Quando il cadavere di Ötzi venne trovato da Helmut ed Erika Simon era in posizione prona, con il braccio sinistro allungato e incrociato davanti al petto. Quello destro invece era steso lungo il fianco. Tale posizione fu spiegata solo dieci anni dopo il suo ritrovamento, nel 2001, quando il radiologo Paul Gostner, dell’ospedale di Bolzano, scoprì che Ötzi era stato assassinato: la mummia aveva una punta di freccia conficcata nella spalla sinistra, una ferita mortale che gli aveva paralizzato il braccio e aveva sezionato l’arteria, causando la morte per dissanguamento. Alcuni scienziati suggerirono poi che la posizione del cadavere potesse essere dovuta al fatto che, dopo la morte, qualcuno avrebbe girato Ötzi per provare a estrarre la freccia. Costui avrebbe strappato l’asta senza però riuscire a rimuovere la punta che rimase conficcata nel cadavere.
Due giorni dopo il ritrovamento di Ötzi, quando si cercò d’introdurre il corpo in una cassa di legno per trasportarlo all’Istituto di medicina forense di Innsbruck, gli addetti allo spostamento del corpo gli torsero il braccio disteso, rompendogli accidentalmente l’omero sinistro, che dovette essere ricomposto. Oggi Ötzi è esposto nella stessa posizione in cui venne trovato, anche se supino, all’interno del Museo archeologico dell’Alto Adige, a Bolzano.
Questo disegno ricostruisce gli ultimi attimi di vita di Ötzi. L’uomo del ghiaccio giace moribondo nel luogo che sarebbe divenuto la sua tomba, ricoperto dal suo mantello di paglia e con il braccio sinistro piegato sotto il corpo, come venne scoperto cinquemila anni più tardi.
Illustrazione: Gregory Harin / NGS