D'Annunzio
Foto: Cordon Press
Il 5 maggio 1915 circa 20mila italiani sfilarono per le strade di Genova diretti all’area dello scoglio di Quarto, da cui cinquantacinque anni prima Giuseppe Garibaldi era salpato con i suoi uomini verso la Sicilia, inaugurando l’impresa dei mille. Per l’occasione erano state previste l’inaugurazione di un monumento dedicato all’impresa garibaldina e una commemorazione ufficiale, affidata a Gabriele D’Annunzio. Il poeta aveva allora cinquantadue anni ed era ormai una celebrità nazionale, avendo incarnato fin dalla giovinezza la figura dell’intellettuale che detta mode e costumi di un intero Paese. La sua orazione, dai toni quasi sacrali, s’imperniò tutta sulla necessità che anche l’Italia prendesse parte al conflitto mondiale scoppiato l’estate precedente tra gli imperi centrali e gli alleati. La reazione entusiasta della folla diede inizio alle “radiose giornate di maggio”: il mese di manifestazioni contrapposte tra “neutralisti” e “interventisti” che avrebbe portato l’Italia a dichiarare guerra all’Austro-Ungheria e il poeta-vate a raggiungere una fama ancor più ampia.