
Ritratto di Tycho Brahe (1546-1601), 1879. Collezione privata
Foto: © Fine Art Images/Heritage
Considerando la sua vita, possiamo definire Tycho Brahe l'astronomo più eccentrico della storia: un uomo i cui successi scientifici vanno di pari passo con una vita stravagante, caratterizzata da un'infinità di aneddoti surreali e terminata il 24 ottobre 1601 a causa di un'infezione.
Una congiunzione planetaria e un errore predittivo
Tycho Brahe nacque a Knudstrup, oggi in Svezia ma allora in Danimarca, il 14 dicembre 1546. Figlio di un consigliere privato del re, il giovane Tycho fu educato in maniera molto rigida dallo zio Jørgen Brahe. Lo zio desiderava che Tycho seguisse le sue orme al servizio del monarca e gli fornì dunque una solida formazione umanistica in latino. Nel 1559, all'età di tredici anni, lo mandò all'Università di Copenaghen, dove tra libri e nuovi amici la sua vita conobbe una svolta fondamentale. Quando frequentava l'università da un anno, il 21 agosto 1560 ci fu un'eclissi di sole che impressionò profondamente il giovane Tycho. Trasferitosi all'Università di Lipsia con l'intenzione di studiare legge, Brahe iniziò tuttavia a dedicarsi alle osservazioni astronomiche. Fu così che si rese conto ‒ in occasione di una congiunzione tra Giove e Saturno ‒ degli errori in cui incorrevano le predizioni astronomiche. Ne rimase turbato e decise di mettersi a studiare per correggerle.
Mentre studiava legge all'Università di Lipsia, Brahe osservò una congiunzione planetaria tra Giove e Saturno e si accorse degli errori in cui incorrevano le predizioni astronomiche
Nel 1565, seguendo i consigli di suo zio, Brahe rientrò a Copenaghen. Quello stesso anno lo zio morì e Brahe ricevette una sostanziosa eredità che, malgrado l'opposizione della famiglia, scelse d'investire nelle sue ricerche in campo astronomico.
Il 29 dicembre 1566 Brahe, che aveva ormai vent'anni, fu coinvolto in un'aspra lite con l'aristocratico danese Manderup Parsbjerg. Le versioni sono diverse, ma secondo alcuni Parsbjerg avrebbe riso delle predizioni di Tycho, mentre altri sostengono che la contesa sarebbe nata da un semplice disaccordo matematico. Sia come sia, l'astronomo non permise che l'insulto passasse sotto silenzio e la questione si risolse con un duello svoltosi per strada. Alcune fonti riportano che Tycho risultò vincitore, ma per sua sfortuna un colpo sferrato dall'avversario gli portò via parte del naso. Da allora Tycho Brahe fu costretto a usare una protesi, a suo dire fatta d'oro e argento.
Una lite con un aristocratico danese causò a Brahe la perdita di parte del naso e la necessità di ricorrere a una protesi, a suo dire fatta d'oro e argento
Un genio stravagante
Parte della fortuna che l'astronomo aveva ricevuto dallo zio fu destinata a soddisfare capricci stravaganti. Per esempio, assunse un nano di nome Jepp perché riteneva che avesse poteri di chiaroveggente. Data la differenza di classe tra i due, malgrado fossero molto amici non potevano sedere assieme a tavola: Brahe pensò bene di risolvere il problema facendo mangiare Jepp sotto il tavolo. Un altro dei suoi capricci fu prendere come animale di compagnia un alce, battezzato con il nome di Rix. Pare che il cervide si aggirasse a suo piacimento nel luogo usato da Brahe come osservatorio nel suo palazzo di Uraniburgum, un centro astronomico costruito come residenza tra il 1576 e il 1580 dal re Federico II di Danimarca, ubicato nell'isola danese di Ven. Sembra anche che Brahe avesse l'abitudine di placare la sete dell'animale con secchi di birra. In uno dei suoi eccessi etilici, l'alce perse l'equilibrio e si ruppe il collo cadendo dalle scale.

Tycho Brahe circondato dai suoi strumenti e assistenti nel castello e osservatorio di Uraniborg, in Danimarca. Incisione su rame, 1602
Foto: The Granger Collection, New York / Cordon Press
Oltre che per tutte queste eccentricità, Tycho Brahe è noto come il miglior osservatore del cielo nel periodo precedente all'invenzione del telescopio. Tycho pensava che il progresso astronomico non si potesse raggiungere attraverso l'osservazione occasionale o ricerche puntuali, ma che necessitasse di osservazioni sistematiche eseguite notte dopo notte utilizzando gli strumenti più precisi possibile. Brahe si oppose a Niccolò Copernico difendendo un modello che in seguito fu detto appunto ticonico, secondo cui la Luna e il Sole girerebbero intorno alla Terra, mentre Marte, Mercurio, Venere, Giove e Saturno ruoterebbero intorno al Sole.
Brahe fu il miglior osservatore del cielo nel periodo precedente all'invenzione del telescopio, ma si oppose alla teoria eliocentrica di Niccolò Copernico
La comparsa di una nova che prese il suo nome
Nel 1572 apparve in cielo una stella che non era mai stata osservata prima, nella costellazione di Cassiopea. Questa stella, che era in realtà una nova, suscitò un enorme interesse in Brahe, che passò quasi un anno a osservarla. Poté così constatare che, da qualunque punto la sua guardasse, la stella non aveva parallasse, cioè la sua posizione apparente non variava. L'apparizione di questa stella è alla base di uno dei maggiori contributi di Brahe al campo dell'astronomia, ovvero la smentita dell'idea che le stelle fisse fossero immutabili ‒ idea universalmente accettata fino ad allora. Oggi questa supernova porta il suo nome.
Nel 1573 Tycho Brahe pubblicò la sua prima opera, nella quale riportava le sue osservazioni: De nova stella, con la quale raggiunse una gran popolarità. Durante lo stesso anno intrecciò una relazione con una donna di origine contadina di nome Kristine, con la quale si sposò ed ebbe dei figli, malgrado l'opposizione della famiglia.
Brahe fu il primo a individuare nella costellazione di Cassiopea una stella che era in realtà una nova. Con questa osservazione poté contraddire l'idea fino allora vigente che le stelle fisse fossero immutabili
Nel 1588 morì il re Federico II e l'astronomo perse i suoi diritti sull'isola di Ven e la pensione fino ad allora ricevuta dal monarca. Abbandonò dunque la Danimarca e nel 1599 fu accolto a Praga dal re Rodolfo, che lo nominò matematico imperiale, gli offrì un castello come osservatorio e un onorario considerevole. Fu allora che Brahe conobbe il suo futuro discepolo e famoso astronomo Giovanni Keplero. Inizialmente la loro relazione fu abbastanza complicata, ma con il tempo Brahe e Keplero finirono per raggiungere una collaborazione fruttuosa.

Diagramma di Tycho Brahe sulla posizione della stella del 1572. Da 'De nova stella', 1573
Foto: World History Archive / Cordon Press
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Morte e lascito
Il 13 ottobre 1601 Brahe fu invitato a un banchetto alla corte del barone Rosenberg, il suo protettore a Praga. All'epoca era considerata cattiva educazione alzarsi da tavola prima del proprio anfitrione. Durante il banchetto, Brahe consumò una tale quantità d'alcol che la sua vescica cominciò a protestare, ma per non peccare di scortesia si trattenne più di quanto fosse raccomandabile. Ciò gli provocò un'infezione che gl'impedì di urinare normalmente, se non raramente e in quantità molto ridotte. Dopo undici giorni di dolorosa agonia, la vita dell'astronomo giunse a una fine improvvisa.
Nel 1999 alcuni studiosi esaminarono la tomba di Brahe, che si trova nella chiesa di Santa Maria di Týn a Praga. Furono analizzati alcuni peli dei baffi dell'astronomo e vi si trovarono dosi elevate di mercurio. La causa della sua morte sembrava dunque essere un avvelenamento da mercurio, o forse l'astronomo si era inconsapevolmente intossicato cercando di auto medicarsi dai suoi problemi urinari. Negli ultimi giorni di agonia, Tycho ripeteva spesso: «Non frustra vixisse videar» (Che io non sia vissuto invano). La teoria dell'avvelenamento volontario fu scartata nel 2013, quando si stabilì definitivamente che non era stato il mercurio a uccidere l'astronomo. Curiosamente, si scoprì anche che il naso posticcio di Tycho Brahe non era d'oro e d'argento, ma di rame.
Durante un ricevimento offerto dal barone Rosenberg, Brahe ingerì una tale quantità d'alcol che la sua vescica cominciò a protestare. Non potendo urinare normalmente, gli venne un'infezione che lo portò alla morte
Il lascito di Tycho Brahe è enorme. Grazie a lui s'iniziò a studiare più a fondo il comportamento del cosmo e furono poste in dubbio credenze immutabili fin dall'antichità. Non a caso, Brahe è considerato uno degli astronomi più importanti del mondo. Fu fonte d'ispirazione per altri grandi, come il suo discepolo Keplero, al quale chiese di terminare la sua opera. Alla morte dell'astronomo danese Keplero affermò: «Confesso che, quando Tycho morì, approfittai rapidamente dell'assenza o poca prudenza dei suoi eredi e portai le osservazioni con me, forse usurpandole». Fu grazie a questi dati che Keplero poté arrivare a dedurre le orbite planetarie e a formulare le sue tre leggi sul movimento dei pianeti orbitanti intorno al Sole.

Tycho Brahe, Tolomeo, Sant'Agostino, Niccolò Copernico, Galileo e Andrea Cellario circondano Urania, la musa dell'astronomia. Frontespizio del 'Atlas Coelestis seu Harmonia Macrocosmica', Amsterdam 1660
Foto: The Granger Collection, New York / Cordon Press
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