Werther e la moda del suicidio per amore

La pubblicazione del romanzo di Goethe 'I dolori del giovane Werther', avvenuta nel 1774, fu seguita da un’ondata di suicidi di ragazzi e ragazze che s’ispiravano allo sfortunato eroe

Wetzlar, 30 ottobre 1772. Poiché sa che non potrà mai coronare il proprio sogno d’amore, un giovane invaghito di una donna già sposata si suicida accanto alla scrivania. È Karl Wilhelm Jerusalem, segretario della legazione di Brunswick. La sua morte commuove le alte classi sociali e, in particolare, un suo conoscente: Johann Wolfgang von Goethe, pure lui giovane (ha 23 anni) e innamorato di una donna già promessa a un altro. La donna in questione è Charlotte Buff, anche se il mondo intero la conoscerà grazie al nome con cui Goethe l’avrebbe immortalata nella sua opera: Lotte. Nel 1774, un anno e mezzo dopo la morte di Jerusalem, il narratore pubblicò infatti Die Leiden des jungen Werthers (I dolori del giovane Werther), un romanzo epistolare nel quale il protagonista, Werther, scrive delle lettere all’amico Wilhelm raccontandogli il suo amore per Lotte, una giovane molto simile alla Charlotte Buff irraggiungibile per Goethe. Anche Werther, dal canto suo, presenta diverse somiglianze con Jerusalem e, come lui, pone fine alla propria vita con un colpo di pistola.

La morte di Chatterton, di Henry Wallis. 1856. Yale Center for British Art, New Haven

La morte di Chatterton, di Henry Wallis. 1856. Yale Center for British Art, New Haven

Foto: Bridgeman / Aci

Una tragica storia

Nel romanzo Werther è un giovane dalle aspirazioni poetiche che si trasferisce in campagna per riposare nella natura. Qui conosce una ragazza, Lotte, bella e modesta, che accudisce i fratellini dopo la morte della madre. Subito Werther s’innamora perdutamente di lei, pur sapendo che è promessa a un altro uomo, Albert. Werther trascorre diversi mesi in compagnia di entrambi finché, disperato, decide di andarsene. Tuttavia, incapace di dimenticarla, tornerà poche settimane dopo, trovando Albert e Lotte sposati da poco. Preoccupata per il proprio matrimonio, Lotte gli chiede di non farle più visita e, dopo un ultimo incontro in cui i due non riescono a nascondere il profondo turbamento, Werther prende la decisione fatale. Con il pretesto di dover affrontare un viaggio, chiede ad Albert di dargli due pistole. Lotte legge il messaggio e gliele manda, e Werther si spara in testa con una di queste. La mattina seguente lo ritrovano moribondo vicino a una lettera d’addio per l’amata. Cosciente del fatto che la Chiesa nega ai suicidi la sepoltura nel camposanto, chiede di essere interrato lì vicino, sotto due tigli e con indosso il suo completo.

Il romanzo di Goethe ebbe immediatamente un incredibile successo. In Germania l’editore Weygand dovette ristamparlo tre volte nel 1775, e il libro venne subito tradotto in francese (1775), in inglese (1779) e poi in italiano (1782), svedese, serbo, russo e spagnolo. L’opera ispirò una vera e propria moda. I giovani indossavano completi simili a quello di Werther che corrispondeva, in verità, a quanto portava Jerusalem il giorno della sua morte: giacca blu, panciotto giallo e stivali alti; le donne si profumavano con l’Eau de Werther e nelle case comparvero cianfrusaglie o figure di porcellana con i ritratti dei due giovani innamorati, Werther e Lotte.

Scena di un suicidio. Incisione del XVIII secolo

Scena di un suicidio. Incisione del XVIII secolo

Foto: Bridgeman / Aci

 

 

Ma l’effetto più dirompente del romanzo si notò nella serie di suicidi registrati in quegli anni sia in Germania sia in altri Paesi europei, e apparentemente ispirati all’eroe goethiano. In realtà, già prima della comparsa di Werther il suicidio per amore era diventato un argomento d’attualità. Nel 1770 la stampa diede grande eco al suicidio di due amanti nelle vicinanze di Lione: un mastro armaiolo affetto da una malattia incurabile si era tolto la vita assieme all’amata all’interno di una cappella incatenandosi a lei e puntando la pistola all’altezza dei rispettivi cuori. La vicenda venne descritta ampliamente, non per criticarla, ma per evidenziare la passione degli amanti. Quello stesso anno, un altro suicida divenne un idolo romantico: il poeta inglese Thomas Chatterton che, ridotto in condizioni di estrema povertà, si avvelenò nella sua mansarda a soli 17 anni. La società preromantica dell’epoca scorgeva in quei personaggi, reali o fittizi, un’inclinazione molto particolare per l’amore, e così i contemporanei convertivano i giovani che morivano nella disperazione più totale in eroi del sentimento, nei quali vedevano realizzati gli aneliti di amore, passione e grandezza. Werther colse tale sensibilità al momento giusto e in maniera esemplare e per questo divenne rapidamente un libro di culto per chi aspirava a un amore impossibile. La sua fu un’influenza non solo letteraria: in modo più o meno diretto incoraggiò vari suicidi per amore.

Ondata di suicidi

Negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione dell’opera ne vennero documentati diversi casi. Il primo di cui si abbia testimonianza è narrato dallo scrittore Cristoph Friedrich Nicolai in una lettera datata 17 gennaio 1775: «Una persona molto giudiziosa, ma un po’ isterica, si è avvelenata dopo aver lettoI dolori del giovane Werthere, prima di morire, ha confessato, senza alcun cenno di pentimento, che era stato il libro a motivarla. Certi dettagli intimi, qui non divulgabili per rispetto della famiglia, rendono la storia ancor più commovente». Si riferiva a una giovane inglese che si era suicidata nel suo letto e che teneva sotto il cuscino il libro di Goethe. Un altro noto scrittore, Georg Christoph Lichtenberg, segnalava un nuovo caso in una lettera di quattro mesi dopo, il 1º maggio: «A quanto pare, un giovane signore, von Lütichow, si è sparato sopra il libro».

Proibizione diffusa dal comune di Leipzig

Proibizione diffusa dal comune di Leipzig

Foto: Akg / Album

In una lettera del 21 marzo 1777 Lucie Auguste Jensen raccontava un altro suicidio occorso a Kiel: «Nella nostra accademia sono accadute diverse disgrazie: domenica scorsa un giovane di nome Karstens si è sparato [...] L’hanno trovato morto nella sua stanza. Assieme ad altri libri del genere teneva aperto vicino a sé quello di Werther; per non sbagliarsi aveva caricato la pistola con quattro proiettili, aveva lasciato delle lettere in cui spiegava la somiglianza della sua storia con quella di Werther, giacché doveva essere innamorato di una donna maritata, e per essere uguale a lui l’ha voluto imitare nella morte e in ogni particolare: ha per esempio chiesto di essere sepolto vestito di tutto punto e sotto due alberi verdi».

Sono molte le fonti che documentano il suicidio di Christel von Lassberg, occorso il 16 gennaio 1778. Karl August Böttiger annotò che «si è affogata con I dolori del giovane Werther in tasca, perché il suo amato, un livone, l’aveva lasciata». Un altro scrittore, Friedrich Wilhelm Riemer, avrebbe fornito maggiori dettagli: «Sul fiume Ilm, sotto la diga, vicino al ponte del castello, venne rinvenuto il corpo di una certa signorina von Lassberg. Era affogata la notte prima, s’ignora se per caso o per propria volontà, sebbene si dicesse che nelle tasche aveva I dolori del giovane Werther per dare la colpa a Goethe, anche se in modo indiretto». L’evento era accaduto vicino alla casa di Goethe, che per tre volte lo ricordò nei diari e sottolineò l’enorme somiglianza tra la lettrice e il protagonista.

Prima edizione de I dolori del giovane Werther

Prima edizione de I dolori del giovane Werther

Foto: Akg / Album

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Un libro “pericoloso”

Il capitano Gottlieb Georg Ernst von Arenswald, che aveva perso la sua fortuna a causa di una frode, era un fervente lettore di testi esoterici che lo allontanavano dalla religione, e di libri “pericolosi”, come Werther e altri drammi i cui protagonisti si toglievano la vita. Non nuovo a tali temi, quindi, il 29 settembre 1781 «prese la decisione, si congedò dagli amici in varie lettere, fece una passeggiata con altra gente, finì di scrivere le lettere nel pomeriggio, le sigillò e, subito dopo, prese la pistola e si tolse la vita».

In Authentische Briefe des Hauptmanns von Arenswald (Lettere autentiche del capitano von Arenswald), pubblicate nel 1782, si descriveva un suicidio identico a quello di Werther: anche Arenswald passò la sua ultima sera davanti allo scrittorio, vergando le ultime epistole, poi ordinò le carte e sistemò varie questioni; anche lui fu trovato dal servitore la mattina seguente, con indosso l’uniforme, e la pistola ai piedi. Nella lettera d’addio usava le stesse parole di Werther: «Sono cariche! [...] Il mio destino si compia». Il curatore delle lettere menzionava un altro caso simile a quello di Arenswald, senza indicare ulteriori dettagli sull’identità della persona, il momento o il luogo: «Un ragazzo [...] di buona famiglia e ottima educazione si tolse la vita perché la sua amata si era sposata con un altro. Lo trovarono in una pozza di sangue, e I dolori del giovane Werther era aperto sul tavolo».

Casa di Goethe sul Frauenplan di Weimar, dove il poeta visse dal 1782 fino alla morte

Casa di Goethe sul Frauenplan di Weimar, dove il poeta visse dal 1782 fino alla morte

Foto: Hans Szyszka / Age Fotostock

Simili episodi si verificarono pure fuori dalla Germania. Nel 1784, per esempio, il The Gentleman’s Magazine riferiva del suicidio di una certa Miss Glover a Londra: «Sotto il suo cuscino trovarono I dolori del giovane Werther, circostanza che dev’essere resa nota al fine di sradicare la maligna influenza di quest’opera pericolosa». L’ultima nota rivela la crescente preoccupazione sorta tra le autorità in seguito agli effetti nocivi che poteva comportare la lettura di questo romanzo o di altri pubblicati poco dopo e con una trama simile, come l’anonimo Las penas de la joven Fanni o The Power of Sympathy, dello statunitense William Hill Brown, il cui protagonista, Harrington, si spara, o Ultime lettere di Jacopo Ortis (1802) di Ugo Foscolo, considerato il primo romanzo epistolare della storia italiana.

Sebbene Foscolo dichiarasse di non aver letto l’opera di Goethe e sebbene i testi mostrino alcune differenze, come il fatto che in Ultime lettere sia di fondamentale importanza lo sfondo politico assente in Werther, le somiglianze tra i due volumi non mancano. Anche Foscolo s’ispirò al suicidio per amore di uno studente universitario, Girolamo Ortis, e pure Jacopo Ortis, il protagonista del romanzo, era un giovane intellettuale innamoratosi perdutamente di una donna, Teresa, già promessa a un altro, Odoardo. Poiché Teresa era costretta a sposare Odoardo per ragioni economiche, pure Ortis si tolse la vita piantandosi un pugnale nel cuore, con una scelta ancor più romantica del suo grande sodale in amore, Werther.

La morte di Werther ricostruita dal pittore francese François-Charles Baude in questa lastra autocroma nel 1911

La morte di Werther ricostruita dal pittore francese François-Charles Baude in questa lastra autocroma nel 1911

Foto: Roger Viollet / Aurimages

 

 

 

La censura in azione

Visto l’aumento di casi di suicidio, alcuni stati tedeschi decisero d’intervenire. L’anno seguente la pubblicazione di Werther l’autorità censoria di Leipzig, nel principato di Sassonia, ne proibì la vendita, pena una multa di dieci talleri, e i 28 librai della città sottoscrissero il divieto.

Nel 1776 l’opera cadde sotto la censura austriaca e danese. In Spagna le autorità ecclesiastiche cattoliche considerarono il romanzo come una «licenziosa elegia dell’adulterio» incline all’erotismo, e fu subito inserito nell’Indice dei libri proibiti.

Goethe non avrebbe mai immaginato che la sua opera avrebbe avuto tali disastrose conseguenze. Nel 1787 pubblicò una seconda versione del romanzo e v’introdusse alcuni passaggi in cui imputava a una depressione la scelta di Werther. Aggiunse finanche un’avvertenza per tutti coloro che condividevano le sofferenze del protagonista: «Sii uomo e non seguire il mio esempio». Di certo non immaginava che, con la sua esaltazione dei sentimenti, Werther aveva dato il via all’intenso movimento del Romanticismo tedesco.

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