Parigi città romana

Lutezia, sede del popolo gallico dei parisi, diventò all’epoca dell’imperatore Augusto un’autentica città romana, dotata di foro e terme, e di uno splendido anfiteatro, preparando di fatto l’oppidum originario a divenire la futura capitale della Francia

Dopo sei anni di incessanti combattimenti, Gaio Giulio Cesare era sul punto di porre fine alla guerra delle Gallie. Uno dopo l’altro, la maggior parte dei popoli gallici si era sottomessa al potere militare di Roma, compresi i bellicosi nervii, una tribù belga che viveva nella regione settentrionale della Gallia comata. Nella primavera del 53 a.C. Cesare convocò un’assemblea pangallica per stabilire la pace, ma poiché i senoni, i carnuti e i treveri non vi parteciparono, inviò contro di loro le sue legioni, che fecero capitolare i primi due popoli. Contro il terzo, che resistette all’offensiva, combatté l’armata del luogotenente Tito Labieno che, dopo una lunga battaglia, li sconfisse. Al termine della riunione, Cesare poté annunciare che la Gallia centrale era “pacificata”, ovvero sottomessa al dominio di Roma, la potenza che già comandava sul Mediterraneo e sull’Occidente.

Quest’assemblea generale delle Gallie si svolse in un luogo nominato per la prima volta nelle cronache latine dell’epoca: Lutezia. Con questo nome s'identificava in epoca celtica un piccolo sobborgo nel territorio occupato dal popolo gallico dei parisi, conosciuto anche con il toponimo di Lutetia Parisiorum. Secondo quanto attestato da Giulio Cesare nei sette libri dei Commentarii de bello gallico, Lutezia sorgeva su un’isola della Senna, collegata alle rive del fiume da due ponti. Sebbene tradizionalmente si sia identificato questo sito con l’Île de la cité, l’isolotto in mezzo alla Senna nel quale si situò il nucleo della città medievale, nessuna scoperta archeologica ha potuto confermare l’esistenza di un insediamento gallico o preromano in questo luogo.

La Senna vista da Pressagny nell’Eure. Il fiume caratterizzò l’origine e la prosperità della città di Lutezia, situata in una della principali vie fluviali dell’Europa occidentale

La Senna vista da Pressagny nell’Eure. Il fiume caratterizzò l’origine e la prosperità della città di Lutezia, situata in una della principali vie fluviali dell’Europa occidentale

Foto: Francis Cormon / Gtres

Non è infatti certo che l’agglomerato di epoca gallica si trovasse nell’attuale territorio di Parigi; sulla base di evidenze archeologiche, gli studiosi ipotizzano che Lutezia si trovasse sulla riva sinistra della Senna nell’attuale Nanterre, una località situata a circa undici chilometri dal centro di Parigi. Alcune fonti antiche descrivono la città di epoca gallica come un oppidum, un insediamento fortificato. Nel 52 a.C., durante le guerre galliche, l’agglomerato celtico fu distrutto dai romani e ricostruito su un’isola della Senna; il nucleo urbano principale fu poi sviluppato a sud del fiume, sulla collina di Sainte-Geneviève, poiché la parte a nord della Senna era pianeggiante e particolarmente esposta a inondazioni. Questa zona della città rimase, infatti, quasi disabitata nel periodo più prospero, l’alto impero, a differenza dell’insediamento meridionale, dove sono localizzati gli edifici pubblici romani.

La conquista di Lutezia

L’anno seguente alla riunione con gli ambasciatori delle Gallie, Cesare inviò nuovamente nella regione il suo luogotenente Tito Labieno con quattro legioni per riprendere il controllo del territorio. Molti popoli si erano infatti ribellati contro l’invasore romano, compresi i parisi, che si erano uniti alla coalizione dei popoli gallici formata dal giovane averno Vercingetorige. La lotta tra le parti fu molto dura: il generale romano, abbandonato l’assedio di Gergovia, riuscì a conquistare nel 51 a. C. la città di Avarico (oggi Bourges), dove gli insorti si erano rifugiati, e costrinse Vercingetorige a cercare protezione ad Alesia, nel territorio dei Mandubii.

Nel frattempo l’oppidum gallico di Lutezia era stato incendiato dagli stessi parisi, che successivamente affrontarono i romani in campo aperto; la battaglia si risolse, però, a favore del nemico. I parisi continuarono la lotta contro l’esercito oppressore inviando truppe in soccorso alla città di Alesia, assediata da Cesare, ma dopo un estenuante combattimento le truppe romane vinsero e Vercingetorige, vista la disfatta, si lasciò condurre prigioniero a Roma, segnando la fine dell’indipendenza delle Gallie.

La dea Sequana, rappresentata in questa statuetta in bronzo, era la personificazione della Senna; risale al III secolo d.C. Musée Archéologique, Digione, Francia

La dea Sequana, rappresentata in questa statuetta in bronzo, era la personificazione della Senna; risale al III secolo d.C. Musée Archéologique, Digione, Francia

Foto: Bridgeman / Index

Molti studiosi credettero inizialmente che sulle fondamenta del villaggio gallico di Lutezia i romani avessero eretto la loro città. Tuttavia, le ricerche archeologiche svolte negli ultimi decenni a Parigi, patrocinate dal dipartimento di Storia dell’architettura e dell’archeologia di Parigi e dall’Istituto nazionale di ricerche archeologiche preventive (Inrap), hanno mostrato che le più antiche costruzioni urbane della città gallo-romana sono state erette almeno cinquant’anni dopo la distruzione nel 52 a.C. dell’oppidum dei parisi. All’indomani della presa di Lutezia ci fu un periodo di disordini in tutto l’impero romano, tra cui le guerre civili tra Cesare e Pompeo e tra Augusto e Marco Antonio che portarono alla fine della repubblica.

Alcuni ritrovamenti archeologici sulla collina di Sainte-Geneviève fanno pensare che in un primo periodo si stabilì in quel luogo un gruppo di militari gallici al servizio di Roma, con la probabile missione di mantenere la vigilanza sui parisi, ancora ostili al nuovo governo straniero. La situazione cambiò considerevolmente con l’arrivo al potere di Ottaviano Augusto: l’opera riformatrice del primo imperatore romano si fece sentire fortemente nelle provincie galliche, che egli visitò personalmente in diverse occasioni.

Marco Vipsanio Agrippa, genero e braccio destro di Augusto, eletto pretore e governatore in Gallia, creò e organizzò una rete di strade che collegarono una serie di città di nuova costruzione, come Lugdunum (Lione), Augustodunum (Autun) e la stessa Lutezia. Ciò facilitò le comunicazioni all’interno dei territori della Gallia, che fu divisa sempre in età augustea in tre province: Aquitania a sud, Lugdunensis al centro e Belgica a nord-est. Queste furono amministrate da un unico comando militare fino alla morte dell’imperatore e suddivise in sessantaquattro civitates o distretti che facevano capo a un centro, la città di Lugdunum, nella quale ogni anno si svolgeva un’assemblea che riuniva tutte le popolazioni galliche. I grandi edifici eretti in diverse città dimostrano la presenza del potere romano nei più remoti confini dell’impero.

L’elegante fibula cruciforme, placcata d’oro, fu rinvenuta in una sepoltura a Lutezia e appartenne probabilmente a un patrizio della città del IV secolo. Musée Carnavalet, Parigi

L’elegante fibula cruciforme, placcata d’oro, fu rinvenuta in una sepoltura a Lutezia e appartenne probabilmente a un patrizio della città del IV secolo. Musée Carnavalet, Parigi

Foto: Roger-Viollet / Cordon Press

La ‘‘rifondazione’’ di Augusto

Davanti all’impossibilità di dimostrare una transizione diretta tra la Lutezia gallica e quella romana, alcuni archeologi ritengono, esaminando i ritrovamenti nella seconda città, che il nuovo insediamento romano fosse stato rigidamente pianificato. Dalla recente analisi degli strati più profondi del terreno, la fondazione di Lutezia può essere datata presumibilmente intorno alla fine dell’epoca augustea; si può quindi affermare che Parigi ha circa duemila anni di storia.

Il tessuto urbano di Lutezia seguì le linee di una griglia che gli archeologi hanno localizzato nella parte centrale dell’attuale Parigi, sulla sponda sinistra della Senna. I principali assi della città furono il cardo maximus, orientato da nord a sud, che attraversa oggi rue Saint-Martin, rue Saint-Jacques e rue Saint-Denis, e il decumanus maximus, che percorreva la città da est a ovest. La rete ortogonale di queste strade cittadine divideva l’agglomerato urbano in grandi insulae, ossia blocchi di trecento piedi romani di lato (corrispondenti a circa ottantanove metri), che includevano sia edifici pubblici sia abitazioni private.

Inizialmente le case furono edificate solo lungo le arterie principali, più tardi anche all’interno di queste insulae. In principio le abitazioni, fabbricate in legno e adobe, un mattone fatto di argilla, sabbia e paglia tritata, erano a un solo piano e avevano pavimenti in terra battuta o argilla; dalla fine del I secolo d.C. il tessuto urbano s’infittì e le abitazioni furono costruite in muratura. Alcune di esse erano persino riscaldate mediante ipocausti, impianti che immettevano nel pavimento e nelle pareti aria calda proveniente dal forno, e fornite di bagni privati. Il centro della città di Lutezia era rappresentato dal foro, che comprendeva uno spazio pubblico con portici colonnati e includeva anche negozi, quasi tutti della stessa dimensione e costruiti su più piani, che non avevano accesso diretto al foro.

Una riproduzione dell'anfiteatro di Lutezia di J.C. Formigé. Musée Carnavalet, Parigi

Una riproduzione dell'anfiteatro di Lutezia di J.C. Formigé. Musée Carnavalet, Parigi

Foto: Musée Carnavalet / Roger-Viollet / Cordon Press

Sebbene questa struttura urbana cambiasse continuamente nel tempo, la matrice originaria rimase predominante nel corso dei primi tre secoli della nostra era. Al culmine del suo splendore, nel II secolo d.C., Lutezia occupava una superficie inferiore ai cento ettari e ospitava circa 10mila abitanti. In realtà, era una popolazione modesta rispetto ad altre città dell’impero, soprattutto della Gallia, in particolare di Lugdunum, che aveva una popolazione tre volte più numerosa.

Un’importante città imperiale

Nonostante le dimensioni non eccessive, Lutezia si differenziava da altre città della Gallia romana a causa del suo aspetto monumentale. Infatti, l’augustea città dei parisi non si riduceva a un agglomerato di case, ma si distingueva per la presenza di costruzioni pubbliche e maestose, erette per rendere visibile la grandezza dell’impero romano. Il suo piano di fondazione aveva previsto monumenti ed edifici importanti secondo il modello dell’Urbe; per questo motivo a Lutezia erano presenti un foro, un anfiteatro, delle terme e dei templi.

Parigi conserva in particolare due di queste considerevoli opere architettoniche: la prima è l’anfiteatro, conosciuto come l’arena di Lutezia, una costruzione gallo-romana destinata a diversi spettacoli, come lo svolgimento di ludi gladiatorii e venationes (caccia e uccisione di animali selvatici) oppure di rappresentazioni teatrali. Costruito all’esterno delle mura, si crede che contenesse oltre 15mila spettatori: è uno dei monumenti più grandi di Parigi risalente all’epoca romana. Il secondo edificio di notevole importanza è rappresentato dalle imponenti terme di Cluny, uno dei tre bagni pubblici che la città ancora oggi conserva; queste furono costruite, basandosi sugli scavi e sui ritrovamenti più recenti, in epoca augustea. Contenevano tutte le dotazioni necessarie per i bagni termali: aree per gli esercizi fisici con spogliatoio (palaestrae) e sale da bagno di acqua fredda (frigidarii), calda (calidarii) e tiepida (tepidarii).

Terme di Cluny. Sezione trasversale di Camille Bernard. XIX secolo

Terme di Cluny. Sezione trasversale di Camille Bernard. XIX secolo

Foto: Bhvp / Roger-Viollet / Cordon Press

A Lutezia, l’élite dominante era formata da un importante gruppo di galli romanizzati. La città, benché piccola, aveva un prospero commercio: il posto più rilevante era pertanto occupato da un gruppo di commercianti fluviali, i cosiddetti nautae parisiaci. La loro attività principale riguardava il traffico delle merci, prodotti agricoli della ricca regione dei dintorni e manufatti degli artigiani locali, che si sviluppava lungo il fiume. Il commercio portò alla creazione di corporazioni che impiegavano manodopera per il trasporto delle merci e per le altre attività collaterali. Inoltre, i nautae parisiaci costruirono probabilmente importanti infrastrutture necessarie allo svolgimento delle attività lavorative, come un porto fluviale, magazzini e cantieri navali, sebbene non siano stati finora rinvenuti resti di tali opere.

Agli inizi del XVIII secolo furono ritrovati diversi blocchi di pietra – riutilizzati in epoca successiva per la costruzione di mura romane che si trovavano sotto l’attuale cattedrale di Notre dame – di una colonna votiva, il cosiddetto pilastro dei Nauti, eretto all’epoca dell’imperatore Tiberio. La colonna era decorata con bassorilievi che rappresentavano sia diverse scene di imprenditori navali al lavoro sia effigi di divinità appartenenti al mondo celtico e al pantheon greco-romano. Questa colonna è una delle rare testimonianze della mitologia gallica giunta fino a noi. Un’attestazione della ricchezza e dell’agiatezza dell’élite di Lutezia si ritrova nelle numerose monete emerse nel corso di diversi scavi archeologici a Parigi.

Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!

Da Lutezia a Parigi

La Lutezia dell’alto impero, tuttavia, non costituì neanche la base della città che nel Medioevo sarebbe diventata la capitale della monarchia franca. Nel III e IV secolo la località subì una nuova trasformazione, sia nel suo ruolo strategico sia nel suo assetto urbanistico e architettonico. In questo periodo, caratterizzato da una crisi generale nell’impero romano, Lutezia, come tutte le città della Gallia, subì un progressivo abbandono: le élite cittadine lasciarono gli incarichi pubblici e i monumenti decaddero perdendo la propria funzione e importanza. Le strade non furono più conservate e riparate e le condizioni di vita della popolazione divennero sempre più precarie.

Capitello che rappresenta Esus, divinità del pantheon gallico, durante la potatura di un albero. Pilastro dei nauti. Musée National du Moyen Age et des Thermes de Cluny, Parigi

Capitello che rappresenta Esus, divinità del pantheon gallico, durante la potatura di un albero. Pilastro dei nauti. Musée National du Moyen Age et des Thermes de Cluny, Parigi

Foto: Bridgeman / Index

A partire dalla seconda metà del III secolo, all’epoca delle invasioni della Gallia da parte dei popoli barbari, un nuovo progetto urbanistico prese piede sull’Île de la cité, dove si era rifugiata la maggior parte della popolazione. L’obiettivo era di creare una città ben protetta e munita di un castrum, una fortificazione: infatti, i principali edifici cittadini furono circondati da mura e per la costruzione delle sue fondamenta furono utilizzati grossi blocchi di pietra provenienti dagli edifici dell’antica città, principalmente dall’anfiteatro.

Nel tessuto urbano dell’isola furono erette nuove costruzioni monumentali: una grande basilica, di settanta per trentacinque metri, la più grande costruzione ritrovata nei territori della Gallia romana, era situata vicino a rue de la Cité, ma non si conosce con esattezza quale fosse la sua funzione, poiché ne rimangono solo le fondamenta; e un grande complesso edilizio chiamato palatium, che occupava un’area di quasi un ettaro; si trattava certamente di una costruzione militare, secondo alcuni utilizzata come un arsenale per la sua posizione strategica accanto al fiume. In diverse occasioni questo fu utilizzato come residenza imperiale romana, nel caso di Valentiniano I nel 365-366 e per Giuliano, detto l’Apostata, che venne acclamato imperatore dalle sue truppe proprio nella città di Lutezia nell’anno 360 d.C.

Come molte altre città della Gallia, Lutezia fu cristianizzata non prima del III secolo d.C.: è stata rinvenuta una necropoli dell’epoca, situata nel faubourg Saint-Marcel, che aveva rimpiazzato quella costruita nell’alto impero. Nel IV secolo Lutezia cominciò a giocare un ruolo importante nella difesa del nord della Gallia, diventando in qualche modo protagonista nella storia dell’impero. Clodoveo, re dei Franchi dal 481, nel 497 fece della città, che dal IV secolo cominciò a essere conosciuta anche come Parigi, la sede del suo regno. Iniziava così il millenario destino di Parigi come grande capitale europea.

Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito!

Per saperne di più

Le guerre in Gallia - De bello gallico. Gaio Giulio Cesare, Mondadori, Milano, 1991.

Condividi

¿Deseas dejar de recibir las noticias más destacadas de Storica National Geographic?