In guardia! Nasce la scherma femminile

Lungo il corso del XIX secolo la scherma cessa di essere un’attività riservata solo agli uomini. Le donne iniziano a formarsi in questa disciplina grazie ai suoi benefici per il corpo e per la mente

Agli inizi del XIX secolo il ruolo della donna socialmente accettato si riduceva a quello di moglie, madre e accompagnatrice del marito nelle occasioni mondane. Tutto ciò si rifletteva nelle limitazioni imposte alla sua educazione intellettuale e alla sua formazione fisica, piena di restrizioni. Tuttavia un’evoluzione della medicina favorì la pratica dello sport femminile: i progressi nell’anatomia e nella fisiologia associarono l’igiene e l’attività fisica alla salute e a un corretto sviluppo del corpo, e tali idee penetrarono nella società permettendo alle donne l’ingresso nell’universo della scherma.

Due giovani schermitrici mentre si allenano. 1900 circa. Nel XX secolo si sarebbe imposta la divisa bianca

Due giovani schermitrici mentre si allenano. 1900 circa. Nel XX secolo si sarebbe imposta la divisa bianca

Foto: Ullstein Bild / Getty Images

Il corpo delle donne

Per gli uomini un corpo perfetto doveva essere prestante e muscoloso, e per coltivarlo praticavano quindi gli sport d’impatto quali la lotta, il culturismo e quelli relativi al coraggio militare. Al contrario, il corpo femminile doveva essere morbido e modellato in modo da risultare bello, ma al contempo forte per poter sopportare il parto. Solo pochi esercizi fisici erano considerati adatti alle donne: inoltre, non appena queste raggiungevano l’adolescenza, tali esercizi venivano soppressi per una questione morale, poiché si credeva che potessero risvegliare la sessualità. Per le donne lo sport si limitava allora a passeggiate e balli, dove potevano esibire la propria femminilità e, perciò, trovare marito.

Tuttavia, nelle palestre svizzere prese piede un movimento di parità sessuale che si affermò in Francia ed ebbe eco in altri paesi d’Europa. All’inizio l’obiettivo era quello di formare un corpo femminile pronto per la maternità. Il medico e chirurgo francese Clément Joseph Tissot incoraggiava le donne a praticare lo sport per migliorare la salute e la forza del corpo, mentre Pablo Clausolles, medico ortopedico spagnolo, sottolineava i miglioramenti legati agli sport che coinvolgevano forza e movimento, come equitazione, scherma o nuoto.

Annuncio di un concorso. Esposizione universale, Parigi. 1900

Annuncio di un concorso. Esposizione universale, Parigi. 1900

Foto: Bridgeman / Aci

La scherma già godeva di buona fama: diffusa in tutta Europa come sport per gli uomini, le si riconosceva la facoltà di rendere attivo tutto il corpo e favorire la concentrazione mentale. La sfida consistette nell’introdurre la disciplina nel percorso formativo di donne e bambine. Contrariamente a quanto possa sembrare, la scherma aveva già una sua tradizione nell’educazione femminile; in alcune epoche, come il Rinascimento o il XVII secolo, fu insegnata e praticata dalle nobildonne o trasmessa dai genitori alle figlie. Nella storia di Francia, Spagna e Inghilterra fecero la loro comparsa donne che sapevano maneggiare la spada, come la cantante d’opera e spadaccina francese Julie d’Aubigny.

La sfida nei salotti

In tale contesto storico crebbe la spagnola Teresa Castellanos de Mesa, che poteva già contare su una certa libertà in seno alla propria famiglia. Imparò la scherma dal padre Manuel e dal fratello Cándido, maestro di chiara fama, che condivisero con lei la loro perizia e non ne frenarono il talento. Sin da giovane mostrò un’abilità particolare per questo sport, e nella sala d’armi del padre realizzava esibizioni che impressionavano i compagni e gli ospiti. Fece il suo debutto pubblico nel 1834, a diciassette anni, alla Fontana de Oro, una locanda madrilena molto famosa. A quei tempi era abituale che alcune locande avessero uno spazio per ogni tipo di spettacoli a pagamento, che a volte includevano combattimenti di scherma, all’epoca molto di moda.

Esibizione di scherma all’Oxford Town Hall, nella città di Oxford, il 13 gennaio 1902

Esibizione di scherma all’Oxford Town Hall, nella città di Oxford, il 13 gennaio 1902

Foto: Bridgeman / Aci

L’esibizione di Teresa causò furore nel pubblico e sulla stampa, e di lì a poco la giovane andò a Parigi a studiare con i maestri più celebri del momento. Nella capitale parigina entrò in contatto con Phokion Heinrich Clias, un “ginnasiarca” svizzero che aveva messo a punto degli esercizi specifici per le donne, e con il maestro Russel, il più noto di Parigi che, vista l’abilità di Teresa con la spada, la prese come allieva in un ambiente in cui non era frequente insegnare scherma professionale alle donne. Teresa si fece notare in duelli patrocinati dai re di Francia; riscontrò un tale successo che nel 1841 aprì a Parigi la sua prima accademia di scherma, e ottenne una pensione da insegnante grazie a lord Henry Seymour, maestro dei maestri.

Castellanos de Mesa ebbe durante il regno di Isabella II, che considerava una protettrice delle scienze e delle arti, una buona opportunità di tornare in Spagna e insegnare lì. Pensava che, essendo una donna, avrebbe potuto convincere le altre ragazze a praticare lo sport assieme a lei. Quando tornò a Madrid nel 1847 partecipò a un’esibizione molto apprezzata nella Fonda (locanda) Peninsulares dove, l’anno dopo, fondò la propria accademia di scherma.

Teresa vi introdusse le conoscenze di Clias: si presentava come «insegnante di scherma e fondatrice in Spagna degli esercizi calistenici o ginnastico-ortopedici per bambine». Nel 1847 venne nominata direttrice didattica della scuola femminile Real Colegio de Ntra. Sra. de Loreto a Madrid. A 47 anni era ancora in splendida forma e continuava a esibirsi in pubblico. Teresa fu un caso esemplare (e quasi unico) di maestra nell’Europa dell’epoca.

Nel 1841 Teresa Castellanos de Mesa aprì a Parigi la sua prima accademia di scherma

Tra il 1850 e il 1880 la pratica della scherma femminile si diffuse soprattutto in Francia e in Inghilterra. La Francia era un paese con una lunga tradizione schermistica e legò lo sport all’eleganza, ragion per cui le donne ne vennero attratte; in Inghilterra figli e figlie della famiglia reale cominciarono a praticarla e la loro passione si trasmise a tutta la società.

Inoltre, in certi paesi alcuni imprenditori di palestre intravidero buoni guadagni negli allenamenti per le donne. Molte volte le insegnanti erano loro mogli o parenti, che impartivano lezioni a “signorine perbene” o ad attrici pagate per esibirsi. Ciononostante le critiche continuarono. Per esempio, nel 1863 il medico aragonese Eduardo Bertrán biasimò gli esercizi che trasformavano le donne in «robuste ginnaste, infaticabili nuotatrici, agili cavallerizze e perfino maestre di armi». Per mettere a tacere le critiche si sostenevano i benefici dell’esercizio fisico per la salute delle donne e per il loro ruolo di educatrici dei figli.

Attrice schermitrice a riposo. Xilografia del 1880

Attrice schermitrice a riposo. Xilografia del 1880

Foto: Bridgeman / Aci

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Allontanate dalla scherma

Alla fine del secolo s’imposero in Europa tendenze politiche conservatrici, che ebbero conseguenze anche sull’attività fisica femminile. Le palestre si moltiplicarono e presero il posto delle antiche sale d’armi; in molti possedevano accademie di scherma, ma i maestri erano ormai uomini. Le donne potevano battersi unicamente con altre donne. Non avevano spazi propri, e potevano allenarsi solo nei salotti dei nobili o in orari in cui nelle palestre non c’erano gli uomini; soltanto qualche hotel di lusso mantenne comunque delle sale riservate alle signore.

Quando, nel 1887, venne fondata in Spagna la Escuela central de profesores y profesoras de gimnástica, dal programma venne soppressa la scherma per le bambine. Rimasero alcune maestre per “signorine”, che in genere erano figlie di militari. Non c’è da stupirsi, quindi, se alla prima edizione delle olimpiadi moderne, nel 1896, le donne non presero parte alla disciplina. Lo avrebbero fatto solo tre decenni più tardi.

Il duello. Olio di Émile-Antoine Bayard che ricostruisce lo scontro tra von Metternich e Kielmannsegg, che risolsero una lite sfidandosi a duello nel 1892

Il duello. Olio di Émile-Antoine Bayard che ricostruisce lo scontro tra von Metternich e Kielmannsegg, che risolsero una lite sfidandosi a duello nel 1892

Foto: Bridgeman / Aci

   

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