Un team di archeologi italiani ha annunciato una scoperta straordinaria: le rovine di uno dei palazzi preferiti di Caligola, il terzo imperatore romano. L'esistenza di questo edificio – noto come Nympheum (casa delle ninfe) nelle fonti classiche – era conosciuta, ma la localizzazione esatta era andata perduta. Fino a pochi anni fa.
Un team di archeologi italiani ha rinvenuto le rovine di uno dei palazzi preferiti dell'imperatore Caligola
Il palazzo perduto
La scoperta è stata realizzata durante gli scavi in piazza Vittorio Emanuele II (più conosciuta come piazza Vittorio), nei pressi del Colosseo e della stazione ferroviaria di Roma Termini. I lavori erano cominciati tre anni fa e hanno portato alla luce decine di migliaia di resti archeologici, tra i quali anfore, pezzi di ceramica, gioielli, monete e una gran varietà di utensili domestici. Gli scavi più recenti sotto un edificio hanno portato a individuare le strutture del giardino che erano state sepolte, oltre a nuovi resti archeologici che hanno permesso di identificare il luogo come il palazzo perduto di Caligola.

Gli archeologi hanno recuperato decine di migliaia di oggetti, principalmente utensili domestici, che verranno esposti nel Museo Ninfeo di Piazza Vittorio che aprirà a breve
Foto: Soprintendenza Speciale di Roma
Gli archeologi hanno rinvenuto semi di plante esotiche di origini diverse, ossa di animali selvaggi come cervi, orsi, leoni e struzzi. Sono stati questi gli elementi che hanno permesso di identificare la struttura come il Nympheum. Mirella Serlorenzi, direttrice del sitio archeologico, ha spiegato che alcuni di questi animali «correvano liberi come fosse un paesaggio incantato, ma [c'erano] anche animali feroci che venivano utilizzati, come nel Colosseo, per i giochi circensi privati». Caligola è passato alla storia proprio per il suo carattere stravagante e crudele, che si riconduce di solito a una misteriosa malattia mentale che lo colpì nel corso del suo primo anno di regno.
Gli scavi hanno permesso di identificare varie strutture del giardino, come una scala di marmo bianco che collegava i diversi livelli del giardino e una tubatura per il trasporto dell'acqua. Il nome Nympheum evoca le ninfe, divinità dei boschi e delle montagne, e in effetti nel giardino si era voluto ricreare uno spazio selvaggio. Questo spiegherebbe la presenza degli animali e dei ninfei, piccole grotte dedicate proprio alle divinità boschive. Le autorità italiane in collaborazione con l'Enpam, l'ente previdenziale dei medici proprietario del terreno nel quale è stata realizzata la scoperta, hanno lavorato per trasformare il luogo nel Museo-Ninfeo di Piazza Vittorio, che presto sarà aperto al pubblico.
Gli scavi hanno portato alla luce decine di migliaia di reperti archeologici, semi di piante esotiche, ossa di animali e diverse strutture del giardino
Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!
I piaceri dell'imperatore
Questo palazzo venne costruito nella zona nota come Horti Lamiani, un insieme di giardini creati dal senatore Lucio Elio Lamia – da cui prendono nome –, che li donò all'imperatore Tiberio e in seguito passarono al suo successore, Caligola. Il terzo imperatore romano stabilì la propria residenza negli Horti Lamiani, dove viveva circondato da lussi esotici. Il luogo venne descritto in tutta la sua magnificenza dal filosofo Filone di Alessandria, che fece visita all'imperatore nel 38 d.C. a capo di una delegazione ebrea e che rimase impressionato dal palazzo e dai giardini.

Ricostruzione immaginaria degli Horti Lamiani
Foto: Soprintendenza Speciale di Roma
Inoltre questo luogo ha un significato storico speciale, perché fu proprio lì che le sorelle di Caligola portarono il cadavere dell'imperatore dopo che questi venne assassinato dalla sua guardia pretoriana e ne bruciarono il corpo perché non venisse profanato. «Possiamo immaginare l’imperatore Caligola che cammina su questa scalinata monumentale per godersi gli spettacoli. Era un palazzo costruito secondo un modello ellenistico e orientale, che combinava grandiosità architettoniche e gusto decorativo con il virtuosismo dei ninfei, delle fontane e degli spettacoli d’acqua», spiega Mirella Serlorenzi. Non c'è da stupirsi che questo luogo fosse, secondo quanto ci tramanda lo storico romano Svetonio, uno dei palazzi preferiti dell'imperatore.
Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito!