I recenti scavi realizzati dagli archeologi del Parco di Paestum e Velia hanno portato alla luce i resti di un tempio risalenti alla fondazione di Elea da parte dei focei, coloni greci provenienti da Focea, nell’attuale Turchia. Le scoperte permettono di gettare nuova luce sui particolari del loro arrivo in Campania. A conferma della datazione del tempio, infatti, sono stati ritrovati due elmi in ottime condizioni, evidentemente sbarcati insieme ai focei intorno al 540 a.C. in seguito alla battaglia di Alalia, il primo scontro navale della storia del Mediterraneo. Fu a causa dell'esito della battaglia che ebbe origine Elea: una città fiorente che diede i natali ai filosofi Zenone e Parmenide, fondatori appunto della famosa scuola di Elea, uno dei centri più importanti per la nascita del pensiero filosofico.
Veduta dall’alto dell’acropoli
Foto: https://www.museopaestum.beniculturali.it/
La scoperta
A partire dall’estate 2021 sono stati realizzati nuovi scavi presso l’acropoli dell’antica Elea, dove adesso sorge l’omonimo parco archeologico. Al di sotto del tempio di Atena, fino a quel momento di datazione incerta, sono stati scoperti i resti di un edificio più antico. Tutti gli elementi ritrovati portano gli studiosi a credere che si tratti di un tempio del VI secolo a.C. Le mura, infatti, appaiono intonacate e fondate su zoccolature in blocchi accostati in poligonale, realizzate con una tecnica utilizzata anche per le abitazioni di età arcaica rinvenute lungo le pendici dell’acropoli. Tali testimonianze delineano un edificio rettangolare piuttosto ampio, di diciotto metri di lunghezza e sette di ampiezza.
Le mura esterne del tempio
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All’interno la struttura, oltre alla pavimentazione in terra battuta e a tegole, presenta numerosi manufatti, tra cui ceramiche dipinte e vasi contrassegnati dall’iscrizione ire, che significa “sacro”. Se tali elementi attestano il carattere sacrale dell’edificio, sono i numerosi frammenti metallici e gli oggetti di guerra a fornire decisivi dettagli sulla sua origine. In particolare, i due elmi ritrovati in ottimo stato ci riportano alla battaglia combattuta dai focei nel 540 a.C circa contro etruschi e cartaginesi. Il primo, infatti, è un elmo etrusco “a calotta”, chiamato Negau dal nome della località slovena dove analoghi manufatti sono stati trovati per la prima volta; l'altro è di foggia calcidese.
Uno degli elmi trovati durante lo scavo
Foto: https://www.museopaestum.beniculturali.it/
«Con tutta probabilità» afferma Massimo Osanna, direttore del Parco di Paestum e Velia, «in questo ambiente vennero conservate le reliquie offerte alla dea Atena dopo la battaglia di Alalia, lo scontro navale che vide affrontarsi i profughi greci di Focea e una coalizione di cartaginesi ed etruschi tra il 541 e il 535 a.C. circa, al largo del mar Tirreno, tra la Corsica e la Sardegna». Ciò chiarisce la cronologia non soltanto dell’edificio antico, la cui origine si fissa al 540-530 a.C., ovvero agli anni immediatamente successivi alla battaglia di Alalia, ma anche quella del tempio di Atena sotto cui sono stati realizzati gli scavi, la cui costruzione sarebbe avvenuta intorno al 480-450 a.C. e non in età ellenistica, come si supponeva inizialmente.
Inoltre, ciò permette di fare luce sulle dinamiche di fondazione della colonia e sui suoi rituali. Dichiara Osanna: «È possibile che i focei in fuga da Alalia abbiano innalzato [il tempio] subito dopo il loro arrivo, com’era loro abitudine, dopo aver acquistato dagli abitanti del posto la terra necessaria per stabilirsi e riprendere i floridi commerci per i quali erano famosi. E alle reliquie da offrire alla loro dea per propiziarne la benevolenza aggiunsero le armi strappate ai nemici in quell’epico scontro in mare che di fatto aveva cambiato gli equilibri di forza nel Mediterraneo».
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La storia
Da fonti classiche quali Erodoto, sappiamo che la battaglia di Alalia fu uno scontro durissimo, che vide i greci vincitori contro una coalizione formata da etruschi e cartaginesi. I coloni greci provenivano da Focea, una città sulla coste dell’Asia Minore, ma per sfuggire alla crescente pressione militare esercitata da Ciro il Grande si erano stanziati ad Alalia, in Corsica. La fondazione di una nuova colonia mercantile scosse gli equilibri commerciali nel Mediterraneo, provocando il primo grande scontro navale della storia. Lo storico greco utilizzò l’aggettivo “cadmea” per definire il trionfo dei focei: con tale termine voleva indicare una vittoria ottenuta a costi elevatissimi. Infatti almeno quaranta navi greche furono distrutte dalla coalizione avversaria: per questa ragione, pur vincitori, molti degli abitanti di Alalia fuggirono e si trasferirono lungo le coste della Campania.
Fondo di vaso con l'incisione 'ire', che significa 'sacro'
Foto: ANSA
Il sito
Con l'acquisto di un appezzamento di terra nella valle del Cilento, nei dintorni dell'odierna Ascea, iniziò la storia della città di Elea, un centro urbano conosciuto durante tutta l’antichità. Divenne municipio romano con il nome di Velia, poi Castellum Velie durante il Medioevo, e infine Castellammare della Bruca. Dalla fine del 1600, tuttavia, quando fu soppiantata dal centro di Ascea, non se ne ebbero più notizie fino agli anni venti del novecento, quando ebbe inizio una serie di campagne di scavi che portò alla costruzione del parco archeologico. Riconosciuto patrimonio UNESCO dal 1998, il sito testimonia la ricca storia della città, con le sue porte greche, le terme romane e la torre angioina. Con le ultime scoperte, un altro tassello si è aggiunto per la ricostruzione della sua storia millenaria.
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