Mitologia

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La fine di Ettore

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La fine di Ettore

Dopo averlo ucciso, Achille disse: «Giovani achei, intonando un inno di vittoria, ritorniamo alle vuote navi e trasportiamolo [il cadavere di Ettore]. Abbiamo ucciso il divino Ettore, che i troiani in città invocavano come un dio». Achille immaginò come umiliare il nemico morto. «De’ piè gli fora i nervi dal calcagno al tallone, e nei buchi fatti vi inserì cinghie di bovino, che legò alla cassa del carro». Dopo si mise in marcia: «Un gran polverone si alzò dal cadavere trascinato; i capelli scuri si diffondevano, e la testa intera, un tempo affascinante, giaceva nella polvere». 
Iliade, Canto XXII

Foto: Bridgeman / ACI

La lotta per il corpo di Patroclo

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La lotta per il corpo di Patroclo

Gli achei recuperarono da terra tra le braccia il cadavere e lo sollevarono con vigore a una grande altezza; alle loro spalle scoppiò a gridare la truppa troiana, poiché i troiani volevano il corpo di Patroclo come bottino, e «avanzarono ritti, di cani a simiglianza  che precorrendo i cacciator s’avventano a ferito cinghial, desiderosi di farlo a brandelli». I troiani braccavanoi greci «in massa e senza pausa, agitando le loro spade e picche». Ma ogni volta che si giravano gli Aiaci (il figlio di Telamone e il figlio di Oileo) «il viso, di color cangiava l’inseguente caterva, e non ardía niun farsi avanti, e disputar l’estinto».
Iliade, Canto XVII

 

 

Foto: Oronoz / Album

Lotta tra Ettore e Aiace

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Lotta tra Ettore e Aiace

«Contro Aiace, che voltagli la fronte, scagliò Ettore la lancia, e lo colpì ove del brando e dello scudo il doppio balteo sul petto si distende». Però in quel momento, «il gran Aiace Telamonide», afferrò un sasso tra i molti che i greci utilizzavano per bloccare le navi arenate sulla spiaggia, lo lanciò contro Ettore e lo colpì «al torace, vicino al collo, sull’orlo dello scudo. Il colpo lo fece stramazzare come una trottola, facendolo girare da tutte le parti», e «i suoi compagni, trascinandolo sulle spalle», lo portarono fuori dalla lotte e lo condussero a Troia «tra profondi sospiri».
Iliade, Canto XIV

 

Foto: BRIDGEMAN / ACI

Duello tra Paride e Menelao

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Duello tra Paride e Menelao

Paride gettò la sua lancia, «che una lunga ombra proietta», e colpì lo scudo di Menelao. Allora questi «gettò la picca, e colpì» Paride. La lancia strappò la tunica del troiano, «però deviò e schivò la Parca negra», ovvero la morte. Menelao «sguainò la spada, adornata con chiodi d’argento, e brandendola penetrò la cresta dell’elmo» di Paride. Successivamente «Lo agguantò per il casco dalle folte criniere e lo girò e lo spingeva verso gli achei […] e avrebbe raggiunto una gloria indicibile se non l’avesse notato la prontezza di Afrodite», la dea che proteggeva i troiani, che tirò fuori magicamente Paride dal duello. 
Iliade, Canto III

Foto: Bridgeman / ACI

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