Terra bruciata

Foto: Pubblico dominio

L’11 ottobre 1899 iniziava la seconda guerra boera, un conflitto imperialista condotto dalla Gran Bretagna contro le due repubbliche boere indipendenti: la repubblica del Transvaal e lo Stato libero dell’Orange. Una prima guerra, gestita con sorprendente abilità dai boeri, aveva confermato l’autogoverno della zona, ma in seguito alla scoperta dell’oro nel Transvaal, nel 1885, le mire britanniche si fecero più insistenti. Malgrado l’esercito inglese avesse preso la capitale boera di Pretoria già nel giugno 1900, i locali proseguirono una guerriglia sfiancante ed efficace per altri due anni. La reazione britannica fu durissima e consistette nella strategia della “terra bruciata”: distrussero fattorie e case confiscando il cibo e deportarono la popolazione locale (120mila boeri, la metà degli abitanti della regione) in cinquantotto campi di concentramento appositamente costruiti, uno dei quali è visibile nell’immagine sopra queste righe. Al termine della guerra si contarono non meno di 22mila morti solo tra i bambini deportati: più della somma dei soldati caduti da ambo le parti.

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