Circa 4700 anni fa, l'architetto Imhotep venne incaricato di progettare una struttura funeraria per la sepoltura del faraone Djoser, sovrano della III dinastia. L'obiettivo di Imotep era quello di creare un collegamento celeste tra il sovrano defunto e le divinità attraverso un grandioso edificio simile ad una scala elevata al cielo verso il sole. Per questo realizzò una struttura alta 60 metri e composta da ben sei livelli, da qui il nome di mastaba a gradoni. La struttura divenne la più antica piramide costruita in pietra e custodisce al suo interno innovazioni architettoniche realizzate per la prima volta come le colonne, il capitello a foglie pendule e i grandi padiglioni cerimoniali.
Piramide di Djoser più conosciuta con il nome di piramide a gradoni
Foto: World History Archive / Cordon Press
La piramide però soffriva di problemi strutturali e aveva subito nei secoli un progressivo deterioramento dovuto soprattutto alle alte temperature e al vento del deserto, che ne avevano compromesso le superfici in pietra calcarea. L’intervento per ridargli una nuova vita era iniziato nel 2006, ma si era interrotto nel 2011 in seguito alla rivoluzione che ha portato alla caduta di Hosni Mubarak, per essere ripreso a fine 2013.
L'ingresso nord dopo il restauro
Foto: Ministero delle antichità egiziane
Finalmente dopo ben 14 anni, la più antica piramide d’Egitto rinasce dopo lustri di abbandono che l'avevano portata sull'orlo del collasso. I lavori di restauro, che hanno avuto un costo complessivo di quasi 6,6 milioni di dollari, hanno riguardato l’intero complesso funerario, con la pulizia dell’area e la realizzazione di passerelle: la facciata esterna della struttura, i corridoi interni che conducono alla camera funeraria, il sarcofago in pietra e le scalinate dei due ingressi.
La camera funeraria in granito in fondo al pozzo
Foto: Ministero delle antichità egiziane
Ma la novità più importante è senza dubbio la musealizzazione di parte dell’intricato dedalo di tunnel sotterranei, a partire dall’ingresso sul lato nord per finire al grande pozzo funerario profondo 28 metri, passando per le cosiddette “stanze blu”, un tempo foderate di piastrelle in faience turchese che possono essere viste nel vicino Imhotep Museum.
Un visitatore all'interno della Piramide di Djoser
Foto: ZUMAPRESS.com / Cordon Press