È leggendario il legame stretto tra l’anno dell’arrivo delle reliquie di San Marco a Venezia, nell’828, e l’inizio della costruzione di una cappella-reliquiario-santuario strettamente collegata a un culto segnato dalla volontà e dalla dignità ducale. Il modello di questa “cappella palatina” dovrebbe ricercarsi nel Sacro Palazzo di Costantinopoli, e il suo significato sarebbe pertanto politico: mediante il culto marciano, contrapposto a quello petrino della cattedrale episcopale, il dux veneziano, delegato diretto del basileus di Costantinopoli e non più della diocesi di Ravenna, sottolineava l’autonomia da qualunque altro potere prossimo. Questo carattere politico spiega la contiguità della chiesa con la residenza del dux e il suo incendio avvenuto nel 976 durante una rivolta.
La “rifondazione” di San Marco (1063 circa), voluta dal doge Domenico Contarini, avvenne sul modello dell’Apostoleion, edificato da Costantino e destinato ad accogliere i sepolcri degli imperatori. San Marco ebbe difatti anche questa iniziale funzione, che poi passò alle chiese dei Frari e di San Zanipolo. La consacrazione ebbe luogo nel 1094, con Vitale Falier.
Lo stile bizantino influenzò sensibilmente quello veneziano, sia nell’arte musiva sia nell'architettura
Foto: Tibor Bognár / Age Fotostock
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