La nascita della Russia

I vichinghi svedesi raggiunsero Bisanzio e la Persia attraverso il Dnepr e il Volga; l’impresa portò alla fondazione dei primi stati russi come quello di Kiev, dal quale si sarebbe sviluppato lo stato degli zar

Nella storia dell’espansione delle popolazioni note con il nome di vichinghi, denominati nelle cronache latine dell’epoca anche normanni, tra il VIII e l’XI secolo si distinse un gruppo di pirati e mercanti svedesi, chiamati variaghi. Attraverso le fredde acque del mar Baltico e il golfo di Finlandia, questi popoli del Nord approdarono nella regione nordorientale dell’odierna Russia. I normanni riuscirono a imporsi ben presto come classe dominante dei popoli stanziati nella valle del Dnepr e da qui poi cominciarono a espandersi. Partendo dal lago Ladoga, nella Russia settentrionale, raggiunsero, nella seconda metà del VIII secolo, percorrendo due vie, il Volga e il territorio dei chazari, un popolo d’origine incerta che fondò tra il VI e il X secolo uno stato nelle steppe russe meridionali; poi il Caspio, i califfati e l’Asia. La via più occidentale, quella lungo il fiume Dnepr, conduceva al mar Nero, a Odessa, in Crimea, e terminava a Bisanzio, la capitale dell’impero bizantino, dove i variaghi formarono più tardi la guardia personale dell’imperatore.

Durante i primi anni, a differenza degli altri popoli vichinghi, che saccheggiarono e colonizzarono i territori europei dove approdarono, i variaghi si occuparono soprattutto di commercio e divennero anche mercenari: costruirono insediamenti permanenti lungo i fiumi della pianura russa in alcuni punti strategici per commerciare schiavi, pellicce, miele e altri prodotti con l’impero bizantino.

L’immagine ricrea il villaggio di Staraja Ladoga, l’importante insediamento variago sul lago Ladoga. Da qui cominciò l’espansione dei vichinghi

L’immagine ricrea il villaggio di Staraja Ladoga, l’importante insediamento variago sul lago Ladoga. Da qui cominciò l’espansione dei vichinghi

Foto: Michael Hampshire / NGS

Vichingi e slavi

Nelle terre chiamate la Grande Svezia nelle cronache dell’epoca, i variaghi non furono solo un popolo bellicoso – una qualità che li rese invincibili per secoli soprattutto per mare –, ma anche grandi commercianti che si servirono anche della diplomazia per espandersi. Fecero infatti alcuni accordi di pace con le popolazioni che già nei primi secoli dopo Cristo si erano stanziate nelle regioni boschive della Russia centrale, gli slavi.

Sin dalle prime spedizioni i variaghi furono consapevoli della necessità di modificare le loro imbarcazioni che erano adatte solo a solcare i grandi mari: occorrevano barche più leggere che potessero attraversare i fiumi ed essere trasportate via terra. Alcune testimonianze archeologiche emerse nel corso di scavi hanno messo in luce la presenza di villaggi, abitati da popolazioni slave dedite interamente alla costruzione delle imbarcazioni. Non ci fu quindi una contrapposizione tra vichinghi e slavi, quanto piuttosto una convivenza, talvolta segnata da tensioni, tra popolazioni locali che fornivano la materia prima, ovvero il legname per le barche, e commercianti variaghi. Con questi nuovi mezzi di trasporto fluviale, i variaghi raggiunsero l’emporio di Bolgary, nell’attuale Russia, uno dei più grandi mercati tra il IX e il XIII secolo, che fu anche capitale dei bulgari.

Le fonti slave tra i IX-XI secolo designavano i popoli nordici con il nome di rus’ o varjagi, tra cui la Cronaca degli anni passati attribuita al monaco Nestore di Kiev (1056-1114). La denominazione rus’ è giunta agli slavi dalla lingua finlandese, nella quale si utilizzava questo termine per riferirsi alle popolazioni provenienti dalla Svezia. Già nella prima metà del IX secolo i rus’ erano noti ai finni come una classe di coloni nordici immigrati, stabiliti nella regione del lago Ladoga. In seguito con questo termine si indentificarono anche i normanni immigrati che avevano fondato attorno alla regione del Dnepr lo stato di Kiev, il più importante centro del regno dei variaghi. Pertanto il nome rus, originariamente limitato a identificare le genti scandinave, definiva l’insieme di tutte le stirpi slave orientali sotto il dominio normanno. La denominazione variaghi, invece, inviduava la classe mercantile.

Gli scavi presso una tomba vichinga in Norvegia hanno portato alla luce una splendida nave costruita in torno all’800. Museo delle navi vichinghe, Oslo

Gli scavi presso una tomba vichinga in Norvegia hanno portato alla luce una splendida nave costruita in torno all’800. Museo delle navi vichinghe, Oslo

Foto: Werner Forman / Gtres

Principi di Kiev

Dopo un primo periodo in cui i variaghi si dedicarono principalmente al saccheggio, alcuni rus stabilitisi a Kiev divennero ben presto i signori della regione. Mantennero i costumi della loro terra d’origine, ma s'integrarono sempre di più in quella adottiva, prendendo per esempio dagli slavi la lingua, i nomi e alcuni costumi, come i riti matrimoniali.

La Cronaca di Nestore racconta la leggenda della creazione dei primi regni della Russia, fondati da tre fratelli scandinavi. Questi erano stati chiamati dalle popolazioni che allora abitavano quei territori, slavi e finni, per ristabilire l’ordine sconvolto dalle continue lotte fra loro. Il primo condottiero variago, Rjurik, fondò la città di Novgorod nell’862 e divenne il signore del regno e il capostipite della dinastia dei Rjurikidi. Rjunik s'impadronì anche della città di Kiev nell’882, creando il primo nucleo del futuro stato russo di Kiev (la Rus’ di Kiev, da cui prenderà nome la Russia).

I discendenti del capostipite governarono la Rus’ di Kiev finché giunse Vladimir I Svjatoslavic (956-1015). Questi era successo al padre Svjatoslav a Novgorod nel 970, ma era stato coinvolto in una contesa con i suoi due fratelli, Jaropolk e Oleg, che erano rispettivamente i principi di Kiev e della regione di Drevljan. In quell’occasionne Vladimir fu espulso dalla città e fuggì in Scandinavia; ritornato poi con un gruppo di variaghi, occupò Kiev nel 980, divenendo il principe con il nome di Vladimir I, dopo aver cacciato il fratello Jaropolk, il quale a sua volta aveva battuto Oleg.

Secondo la tradizione il variago Rjurik fu invitato a governare Novgorod. Fino al 1478, il nome della città fu Velikij Novgorod, la Grande Novgorod

Secondo la tradizione il variago Rjurik fu invitato a governare Novgorod. Fino al 1478, il nome della città fu Velikij Novgorod, la Grande Novgorod

Foto: K. Kokoshkin / Fototeca 9X12

Sotto Vladimir I il principato di Kiev conobbe il periodo più brillante della sua storia e per la futura Russia iniziò una nuova era, basata soprattutto sui rapporti di vassallaggio con l’impero bizantino. Per dimostrare la propria fedeltà, Vladimir I offrì all’imperatore d’Oriente Basilio II Bulgaroctono un considerevole aiuto militare: i družina varego-russi, un corpo militare formato da mercenari nordici, contribuirono a soffocare la ribellione del generale Bardas Foca sul finire del X secolo. In cambio il principe russo ricevette da Basilio la mano di sua sorella Anna.

Le nozze con la principessa bizantina ebbero enormi conseguenze per lo stato russo, poiché prima del matrimonio Vladimir aveva accettato di ricevere il battesimo: così, nel 988 la conversione del sovrano al cristianesimo ortodosso, la religione di Bisanzio, decise le sorti della civiltà della Russia e di tutta l’Europa orientale. In questo modo lo stato russo divenne una provincia ecclesiastica del patriarcato bizantino e a tutti gli effetti uno stato vassallo. Inoltre, il matrimonio con Anna, che non gli diede però degli eredi, rese Vladimir parente dell’imperatore tedesco Ottone II, il quale aveva sposato la sorella di Anna.

Ben presto il sovrano obbligò tutta la popolazione russa, che era pagana, alla conversione alla nuova religione cristiana con una cerimonia pubblica in cui i cittadini di Kiev furono battezzati in massa nelle rive del Dnepr e molti monumenti pagani della città abbattuti. Furono erette in quel periodo diverse chiese, tra cui la cattedrale della Dormizione della Vergine, la prima chiesa russa costruita in pietra. Tra le chiese elevate da Vladimir la più celebre è la chiesa della Madre di Dio, Desjatinnaja, fatta costruire dal sovrano tra il 989 e il 995 circa da architetti di Bisanzio. L’effetto della conversione fu immediato e la popolazione dei vichinghi cercò subito il modo di dimenticare il proprio passato.

Il battesimo di Vladimir I. Miniatura del secolo XV

Il battesimo di Vladimir I. Miniatura del secolo XV

Foto: E. Lessing / Album

Un passaggio importante nella cristianizzazione dei popoli della Russia fu la venerazione di Vladimir I come santo, iniziata molto presto dopo la sua morte, avvennuta nel 1015: egli è infatti passato alla storia come Vladimiro il Santo o il Grande. Il principe variago contrasse sette matrimoni ed ebbe ben dodici figli maschi: alla sua morte lasciò un regno segnato da continue guerre con i popoli vicini e non ancora solido e unito.

Jaroslav lo Zoppo

Tra i figli di Vladimir I, il minore, Jaroslav I Vladimirovic (978-1054), detto il Saggio o lo Zoppo, ereditò il granducato di Kiev. Da giovane suo padre Vladimir lo mandò in qualità di governatore, chiamato in russo posadniki, presso una fortezza situata a pochi giorni di viaggio dalla costa baltica, la celebre “Città Nuova”, Novgorod, che era stata fondata vicino a un santuario antichissimo e all’interno di una regione di foreste sconfinate. Qui Jaroslav governò per ventotto anni, facendo diventare Novgorod un’importante città di frontiera. In seguito all’invasione nel 1036 dei peceneghi, una popolazione nomade tartara che a partire dal IX secolo minacciò più volte Kiev per ottenere il controllo della rotta commerciale lungo il Dnepr, Jaroslav portò suo figlio Vladimir a Novgorod non più in qualità di posadnik, ma come principe. Da quel momento i figli maggiori del duca di Kiev furono gli eredi al trono di Novgorod, la città più importante dopo Kiev.

Alla morte di Vladimir I lotte fratricide per la successione al governo di Kiev si susseguirono per lungo tempo; dai resoconti dell’epoca emerge il racconto di battaglie combattute su campi ghiacciati e tra le sponde del fiume Dnepr. Fu proprio in uno di questi scontri che i fratelli schernirono il minore, Jaroslav, perché storpio. Tuttavia, quest’ultimo ebbe la meglio sui maggiori: durante l’inverno, quando il fiume si coprì di una spessa coltre di ghiaccio, Jaroslav condusse i suoi soldati dall’altra parte del fiume, e, una volta intrappolati i nemici, li costrinse dove lo strato di ghiaccio era più sottile: questo si ruppe e gli avversari morirono. A questa seguirono molte altre vittorie e Jaroslav poté ottenere il governo della Russia.

Nel 1902 l’artista russo Apollinarij Michajlovic Vasnetsov dipinse quest’evocazione dell’epoca d’oro dei vichinghi in Russia

Nel 1902 l’artista russo Apollinarij Michajlovic Vasnetsov dipinse quest’evocazione dell’epoca d’oro dei vichinghi in Russia

Foto: AKG / Album

Uno dei fratelli di Jaroslav fuggì in Polonia e si narra che morì pazzo, mentre Jaroslav iniziava la trasformazione dell’eterogenea confederazione dei regni variaghi in un grande regno della Russia. Al tempo di Jaroslav il prestigio di Kiev raggiunse il suo culmine: il nuovo stato si estendeva dal mar Baltico al mar Nero, e dalla confluenza dell’Oka con il Volga ai Carpazi. Inoltre la casata iniziò a imparentarsi con molte famiglie regnanti europee. Jaroslav stesso, molto apprezzato nel mondo scandinavo per la sua astuzia, sposò nel 1019 Ingegerd Olofsdotter, figlia del re di Svezia.

Egli combatté a lungo contro estoni, polacchi, lituani e bizantini, ma il più grande trionfo lo ottenne contro i peceneghi. Questi nel 972 avevano ucciso il nonno di Jaroslav, Svjatoslav. La vittoria russa di Jaroslav del 1036 schiacciò la potenza degli invasori delle steppe e portò una pace che durerà circa un quarto di secolo. Per ottenere questo grande stato, Jaroslav poté contare anche sull’aiuto della Chiesa bizantina: la politica di cristianizzazione del territorio voluta da Jaroslav culminò nella costruzione della cattedrale di Santa Sofia di Kiev, che abbellì con tredici cupole, seguendo il modello della cattedrale di Bisanzio. Jaroslav è ricordato anche per la sua revisione delle gerarchie ecclesiastiche russe e la costruzione di chiese e monasteri. Di grande rilievo è la creazione del primo codice di leggi, l’apertura di scuole e il suo contributo alle arti.

Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!

Il vichingo Harald Hardrada

Nel ciclo di saghe nordiche note con il nome di Heimskringla (Orbe terracqueo - circa 1220-30), del poeta e storico islandese Snorri Sturluson, compare il vichingo Harald III Hardrada (1015-1066), sovrano di Norvegia. Nel 1030 il re di Danimarca aveva invaso la sua terra: nella battaglia di Stiklestad, il fratello Olaf II il Santo fu ucciso e il quindicenne Harald, ferito, riuscì a fuggire in Russia. Hardrada arrivò a Novgorod con la sua fama di crudele mercenario, che gli valse il soprannome di Spietato. Sebbene senza troppo entusiasmo, Jaroslav lo accolse, perché poté contare su di lui in numerosi scontri con i principi polacchi, che sconfisse in diverse occasioni.

Jaroslav, figlio e successore di Vladimir I, eresse questa cattedrale ortodossa con 13 cupole, in cui fu sepolto

Jaroslav, figlio e successore di Vladimir I, eresse questa cattedrale ortodossa con 13 cupole, in cui fu sepolto

Foto: Tibor Bognár / Age Fotostock

Le gesta del Norvegese gli tributarono grande prestigio, ma non abbastanza per aspirare alla mano della figlia di Jaroslav, Elisabetta. Le figlie di Jaroslav erano infatti destinate a sposare dei re, come Anna, che divenne la seconda moglie di Enrico I di Francia nel 1051. Dopo essersi arruolato nell’esercito dell’imperatore bizantino Michele IV il Paflagone, che regnò da 1034 al 1041, Harald combatté con le truppe imperiali in Sicilia e in Bulgaria; cronache dell’epoca narrano che in quel perdiodo fece un pellegrinaggio a Gerusalemme.

Jaroslav decise di contrastare la fama crescente del pretendente di sua figlia: inviò il primogenito Vladimir con una nutrita flotta a combattere nella capitale dell’impero bizantino, che i vichinghi chiamavano Mikligard, ovvero la grande città. Racconti narravano che avesse mura inespugnabili. Nel 1043 cominciò l’assalto alla città, ma la flotta variaga fu quasi distrutta e Vladimir dovette battere in ritirata. Questa spedizione fu l’ultima che i variaghi di Kiev intrapresero contro Bisanzio.

Jaroslav di Kiev fu protagonista dell’ultima campagna dei variaghi contro l’impero bizantino

Jaroslav aveva però imparato dagli imperatori bizantini ad accogliere gli eroi come Harald. Perciò, dopo aver acquisito fama e denaro a Bisanzio, Hardrada tornò a Kiev, per ricoprire la carica di comandante delle armate di Jaroslav e sposare la figlia di questi. Successivamente egli decise di partire per la Norvegia, per rivendicare il trono: il nipote Magnus I Olafsson regnava nella sua terra d’origine e aveva conquistato anche il trono di Danimarca. Con l’aiuto degli svedesi, Harald si fece riconoscere come coreggente.

Attacco variago a Bisanzio nella Cronaca di Radziwill. XV secolo

Attacco variago a Bisanzio nella Cronaca di Radziwill. XV secolo

Foto: Album

Nel 1047 il nipote Magnus morì in una spedizione militare contro la Danimarca e il governo passò nelle mani di Harald: trascorse gli ultimi suoi quindici anni di regno in lotta per la corona danese contro Sven Estridsen, che si era riappropriato del proprio trono. Decise quindi volgere le proprie ambizioni sull’Inghilterra: il re di Norvegia infatti poteva aspirare al trono poiché suo nipote Magnus era subentrato al sovrano danese Canuto l’Ardito (o Hardicanute), che fu anche re d’Inghilterra (1040-1042). Harald Hardrada invase così nel 1066 il nord dell’isola, ma poco dopo morì in battaglia presso Stamford Bridge, sconfitto dalle truppe di Harold II, il re inglese che di lì a poco sarebbe caduto a Hastings.

Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito!

Per saperne di più

I Vichinghi. Johannes Brondsted, Einaudi, Milano, 2001
L’epopea dei Vichinghi. Rudolf Poertner, Odoya, Bologna, 2020

Condividi

¿Deseas dejar de recibir las noticias más destacadas de Storica National Geographic?