Enrico Mattei fu uno dei protagonisti del miracolo economico postbellico. Nominato commissario liquidatore dell’Agip alla fine della Seconda guerra mondiale, decise invece di farne una multinazionale del petrolio, fondando l’Eni nel 1953 e sfidando l’oligopolio delle Sette sorelle, le aziende petrolifere che controllavano il mercato dell’epoca. Il 27 ottobre 1962 venne ucciso in un attentato aereo sopra le campagne di Bascapè. Offuscato dal mistero che per anni ha circondato la sua morte, meno noto è forse il ruolo di Mattei all’interno della Resistenza. Si unì alle formazioni partigiane democristiane nel 1943, diventando presto una figura di rilievo. Si vantava di aver portato i partigiani cattolici da duemila a 65mila, anche se stime più prudenti si aggirano intorno a 40mila. Nel 1944 divenne rappresentante della DC nel comitato militare del Comitato di liberazione nazionale; fu poi arrestato dai fascisti, ma riuscì a fuggire rocambolescamente dal carcere di Como, pare provocando un cortocircuito che lasciò al buio la prigione. Il 6 maggio 1945, durante le celebrazioni per la liberazione di Milano, Mattei marciò alla testa del corteo, insieme a Ferruccio Parri e Luigi Longo (il secondo da destra nella fotografia).