Nord contro Sud: la battaglia di Gettysburg

Nelle tre sanguinose giornate della battaglia di Gettysburg, nel corso della Guerra di secessione nordamericana, migliaia di uomini persero la vita in uno scontro che avrebbe cambiato il futuro del Paese più potente del mondo

A Gettysburg le vite di circa 50mila uomini si spensero per sempre. Questo scontro violento, cominciato il primo luglio 1863, avrebbe segnato l’inizio della fine della rivoluzione che gli stati confederati del sud degli Stati Uniti, a favore della schiavitù, avevano condotto contro gli stati unionisti del nord. La battaglia di Gettysburg avrebbe infatti marcato un punto d’inflessione nella Guerra di secessione, perché le forze dell’Unione, guidate dal generale George G. Meade, mostrarono agli stati ribelli, condotti dal generale Robert E. Lee, che non avrebbero mai potuto ottenere una vittoria determinante a far sì che i loro nemici li riconoscessero come Paese indipendente.

L’opera di Thure de Thulstrup mostra la carica lanciata dal generale confederato George Edward Pickett il 3 luglio 1863

L’opera di Thure de Thulstrup mostra la carica lanciata dal generale confederato George Edward Pickett il 3 luglio 1863

Foto: Pubblico dominio

Un massacro

Se gli stati del sud si fossero imposti su quelli del nord, la mappa politica mondiale sarebbe cambiata? Secondo lo storico nordamericano Allen C. Guelzo: «Gettysburg non pose fine alla guerra. Il conflitto proseguì per quasi altri due anni, il tempo necessario per distruggere completamente la resistenza della confederazione sudista». Quello che accadde a Gettysburg fu un fermo al tentativo d’invasione dell’esercito confederato sotto la guida di Robert E. Lee, un militare che era e rimase sempre (malgrado la sconfitta finale) molto rispettato, e che minacciava di lanciarsi sulle città del nord. Dopo diversi giorni di lotta in condizioni estreme, le truppe dell’Unione furono messe al comando di George G. Meade, un generale scelto appositamente dal presidente Abraham Lincoln appena tre giorni prima della cruciale battaglia.

Le truppe dell’Unione furono messe sotto il comando di George G. Meade, un generale scelto da Abraham Lincoln appena tre giorni prima della cruciale battaglia

Il primo luglio si produsse lo scontro iniziale tra le due parti: un evento che non era stato previsto da nessuno dei comandanti. In realtà sia unionisti sia confederati continuarono a inviare effettivi a Gettysburg finché non avvenne una prima scaramuccia, che si trasformò in una battaglia campale. Ciò su cui concordano gli storici è che a Gettysburg si raggiunsero picchi di brutalità mai visti. Furono tre giorni di lotta incessante, svoltasi su trentotto chilometri quadrati di terreno. Alla fine della battaglia si registrarono circa 50mila morti, più di 20mila feriti e intorno ai 10mila dispersi e prigionieri.

I morti dell'Unione sul campo di Gettysburg, Pennsylvania, fotografati il 5 e 6 luglio 1863 da Timothy O'Sullivan

I morti dell'Unione sul campo di Gettysburg, Pennsylvania, fotografati il 5 e 6 luglio 1863 da Timothy O'Sullivan

Foto: Pubblico dominio

Una carica suicida

Alle prime ore del pomeriggio del giorno seguente, il 2 luglio, i confederati del generale Lee, vedendo che l’esercito dell’Unione non si muoveva dalle posizioni conquistate, iniziarono l’attacco. I combattimenti furono accaniti, ma le difese unioniste non cedettero mai e riuscirono a resistere alle successive ondate fino al calare della notte. Perfino Lincoln era perplesso e preoccupato per quanto stava accadendo a Gettysburg. Nessuno dei due contendenti sapeva che cosa fare. Alla fine, il 3 luglio, il generale Lee ricevette dei rinforzi comandati dal generale George Edward Pickett e decise di lanciarli alla carica contro le linee unioniste per provocare una ritirata disordinata che avrebbe segnato la fine dei suoi nemici.

Il 3 luglio il generale Lee ricevette dei rinforzi comandati dal generale George Edward Pickett e decise di lanciarli alla carica contro le linee unioniste

A mezzogiorno del 3 luglio 1863 l’artiglieria confederata iniziò a bombardare le posizioni unioniste senza provocare danni rilevanti. Ciò nonostante, uno strano silenzio cadde tra le forze dell’Unione, il che spinse i sudisti a credere di aver raggiunto il loro obiettivo. Alle ore 15 circa 15mila soldati confederati attaccarono le postazioni unioniste superando un terreno di oltre quattrocento metri. La prima parte del percorso fu attraversata con relativa facilità, ma poi i cannoni dell’Unione aprirono il fuoco sugli attaccanti seminando il panico tra le file confederate e lasciando molti cadaveri sul campo di battaglia. Il risultato finale fu un autentico macello. Soltanto alcuni dei ribelli raggiunsero le posizioni nemiche, dove furono massacrati. Il generale Lee rimase sul campo di battaglia fino al giorno dopo per dare un’impressione di normalità, ma aveva subito più di 25mila perdite su un esercito di 75mila uomini. Un disastro senza palliativi.

'The battle of Gettysburg', di Currier e Ives

'The battle of Gettysburg', di Currier e Ives

Foto: Pubblico dominio

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La fine del sogno sudista

Secondo la dottoressa in storia Montserrat Huguet Santos, «materialmente parlando fu una sconfitta molto dura, per via della perdita di uomini e risorse in un momento assai avanzato della guerra. Questa sconfitta si sommò a quella del 4 luglio a Vicksburg, a opera del generale unionista Ulysses S. Grant. Soprattutto però fu una sconfitta devastante sul piano morale. Dopo Gettysburg le speranze in un riconoscimento della Confederazione svanirono».

La sconfitta di Gettysburg si sommò a quella del 4 luglio a Vicksburg, a opera del generale unionista Ulysses S. Grant. Soprattutto però fu una sconfitta devastante sul piano morale

«Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se [questa] nazione, o ogni altra nazione, così concepita e così votata, possa a lungo perdurare. Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra. Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per coloro che qui dettero la loro vita, perché quella nazione potesse vivere. È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest'atto». Le brevi e oggi celebri parole pronunciate da Abraham Lincoln a Gettysburg il 19 novembre 1863, quattro mesi dopo la sanguinosa battaglia, risuonarono come una campana in favore della democrazia, della fine della schiavitù, dell’unità e della libertà.

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