Da secoli la terra fertile e scura dei vigneti della Valpolicella custodiva un tesoro. Eppure, dopo decenni di ricerche, gli archeologi sono riusciti nel loro intento e la scoperta è arrivata: a pochi passi da Verona è stata ritrovata la pavimentazione di una villa romana risalente al III secolo d.C.
Quasi 100 anni di scavi
I pavimenti a mosaico dai mille colori e dalla composizione geometrica sono in buono stato di conservazione e sono il risultato di anni di lavoro. Infatti la zona non è nuova a questo tipo di scoperte: nel 1992, grazie agli scavi diretti da Tina Campanile, erano già stati ritrovati i resti di una vasta sala rettangolare dotata di porticato e cortile, ed altre piccole stanze annesse. Il complesso, di circa 270 metri quadrati, risaliva all'epoca romana. Gli scavi, interrotti per decenni, erano ripresi nel 1975 per essere nuovamente sospesi poco dopo. Il problema principale è che gli scavi del 1922 furono documentati con rilievi e fotografie, ma non con un'adeguata collocazione geografica. Di conseguenza, della villa ritrovata all'inizio del XX secolo non si conosceva più l'esatta posizione.
Pavimento a mosaico scoperto a Negrar, in Valpolicella
Foto: Facebook
L'estate scorsa finalmente i tecnici della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Verona hanno ripreso a scavare nella zona dove ipotizzavano che si trovassero i resti della villa, sotto la direzione dell'archeologo Gianni de Zuccato. Grazie a delle trincee scavate nel terreno erano riusciti ad individuare dei muri e delle piccole porzioni di pavimentazione. Si stavano avvicinando, insomma, ai pavimenti a mosaico.
Purtroppo l'emergenza coronavirus ha di nuovo interrotto i lavori ma, pochi giorni fa, si è ritornato a scavare. E finalmente la conferma: tra i filari delle vigne, gli archeologi hanno effettuato il ritrovamento, importantissimo punto di partenza per riportare alla luce la totalità del complesso archeologico che, a giudicare dallo stato dei mosaici, dovrebbe essersi conservato in buone condizioni.
Il Comune di Negrar ha dichiarato su Facebook che presterà tutta la collaborazione necessaria e ringrazia fin da ora i professionisti della Soprintendenza e i proprietari dell'area per l'unità di intenti e la disponibilità con la quale stanno perseguendo il progetto.
Dettaglio dei colorati mosaici di Negrar, in Valpolicella
Foto: Facebook
La Valpolicella in epoca romana
In questa zona del Veneto, che precede le Prealpi Veronesi, erano già state riscontrate tracce di un passato romano. Si ipotizza che perfino il nome derivi dal latino Vallis polis cellae: valli dalle molte cantine, anche se questa è solo una delle interpretazioni date al toponimo.
Sia come sia, la dominazione romana iniziò nel II secolo a.C. In precedenza la zona era abitata dagli arsunati, una popolazione di origine etrusca che viveva nell'area dal V secolo a.C. circa. In epoca romana la zona passò a chiamarsi Pagus Arusnatium, dipendente da Verona ma con una certa autonomia amministrativa e religiosa. Vi abitavano perlopiù famiglie patrizie e latifondiste e, secondo alcune ipotesi, da qui passava anche la via Claudia Augusta padana. Al periodo romano risalirebbe anche l'inizio della coltivazione della vite.
Una villa romana del III secolo d.C. emerge dai vigneti della Valpolicella
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