Circondato da ammiratrici, il monaco Grigorij Efimovič Rasputin assume una posa caratteristica che può essere notata anche in altre fotografie che lo ritraggono mentre rivolge il suo sguardo agghiacciante verso la macchina fotografica in quest'immagine del 1914. L'influenza di questo personaggio alla corte dei Romanov, gli ultimi zar di Russia, raggiunse limiti inimmaginabili. Fu accolto dalla famiglia reale come unico personaggio in grado di alleviare le terribili sofferenze del principe Alexei, affetto da emofilia, e di sua madre, la zarina Alexandra, che divenne la grande protettrice di Rasputin. Eppure proprio l'influenza che il monaco esercitava sui Romanov ne determinò il destino: l'invidia degli altri membri della corte e delle alte cariche religiose portò alla luce le sconvenienti abitudini del sacerdote, ubriacone e donnaiolo. Si ritiene che alcuni membri dell'aristocrazia russa furono i mandanti del piano che culminò con la morte di Rasputin, avvenuta il 30 dicembre 1916, sebbene le responsabilità di quest'omicidio non siano mai state accertate.
Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!