Al culmine di uno dei periodi d’oro dell’industria Disney, caratterizzato dalle pellicole Biancaneve (1937), Pinocchio (1940), Fantasia (1940) e Dumbo (1941), il 13 agosto 1942 negli Stati Uniti andò in scena Bambi. Al botteghino il film fu un mezzo fiasco ‒ probabilmente contribuì la preoccupazione causata dalla Seconda guerra mondiale, in cui il Paese era appena entrato ‒, ma con il tempo la qualità e l’audacia narrativa della pellicola furono decisamente rivalutate. Per cominciare fu uno dei primi film per bambini a introdurre la morte in maniera esplicita: una scelta per cui, tra l’altro, corse il rischio d’incontrare l’opposizione della potente National Rifle Association (che difende il diritto al possesso delle armi). Inoltre, anche grazie ad alcune tecniche cinematografiche come i giochi di luce o l’ossessione del produttore per il realismo delle immagini, Bambi è considerata una delle migliori pellicole di animazione della storia. Per Walt Disney era tanto importante trasmettere al meglio i movimenti degli animali protagonisti che arrivò a creare una specie di zoo nel cortile degli studios. Nell’immagine lo si vede intento a studiare due cerbiatti di dodici settimane, che chiunque abbia visto il film assocerà immediatamente al suo protagonista.