Le possibilità di sviluppo intellettuale riservate alle donne sono rimaste limitate fino a tempi recenti. Così imponevano le leggi e la società patriarcale, e dunque farsi spazio in certi campi del sapere, riservati agli uomini, era una vera e propria impresa. Risultati scientifici come quelli ottenuti da Ipazia di Alessandria (IV secolo) o da Mae Jemison (tuttora in vita) sono un'autentica anomalia del loro tempo. La maggior parte di loro non ebbe accesso a una formazione formale o fu costretta a condurre le proprie ricerche in segreto, poiché in alcuni casi fu vietato loro perfino l'accesso ai laboratori. Tuttavia, grazie alla tenacia e alla perseveranza, riuscirono a superare gli ostacoli che il sistema patriarcale pose sul loro cammino a causa del loro genere o della condizione razziale.
L'11 febbraio ricorre la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, una giornata per ricordare tutte le donne che hanno dato un contributo fondamentale alla storia della ricerca. Le loro storie sono fonte d'ispirazione, poiché dimostrano l'originalità del loro pensiero creativo e innovativo nonostante gli ostacoli. E anche se può sembrare un problema del passato, secondo le Nazioni Unite «il divario di genere nei settori della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (STEM) persiste da anni in tutto il mondo. Sebbene la partecipazione delle donne ai gradi d'istruzione superiore sia aumentata notevolmente, esse sono ancora sottorappresentate in questi campi». Ecco un omaggio sotto forma di galleria fotografica per dare visibilità a un problema che persiste tuttora.
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