Thot: il dio degli scribi

Dio della luna, patrono della scrittura, messaggero degli dei, astronomo, patrono delle scienze esatte, il dio Thot aveva moltissime qualità. Segretario del dio del sole Ra, conosceva i segreti di tutti gli dei e proprio per la sua sapienza i medici lo elessero loro protettore

Thot, il cui centro di culto principale era la città di Ermopoli, è certamente tra gli dei più conosciuti e importanti del panteon egizio. Possiamo ammirarlo su innumerevoli pitture, sculture e rilievi perché, svolgendo molte funzioni e comparendo in parecchi miti, è uno degli dei più rappresentati in assoluto. Thot poteva essere riprodotto sotto due forme diverse: come ibis (o uomo con testa di ibis) e come babbuino. La forma dell'ibis era quella originaria e compare anche in immagini dell'antichissimo Periodo predinastico.

Di lui si diceva che fosse figlio del dio del sole Ra, nato dalle sue labbra all'inizio della creazione. Altre tradizioni lo dicevano figlio di Horo, altre ancora narravano di come Thoth si fosse autocreato all'inizio dei tempi e, in forma di ibis, avesse poi deposto l'uovo cosmico che conteneva in sé tutta la creazione.

Il dio Thot in forma di babbuino protegge lo scriba reale Nebmertouf. XVIII dinastia

Il dio Thot in forma di babbuino protegge lo scriba reale Nebmertouf. XVIII dinastia

Foto: Cordon Press

Thot e la luna

La luna era vista dagli egizi come la sostituta notturna del dio del sole Ra: l'astro argentato brillava infatti nel cielo quando il dio Sole scendeva sotto terra per illuminare il mondo dei morti durante le dodici ore della notte. In un antico testo il dio del sole Ra dichiara solennemente a Thot: «Tu sarai il mio sostituto, prenderai il mio posto. Ti si chiamerà: “Thot il sostituto di Ra” […] io farò anche in modo che circondi gli dei celesti di tutta la tua bellezza e della tua luce. E così esisterà questa luna di Thot».

Come dio della luna, Thot era considerato anche signore delle stelle, e regolava il corso degli astri: questo spiega la sua grande abilità nei calcoli matematici. La caratteristica della luna di assottigliarsi lentamente fino a scomparire del tutto per poi rinascere impressionò gli egizi a tal punto che ne fecero la base per il loro calendario più antico. Thot, come dio lunare, era quindi anche patrono del tempo: contava gli anni, i mesi e le stagioni, aveva il potere di stabilire la durata della vita degli uomini e di quella dei sovrani. Annotava gli anni di regno dei faraoni aiutato dalla sua controparte femminile, la dea Seshat, che indossava una pelle di pantera e portava un copricapo a forma di stella. In veste di dio della luna Thot porta invece sul capo il crescente lunare.

Il dio Thot in forma di ibis conduce un defunto nell'aldilà. Sarcofago di Pensenhor, 900 a.C. circa, British Museum

Il dio Thot in forma di ibis conduce un defunto nell'aldilà. Sarcofago di Pensenhor, 900 a.C. circa, British Museum

Foto: Cordon Press

Thot, Platone e la scrittura

Thot è il dio che donò la scrittura agli uomini: fu grazie a lui che gli egizi iniziarono a scrivere. “Scrittura” in egizio si diceva medu necer, che vuol dire "parole del dio". Il termine "parola" si scriveva utilizzando un geroglifico che rappresenta un bastone: metaforicamente, questo significava che le parole sono come "bastoni" che sorreggono l'uomo e lo aiutano a superare le avversità della vita.

Il mito sul dono della scrittura è ricordato dal filosofo greco Platone nel suo dialogo Fedro. Qui immagina che Socrate, suo maestro, racconti una storia che parla di un dio a cui è sacro l’ibis e che si chiama Theut – indubbiamente Thot – il quale decide di regalare la scrittura agli uomini; un altro dio di nome Thamus – identificato variamente con Amon o Atum – gli chiede se per lui questo dono possa davvero essere utile all’umanità. Il dio Theut/Thot gli risponde così: «Questa conoscenza, o re, renderà gli egizi più sapienti e più capaci di ricordare, perché con essa si è ritrovato il farmaco della memoria». Il dio Thamus ascolta attentamente ciò che gli viene detto e risponde: «La scoperta della scrittura avrà per effetto di produrre la dimenticanza nelle anime di coloro che la impareranno, perché, fidandosi della scrittura, si abitueranno a ricordare dal di fuori mediante segni estranei, e non dal di dentro». Questo punto di vista originale, che ribalta le nostre idee sull’importanza della scrittura e che non si rifaceva al pensiero egizio, esprimeva in realtà la prospettiva di Socrate che, coerentemente alla sua idea, non lasciò nulla di scritto: il pensiero del grande filosofo viene infatti ricordato solo grazie alle parole di Platone.

Rilievo del dio Thot intento a scrivere risalente al 2498-2181 a.C. circa

Rilievo del dio Thot intento a scrivere risalente al 2498-2181 a.C. circa

Foto: Cordon Press

Signore della saggezza

Dio della scrittura, messaggero degli dei, patrono di tutte le aree del sapere, Thot era il dio sapiente e astuto per eccellenza, tanto che i greci lo identificarono con il loro Ermes. Tutti i libri e i trattati cadevano sotto la sua protezione: era infatti chiamato “signore dei libri”. Anche le “case della vita”, ovvero le biblioteche e le scuole annesse ai templi, avevano Thot come loro patrono.

Thot era inoltre il segretario personale del dio del sole Ra ed era sempre al suo fianco. Senza di lui, infatti, Ra non avrebbe potuto rendere operativa nessuna delle sue decisioni: era come una sorta di visir, capace di mettere in atto il suo volere. La divinità rappresentava altresì il cuore – per gli egizi la sede del pensiero – del dio Sole, e questo lo rendeva “il più forte degli dei”. Esperto di magia, conosceva segreti sconosciuti a tutti gli altri dei, ed era autore di un libro mitico che avrebbe permesso al defunto di diventare uno spirito illuminato nell’aldilà e di diventare più potente di tutti gli dei: il Libro di Thot.

Anche per questo durante la pesatura del cuore, il processo a cui veniva sottoposta l’anima del defunto per decidere se poteva andare nell’aldilà di Osiride, il dio Thot era sempre presente: in piedi con la paletta dello scriba e un foglio di papiro tra le mani, lo si vede spesso intento a scrivere il verdetto del processo con una sottile canna di fiume.

La pesa del cuore nel papiro di Hunefer, 1275 a.C. circa

La pesa del cuore nel papiro di Hunefer, 1275 a.C. circa

Foto: pubblico dominio

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La divinità che risolve i problemi

Thot compare in molti miti ed è sempre una divinità che aiuta e dà conforto: non a caso, in un antico inno il dio è descritto come entità «che respinge il caos», «che placa i tumulti in pace». Ne è un esempio il mito che parla dell’amore tra il dio della terra Geb e la dea del cielo Nut. In questa storia, Thot aiuta la dea a partorire contro il volere del potente dio del sole Ra, che glielo aveva proibito.

Il dio dalla forma di ibis figura anche in molti miti legati alle vicende del dio Osiride e della sua famiglia. Il dio Osiride regnava come faraone su tutto l’Egitto, ma il fratello Seth, geloso del suo potere, lo uccise per prenderne il posto. Iside, dopo la morte del marito Osiride, si nascose con il figlio Horo tra le paludi del delta del Nilo per proteggerlo dalla furia omicida dello zio. Purtroppo un giorno il piccolo venne punto da uno scorpione velenosissimo, e Iside iniziò a urlare disperata temendo per la sua vita. Le urla della dea attirarono l’attenzione del dio Thot che, dall’alto dei cieli, stava al timone della barca celeste su cui il dio del sole Ra solcava i cieli durante le ore del giorno. Thot, sentendo le grida disperate, fermò immediatamente la barca celeste, e in quello stesso istante anche il tempo si arrestò, dando così alla dea Iside la possibilità rianimare il figlio.

Thot protesse Horo anche quando, divenuto ragazzo, dovette combattere contro il malvagio zio Seth. Durante uno di questi combattimenti infatti Seth strappò un occhio a Horo tagliandolo in sessantaquattro pezzi. Thot prese allora l’occhio tra le mani, lo risanò e lo ridiede a Horo perfettamente guarito. La grande abilità del dio fece sì che dopo questa impresa diventasse il patrono degli oculisti egizi, le cui conoscenze erano notevolmente sviluppate.

Un'altra impresa di Thot, in cui il dio diede prova delle sue grandi abilità diplomatiche, si svolse durante un processo mitico. Dopo tanti anni di lotte tra Horo e Seth, il dio del sole Ra decise di convocare un'assemblea in cui gli dei avrebbero deciso a chi dovesse andare il trono dell’Egitto. Per la maggior parte dei giudici era scontato che il trono dovesse andare a Horo, perché era figlio del precedente regnante Osiride, ma Ra non ne era convinto. A lui piaceva Seth, proprio in ragione della sua forza, mentre considerava Horo come un bambino, la cui bocca sapeva ancora di latte materno. Thot, sapendo che Ra preferiva Seth, replicò coraggiosamente al dio: «Non dovremo invece cercare di sapere chi ha torto? Si darà dunque la funzione di Osiride a Seth, quando c’è [suo] figlio Horo?». Ra si adirò moltissimo a queste parole ma, dopo alterne peripezie in cui Seth diede prova della propria slealtà, accettò il consiglio di Thot di scrivere una lettera direttamente a Osiride nel regno dei morti, perché giudicasse lui stesso tra i due contendenti. La risposta di Osiride diede fine a una contesa che era durata per moltissimo tempo e Horo ottenne finalmente il trono del padre. Thot, grazie alla sua abilità, aveva ristabilito la calma e la pace.

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