«Usciamo in questo punto dalla Scala, ove abbiamo veduto uno spettacolo che forse non avremo mai più». L'articolo firmato da Enrico Panzacchi uscito sul Corriere della Sera il 6 febbraio 1887 occupava la prima pagina del quotidiano e descriveva la prima dell'Otello di Giuseppe Verdi alla Scala di Milano. Il 5 febbraio 1887 debuttava il penultimo capolavoro del compositore italiano, un dramma lirico in quattro su libretto di Arrigo Boito e basato sulla tragedia Othello di William Shakespeare. La trama seguiva fedelmente l'originale shakespeariano tranne per l'incipit: mentre il bardo ambientava le prime scene della sua opera a Venezia, Verdi scelse saltare questa parte e mettere in scena direttamente le vicende di Cipro.
Quattro atti
L'isola nel XVI secolo è sotto il dominio veneziano e Otello ne è il governatore. Quando torna vittorioso in patria dopo aver sconfitto i turchi, i cittadini lo accolgono festanti. L'unico a non rallegrarsi del ritorno del suo signore è Jago, l'alfiere, che nutre per Otello un profondo rancore da quando questi ha preferito nominare Cassio luogotenente al posto suo. Ordisce dunque una vendetta facendo leva sull'amore che Cassio e Roderigo nutrono per la moglie di Otello, Desdemona. Durante i festeggiamenti aizza i due rivali l'uno contro l'altro e poi riferisce l'accaduto a Otello, che degrada il suo luogotenente.
Ma la vendetta di Jago è appena iniziata: con una serie di inganni e stratagemmi, l'alfiere avvelena la mente di Otello instillando il seme del dubbio e della gelosia fino a che il governatore, ormai preda dei sotterfugi di Jago, uccide la moglie innocente e poi, sopraffatto dal senso di colpa, si uccide.
Giuseppe Verdi compone l'Otello nella sua testa
Mary Evans P.L. / Cordon Press
Un'avventura lunga otto anni
Nel 1879, Arrigo Boito propose a Verdi un canovaccio del libretto dell'Otello. Benché il clima tra i due non fosse dei migliori, l'editore musicale Giulio Ricordi riuscì a ricucire ogni strappo, a limare ogni asperità, a fare lavorare Boito e Verdi insieme fino allo straordinario successo della prima. Con interpreti del calibro di Romilda Pantaleoni nel ruolo di Desdemona (soprano), Victor Maurel in quello di Jago (baritono) e Francesco Tamagno protagonista, il 5 febbraio 1887 l’Otello di Verdi va finalmente in scena al Teatro alla Scala di Milano, davanti a un teatro gremito e in trepidante attesa.
I giornali di mezzo mondo inviarono corrispondenti per seguire la serata, e mentre le pubblicazioni italiane offrivano numeri unici sull'Otello ai loro lettori, la stampa straniera tesseva le lodi del successo di Verdi. Il New York Times, nell'edizione del 7 febbraio 1887, scriveva: «La prima presentazione al pubblico della nuova opera di Verdi, Otello, ieri sera, è stata un grande evento nella storia dell'arte musicale italiana. Il Teatro alla Scala era sovraffollato di persone che rappresentavano tutte le classi della società milanese [...] Erano presenti giornalisti e critici di ogni parte d'Europa, con i dirigenti dei principali teatri e teatri lirici europei [...]». Riguardo a Giuseppe Verdi, l'articolo proseguiva così: «Verdi nel suo nuovo lavoro ha compiuto una netta ascesa verso un piano musicale superiore rispetto a quello che ha finora raggiunto. Ha abbandonato le forme convenzionali della vecchia opera italiana e ha creato il suo lavoro su un piano completamente diverso. La colonna sonora è scritta con notevole freschezza di invenzione e, nonostante la sua audace evoluzione, Verdi ha sostenuto la nazionalità italiana del suo lavoro e le qualità ben note del suo genio saranno riconosciute, sebbene in una luce più brillante di prima».
Giuseppe Verdi e Arrigo Boito
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