedente era già stato celebrato il novantesimo compleanno di Elisabetta, e si decise di mantenere un tono più sobrio. 

 

Foto: Ubuhuju (CC)

007 al servizio di Sua Maestà

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007 al servizio di Sua Maestà

In quello stesso anno Londra fu teatro dei XXX Giochi Olimpici e la regina prese parte a uno spot televisivo insieme all'attore Daniel Craig, che in quel momento vestiva i panni dell'agente segreto per eccellenza, il britannico James Bond.

 

Foto: AP

I principi William e Harry

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I principi William e Harry

I principi William (a destra nella foto) e Harry, figli di Carlo e Diana di Galles, in una fotografia scattata nel corso di una cerimonia in onore di Lady Di. Entrambi hanno contribuito a modernizzare l'immagine di una delle monarchie più antiche d'Europa, ma hanno anche sofferto le intrusioni della stampa. 

 

Foto: AP

Il giubileo di diamante, sessant'anni di regno

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Il giubileo di diamante, sessant'anni di regno

Nel 2012 Elisabetta II celebrò il suo giubileo di diamante, giungendo al 60 anni sul trono. Solo una monarca britannica aveva raggiunto questo record, la sua trisavola, la regina Vittoria. Fu una delle occasioni più speciali nella vita di Elisabetta II, celebrato nel Regno Unito e nei Paesi del Commonwealth, così come in diversi altri stati che quell'anno ricevettero la visita ufficiale della sovrana inglese e che le resero omaggio.

Foto: Australia

Elisabetta II nei Paesi el Commonwealth

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Elisabetta II nei Paesi del Commonwealth

Come sovrana del Regno Unito Elisabetta comandava anche il Commonwealth, un'organizzazione composta da 54 Paesi che hanno legami storici con il Regno Unito. La fotografia in alto è stata scattata in occasione di una visita della regina in Canada nel 2010.

Foto: AP

2022, un giubileo d'oro agrodolce

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2002, un giubileo d'oro agrodolce

Nel 2002 Elisabetta II celebrò i suoi primi 50 anni come sovrana. Fu uno degli eventi più importanti del suo regno, e in seguito lei e Filippo realizzarono un viaggio nei Paesi del Commonwealth. Ma quella che avrebbe dovuto essere un'occasione felice fu doppiamente oscurata dal lutto per la morte di Margaret e della regina madre Maria.

Foto: Michael Pead (CC)

L'ombra dell'impero

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L'ombra dell'impero

Essere l'erede di uno dei più grandi imperi del mondo moderno ha i suoi pro e i suoi contro, e la regina ha dovuto fare i conti con questa realtà. Nel 1997 Elisabetta e Filippo visitarono il memoriale di Jallianwala Bagh, in India, dove nel 1919 l'esercito britannico aveva brutalmente represso una manifestazione pacifica in favore di un attivista pro-indipendenza. Anche se inizialmente la coppia fu ricevuta con ostilità, dopo un omaggio nel memoriale le proteste si placarono un po'. 

Foto: AP

La morte di Lady Di

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La morte di Lady Di

Il 31 agosto 1997 Lady Di morì in un incidente d'auto a Parigi mentre fuggiva dai paparazzi. La regina fu fortemente criticata perché inizialmente rifiutò la possibilità dei funerali di stato per Diana. Fu una delle poche occasioni in cui la sovrana cedette alla pressione popolare, a dimostrazione di quanto fosse amata l'ex principessa di Galles.

 

Foto: AP

La stampa e i Royals

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La stampa e i Royals

Una delle principali lotte di Elisabetta in ambito privato fu contro i tabloid, continuamente immischiati nelle faccende della famiglia reale. In un'occasione l'editore del quotidiano The Sun chiese alla sua redazione un tema sulla famiglia reale ogni lunedì. «Non deve necessariamente essere vero, basta che poi non ci causi troppi problemi», avrebbe affermato. Nell'immagine il principe Harry, figlio di Carlo e Diana, appare a una festa in maschera con indosso un costume da ufficiale nazista.

Foto: AP

Il divorzio di Lady Di e del principe Carlo

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Il divorzio di Lady Di e del principe Carlo

«La regina ordina di divorziare», tuonavano le prime pagine dei giornali britannici e mondiali il 21 dicembre 1995. Ormai la relazione extraconiugale del principe Carlo con la sua ex fidanzata e attuale moglie, Camilla Parker Bowles, era nota a tutti. 

 

Foto: AP

1992, l'"annus horribilis" della regina

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1992, l'"annus horribilis" della regina

In occasione del discorso per il suo giubileo di rubino, nel 1992, in cui si celebravano i suoi primi quarant'anni di regno, la regina definì quell'anno come «orribile». Due dei suoi figli si erano separati; un incendio aveva devastato il castello di Windsor; la monarchia britannica era nell'occhio del ciclone e oggetto di critiche feroci. Fu il discorso pubblico più personale che abbia mai pronunciato Elisabetta II, di solito particolarmente riservata.

Foto: AP

La guerra delle Falkland

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La guerra delle Falkland

Nel 1982 scoppiò la guerra delle Falkland tra Regno Unito e Argentina. Il terzo figlio della regina, il principe Andrew – il secondo a destra in questa fotografia – servì tra le forze britanniche. Elisabetta avrebbe raccontato che visse con angoscia le dieci settimane in cui durò la guerra. 

Foto: AP

Il matrimonio di Carlo e Diana

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Il matrimonio di Carlo e Diana

Nel 1981 il principe Carlo sposò Diana Spencer, che da allora sarebbe stata conosciuta come Diana di Galles o Lady Di. Sembrava andare tutto bene per gli sposi e per la famiglia reale. Posteriormente Diana avrebbe dichiarato in un'intervista: «Eravamo in tre in quel matrimonio; era un po' affollato».

 

Foto: AP

Il giubileo d'argento

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Il giubileo d'argento

Elisabetta II è la sovrana del Regno Unito che ha celebrato più giubilei, ovvero anniversari dall'incoronazione: argento (25 anni), rubino (40), oro (50), diamante (60), zaffiro (65) e platino (70). La foto corrisponde alla cena di gala nella Royal Opera House per il suo giubileo d'argento, nel 1977. 

 

Foto: AP

Burmese, il cavallo preferito della regina

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Burmese, il cavallo preferito della regina

Uno dei cavalli più amati dalla regina fu Burmese, una giumenta che nel 1969 le fu donata dalla Royal Canadian Mounted Police (Polizia reale canadese a cavallo) e che fu la cavalcatura di Elisabetta nelle cerimonie ufficiali fino al 1986. Burmese visse fino al 1990 nei giardini del palazzo di Windsor, dove fu eretta una statua – con la regina in groppa – e Elisabetta non la sostituì mai. Dal momento della sua morte, per le cerimonie la sovrana iniziò a usare una carrozza.

Foto: AP

Margaret, la principessa ribelle

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Margaret, la principessa ribelle

Fin dagli ultimi anni del regno di Giorgio VI la principessa Margaret dovette adattarsi al suo nuovo ruolo di sorella della regina. La posizione di Elisabetta una volta che questa ascese al trono causò uno dei maggiori episodi di tensione tra le due sorelle, quando Margaret dovette rinunciare a sposare un uomo divorziato per non fare piombare la famiglia reale in uno scandalo. 

Foto: AP

Ritrasmessa in tv

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Ritrasmessa in tv

L'incoronazione di Elisabetta II fu la prima del Regno Unito a essere ritrasmessa integralmente in televisione. Questo contribuì ad avvicinare la famiglia reale al popolo britannico.

Foto: AP

L'incoronazione di Elisabetta II

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L'incoronazione di Elisabetta II

Giorgio VI morì nel febbraio del 1952 ma Elisabetta II fu incoronata solo nel giugno del 1953. Nell'immagine lei e il duca di Edimburgo salutano il popolo britannico dal balcone di Buckingham Palace, immediatamente dopo la cerimonia. 

Foto: AP

Elisabetta e Carlo

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Elisabetta e Carlo

Nel 1948 nacque il primo figlio ed erede della regina, il principe Carlo, che in questa foto ha quasi un anno. Sarebbero arrivati altri tre figli: la principessa Anna nel 1950, il duca Andrew nel 1960 e il conte Eduardo nel 1964. 

Foto: AP

Il matrimonio con Filippo

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Il matrimonio con Filippo

Nel 1947 Elisabetta sposò il principe Filippo di Grecia e Danimarca, che dopo il matrimonio acquisì il titulo di duca di Edimburgo. La loro unione è durata 73 anni, fino alla morte di Filippo occorsa nel 2021. Il duca è stato il consorte più longevo della storia britannica. 

Foto: AP

Elisabetta nell'esercito

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Elisabetta nell'esercito

In questa fotografia del 1943 Elisabetta impara come realizzare un bendaggio. Come erede al trono si unì al Auxiliary Territorial Service o ATS (in italiano, Servizio territoriale ausiliario), un ramo femminile dell'esercito britannico che si occupava prevalentemente di svolgere mansioni d'infermeria o di meccanica. 

Foto: AP

Le principesse alla radio

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Le principesse alla radio

Nell'ottobre dello stesso anno Elisabetta, con a fianco la sorella Margaret, partecipa a un programma radiofonico per infondere coraggio ai bambini che hanno dovuto abbandonare le città per trasferirsi in campagna, lontano dai propri genitori, per proteggersi dai bombardamenti dei tedeschi. 

Foto: AP

Elisabetta e Margaret durante la Seconda guerra mondiale

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Elisabetta e Margaret durante la Seconda guerra mondiale

Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale la famiglia reale britannica si trasferì in altre residenze fuori Londra per sfuggire ai bombardamenti dei tedeschi. In questa fotografia del luglio del 1940 le principesse Elisabetta e Margaret fanno un giro in calesse in una di queste residenze. 

Foto: AP

Cani e cavalli

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Cani e cavalli

Fin da giovanissima Elisabetta mostrò una grande passione per i cavalli e i cani. La fotografia in alto fu scattata nel 1939. Nell'immagine, la principessa posa insieme a uno dei suoi cavalli nei giardini del castello di Windsor. Da regina, sporadicamente riceveva i capi di stato stranieri invitandoli a una passeggiata a cavallo. 

Foto: AP

Giorgio VI del Regno Unito

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Giorgio VI del Regno Unito

Dopo la morte di Giorgio V e l'effimero regno del suo primogenito, Edoardo VIII, il padre di Elisabetta e fratello minore di Edoardo ascese al trono nel 1937 con il nome di Giorgio VI. Ad appena dieci anni d'età, Elisabetta divenne così l'erede al trono britannico. Nell'immagine, l'incoronazione di re Giorgio VI. Elisabetta è ritratta a sinistra del sovrano, davanti a sua madre, Maria di Teck.

Foto: AP

Elisabetta e Margaret

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Elisabetta e Margaret

Nel 1930 nacque la sua unica sorella, Margaret. Nonostante le differenze di carattere le due furono sempre molto unite. In questa foto del 1936 le due bambine giocano con un cagnolino di razza Corgi, che Elisabetta ha sempre apprezzato. 

Foto: AP

Lilibeth, la bambina che sarà regina

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Lilibeth, la bambina che sarà regina

Elisabetta – o Lilibeth, come la chiamavano in familia – nacque il 21 aprile 1926 a Mayfair, Londra. Era la terza in linea di successione al trono britannico, dopo lo zio Edoardo e suo padre Giorgio. Questa fotografia la ritrae nel gennaio del 1927 a passeggio in carrozza nei giardini del castello di Windsor. 

Foto: AP

Il capolavoro

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Il capolavoro

La Trasfigurazione è l’ultima grande pala d’altare realizzata da Raffaello. Fu composta negli ultimi due anni di vita, anche se è probabile che i primi schizzi risalgano già al 1516, quando ne ricevette la commissione da parte del cardinale Giulio de’Medici, il futuro papa Clemente VII, che intendeva inviarla alla cattedrale di Narbona  in Francia. Nella parte superiore è rappresentata la trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor così com’è descritta nei Vangeli. In un angolo a sinistra Raffaello inserì due figure in preghiera, forse i santi Giusto e Pastore, patroni della cattedrale. Nella parte inferiore, rappresentò la scena evangelica della guarigione del fanciullo indemoniato. Precisamente, l’urbinate dipinse il momento precedente, in cui i discepoli non riuscivano ad aiutare il fanciullo perché la loro fede non era abbastanza forte. Il ragazzo fu guarito poi da Cristo dopo essere sceso dal monte. In quest’opera per la prima volta i due episodi sono stati accomunati in una pala d’altare. La Trasfigurazione fu posta a capo del letto di morte di Raffaello e Vasari affermò: «Si fa giudizio comune degli artefici che quest’opera tra tante, quant’egli ne fece, sia la più celebrata». Non appena si rese conto della bellezza della pala, il cardinale decise di non inviarla più in Francia e la fece collocare nella chiesa di San Pietro in Montorio, dove rimase fino al 1797, quando fu trasferita a Parigi. Fu restituita nel 1815 ed entrò nelle collezioni del Vaticano. Nel XIX secolo quest’opera era considerata un vero e proprio capolavoro. Fu studiata da Goethe e ispirò a Nietzsche riflessioni sulla condizione dell’uomo, sul dolore e sulle benedizioni divine. 

Trasfigurazione (1516-1520). Tempera su tavola, 410x279 cm. Musei Vaticani, Città del Vaticano

Foto: Scala, Firenze

Il trionfo dell'amore

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Il trionfo dell'amore

Il banchiere e mecenate Agostino Chigi coinvolse Raffaello nelle decorazioni della sua villa suburbana, oggi nota come Farnesina, permettendogli di misurarsi con un complesso soggetto mitologico: il Trionfo di Galatea. Secondo il mito, il ciclope Polifemo si era innamorato della ninfa Galatea ma era stato respinto. Il tema fu ripreso durante il Rinascimento nelle Stanze per la Giostra di Poliziano dove si descrive il passaggio trionfale di Galatea davanti a Polifemo come simbolo del trionfo dell’amore platonico su quello carnale. Raffaello s’ispirò a quest’opera per rappresentare la giovane su una conchiglia trainata da delfini (simboli di castità), tra divinità marine e putti intenti a scagliare frecce. Vicino all’affresco di Raffaello, il pittore Sebastiano dal Piombo raffigurò invece Polifemo seduto su una roccia mentre guarda il mare. È possibile che la donna che posò come modella di Galatea fosse la Fornarina. A tal proposito, Vasari racconta che Raffaello minacciò Chigi di lasciare incompiuto l’affresco se questi non gli avesse permesso di portare con sé la donna amata. La data di esecuzione è incerta, ma molto probabilmente va collocata entro il 1512 perché in quell’anno l’umanista Blosio Palladio scrisse di aver visto una figura femminile su una conchiglia dipinta nella villa di Chigi. 

Trionfo di Galatea (1511 circa). Affresco, 295 x 224 cm. Villa Farnesina, Roma

 

Foto: Scala, Firenze

Il ritrattista della nobiltà romana

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Il ritrattista della nobiltà romana

Molti dei ritratti realizzati da Raffaello Sanzio derivavano da commissioni prestigiose, come quello del banchiere Bindo Altoviti e dei papi Giulio II e Leone X – nell'immagine, il primo ritratto a sinistra – rappresentato insieme a due cardinali. Ma si può supporre che ne fece qualcuno anche solo come semplice testimonianza di amicizia, come nel caso del quadro raffigurante Baldassarre Castiglione (al centro). I due si conoscevano almeno dal 1504 e condividevano l’interesse per le antichità classiche. Dopo la scomparsa del pittore, Castiglione gli dedicò un’opera dal titolo De morte Raphaelis pictoris, in cui veniva esaltato l’impegno dell’amico nella salvaguardia delle antiche rovine di Roma. Realizzato tra il 1514 e il 1515, il dipinto mostra Castiglione a mezzo busto, riccamente abbigliato e voltato di tre quarti, con lo sguardo in direzione dello spettatore. Quando Castiglione fece ritorno a Mantova, sua terra d’origine, portò con sé il dipinto che, dopo diversi passaggi, entrò a far parte delle collezioni del Louvre. 

 

Vi sono anche dei ritratti in cui il soggetto non è stato ancora identificato, come La Velata. Per alcuni si tratterebbe ancora di Margherita Luti, ipotesi avvalorata dalla somiglianza dell’opera La Velata con alcune immagini femminili ricorrenti nella produzione di Raffaello. Ciononostante, il ricco abito della donna – una veste di seta marezzata chiara impreziosita da rifiniture in oro sotto cui vi è una camicia bianca – e i gioielli fanno invece supporre che si tratti di una nobildonna. Il titolo deriva dal velo che le scende sulle spalle e che lascia intravedere un cercine dorato (una specie di panno che si portava sulla testa e al quale si attaccavano poi gli ornamenti) a cui è appuntato un pendente terminante con una perla. 

Foto 1: Album / Foto 2 e 3: Scala, Firenze

Gli arazzi per la cappella Sistina

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Gli arazzi per la cappella Sistina

Raffaello realizzò anche i disegni per dieci arazzi sulle vite dei santi Pietro e Paolo per la cappella Sistina, che furono successivamente intessuti presso la bottega di Pieter van Aelst a Bruxelles e venivano esposti in occasioni speciali. Per commemorare il quinto centenario della morte dell’artista urbinate, nel 2020, le tele sono state collocate nel luogo originale per alcuni giorni, quando è stata scattata questa immagine.

Foto: Eric Vandeville / EFE

Affreschi delle stanze Vaticane

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Affreschi delle stanze Vaticane

Le stanze Vaticane sono quattro ambienti che prendono il nome degli affreschi che vi sono presenti. S’incontrano così: la stanza dell’Incendio, della Segnatura, di Eliodoro e quella di Costantino. L’esecuzione degli affreschi si protrasse dal 1508-1509 fino al 1520 e oltre. Per la stanza dell’Incendio Raffaello si servì anche dell’aiuto dei suoi allievi, mentre la stanza di Costantino fu in gran parte realizzata dopo la morte dell’artista, basandosi sui progetti realizzati dal maestro intorno al 1517.

Nella foto, l’affresco della Disputa del Sacramento (1509). 500x770cm, Musei Vaticani, Città del Vaticano. 

L'affresco si trova nella stanza della Segnatura ed è diviso in due registri. Nella parte superiore è raffigurata la Chiesa trionfante, in quella inferiore la militante. La Chiesa trionfante è rappresentata dalla Trinità, con Gesù al centro di una luminosa aureola, seduto tra la Madonna e Giovanni Battista. Subito sotto di loro, su scranni di nuvole, vi è una schiera di santi e profeti. Immediatamente sotto Cristo si trova la colomba dello Spirito Santo, affiancata dagli angeli che reggono i Vangeli. Sotto ancora, nella parte inferiore dell’affresco, invece, l’Eucarestia al centro dell’altare. A fianco, diversi personaggi che compongono la Chiesa militante: teologi, papi e devoti. Tra questi, sulla destra, Raffaello ha effigiato anche lo scrittore Dante Alighieri (con la tipica corona di alloro), mentre a sinistra, vicino l’altare, Giulio II (con la tiara sul capo). 

Foto: Scala, Firenze

Sulle orme di Da Vinci e Buonarroti

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Sulle orme di Da Vinci e Buonarroti

Come si legge nella lettera di Giovanna da Montefeltro indirizzata a Pier Soderini, Raffaello desiderava recarsi a Firenze «per imparare». In quella città, infatti, si trovavano molte opere di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti e il giovane Raffaello era molto interessato ai rivoluzionari esperimenti che stavano compiendo i due artisti. Per esempio, ebbe modo di ammirare la Battaglia di Anghiari di Leonardo che riprodusse su alcuni fogli oggi conservati a Oxford. Nel periodo fiorentino, Raffaello realizzò per lo più ritratti e quadri di Madonne. 

Nell'immagine, Deposizione (1507). Olio su tavola, 174,5x178,5 cm. Galleria Borghese, Roma.

Non smise però di curare i rapporti con Perugia. La nobildonna perugina Atalanta Baglioni lo incaricò di realizzare una pala in memoria di suo figlio Federico, detto Grifonetto, che aveva perso la vita durante una congiura nel 1500. L’opera, completata probabilmente verso la fine del 1507, era destinata alla cappella di famiglia in San Francesco al Prato. La scena rappresenta il trasporto di Cristo al sepolcro. A destra, la Madonna sviene per il dolore (la figura allude alla sofferenza di Atalanta e di Zenobia, la moglie di Grifonetto). Una delle donne che la sostiene compie un particolare movimento con il dorso, molto simile a quello fatto dalla Vergine nel Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti. Raffaello eseguì due ritratti per i coniugi Doni, pertanto probabilmente ebbe modo di studiare da vicino l’opera michelangiolesca. Grifonetto è rappresentato nel giovane trasportatore sulla destra. In poco tempo la pala divenne molto famosa e nel 1608 fu portata segretamente a Roma per arricchire la collezione del cardinale Scipione Borghese.  

Foto: Joseph Martin / Album

Un genio precoce

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Un genio precoce

Secondo Vasari, quando Raffaello era ancora un bambino fu mandato da suo padre Giovanni a studiare nella bottega di Pietro Vannucci, detto
“il Perugino”. Nonostante questa testimonianza, non è realmente certo che Raffaello sia stato allievo diretto del Vannucci. Sicuramente, però, lo stile del Perugino ha influenzato quello di Raffaello, anche dal punto di vista iconografico. Per esempio, il dipinto Sposalizio della Vergine del 1504 riprende due importanti opere del maestro: la Consegna delle chiavi dipinta sulle pareti della cappella Sistina (1481) e la pala, anch’essa rappresentante lo sposalizio, che in quello stesso periodo stava realizzando per il duomo di Perugia, e attualmente esposta al Museo di belle arti di Caen. L’opera di Raffaello fu realizzata per la cappella della famiglia Albizzini, dedicata a san Giuseppe, che si trovava nella chiesa di San Francesco al Prato a Città di Castello. 

Nell'immagine, Sposalizio della vergine (1504). Olio su tavola, 170x118 cm. Pinacoteca di Brera, Milano

La scena si svolge in una vastissima piazza sul cui sfondo predomina un edificio a pianta centrale. In primo piano si sta svolgendo il rito matrimoniale: alla presenza del sacerdote, san Giuseppe (rappresentato più giovane rispetto alla sua consueta iconografia) sta infilando l’anello nuziale al dito della Madonna. Alle spalle dello sposo vi sono gli altri pretendenti di Maria: hanno tutti in mano dei rami secchi e uno di loro sta spezzando il proprio con la gamba. Secondo la leggenda, infatti, quando Maria raggiunse l’età da marito fu dato a tutti i pretendenti un ramoscello. La ragazza avrebbe sposato colui a cui sarebbe fiorito, segno della volontà divina alle nozze. Fiorì solo il ramo di Giuseppe e, infatti, nel dipinto ha sulla punta tre piccoli fiori. Curiosamente Raffaello ha rappresentato nella scena un presunto caso di esadattilia: il piede sinistro di Giuseppe (l’unico a non indossare calzature) sembra avere sei dita. 

 

Foto: Scala, Firenze

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