Le tre grandi dame dell’Impressionismo

I grandi nomi dell'Impressionismo sono tutti maschili. Ma è davvero così? Pochi sono a conoscenza delle opere di tre pittrici che, alla fine del XIX secolo, stravolsero le regole ed entrano a far parte di un gruppo di artisti rivoluzionari

Sfogliando la maggior parte dei manuali di storia dell’arte, le artiste si contano sulla punta delle dita. Nel corso dei secoli le poche conosciute sono tanto eccezionali quanto isolate, quasi sempre “figlie di”. In passato, infatti, era impensabile – salvo qualche sparuta eccezione – che una donna potesse vivere della sua arte, come invece facevano gli uomini. Far parte di un sodalizio artistico, poi, nemmeno a parlarne. Con l’Impressionismo, per la prima volta, le pittrici fecero gruppo, condividendo con i loro colleghi l’aspirazione a un’arte nuova, lontana dalle logiche e dai gusti dei saloni ufficiali. Il giornalista e critico Gustave Geoffroy le chiamò «Les grandes dames de l’Impressionnisme».

Berthe Morisot

'Berthe Morisot con un mazzo di violette'. Édouard Manet. 1872. Museo d'Orsay, Parigi

'Berthe Morisot con un mazzo di violette'. Édouard Manet. 1872. Museo d'Orsay, Parigi

Foto: Pubblico dominio

Berthe Morisot era nata a Bourges, in Francia, nel 1841 in una famiglia alto-borghese. Il padre era un funzionario statale, mentre la madre Marie-Joséphine-Cornélie Thomas era una donna elegante e di grande cultura, oltre che nipote del pittore rococò Honoré Fragonard. Berthe scoprì l’arte a sedici anni, quando insieme alle due sorelle realizzò un disegno per il compleanno del padre. Accortasi delle capacità della figlia, Marie-Joséphine le permise di frequentare le lezioni di Joseph-Benoit Guichard, un maestro d’arte che era stato seguace di Delacroix. Seguiva le lezioni anche Edma, la sorella maggiore di Berthe, che però, nonostante avesse anche lei ottime capacità artistiche, smise di dipingere dopo il suo matrimonio. Guichard portava spesso le ragazze al Louvre affinché si esercitassero nel copiare i capolavori dei grandi del passato. Fu proprio qui che nel 1867, dopo aver compiuto altre esperienze artistiche insieme al paesaggista Corot, Berthe conobbe Èdouard Manet. Tra i due nacque un’amicizia che presto si trasformò in collaborazione, condivisione d’ideali e infine parentela, dato che nel 1874 la donna ne sposò il fratello Eugène. Forse per affermare ulteriormente la sua indipendenza non acquisì, com’era consuetudine, il cognome del marito e continuò a firmare le sue opere con il suo nome da nubile. Berthe Morisot partecipò a tutte le mostre impressioniste eccetto la quarta perché in attesa della figlia Julie. La bambina fu spesso modella della madre, che la immortalò in numerosi dipinti. I soggetti familiari e domestici sono i più diffusi nel suo catalogo, che conta oltre 850 opere. Nella maturità si approcciò anche al nudo femminile. Morì a soli cinquantaquattro anni nell’inverno 1895 per una grave forma di polmonite. Fu sepolta nella cappella di famiglia Manet, ma purtroppo la sua lapide non reca alcun riferimento alla sua carriera. 

Eva Gonzalès

'Ritratto di Eva Gonzalès'. Édouard Manet. 1870. National Gallery, Londra

'Ritratto di Eva Gonzalès'. Édouard Manet. 1870. National Gallery, Londra

Foto: Pubblico dominio

Eva Gonzalès nacque a Parigi nel 1849. Suo padre era Louis Jean Emmanuel, un letterato di origine spagnola, mentre la madre Marie-Céline Ragout era un mezzo soprano. A sedici anni la famiglia la mandò a lezioni dal pittore Charles Chaplin, che però Eva abbandonò due anni dopo, in quanto riteneva il suo stile troppo convenzionale e tradizionalista. Nel 1869 conobbe Manet, che divenne suo maestro e mentore. Forse tra i due ci fu anche un coinvolgimento sentimentale. Nel 1879 sposò Henri Guérard, anch’egli artista. Alcune sue opere furono accolte al Salon – un'esposizione periodica di pittura e scultura, che si svolse al Louvre con cadenza prima biennale e in seguito annuale dal XVII al XIX secolo – e in seguito addirittura riuscì a vendere allo stato francese un suo dipinto, cosa che Manet non riuscì mai a fare. Nel 1880 il pastello La damigella d’onore, ricevette molti apprezzamenti. L’artista, infatti, in quegli anni aveva iniziato a padroneggiare con grande abilità le tecniche del pastello e dell’acquerello. Il 19 aprile del 1883, pochi giorni dopo la morte di Manet, diede alla luce un bambino, ma morì per le conseguenze del parto il 6 maggio, a soli trentaquattro anni, mentre la sua carriera artistica era in piena ascesa. 

Mary Cassatt

Mary Cassatt. Autoritratto

Mary Cassatt. Autoritratto

Foto: Pubblico dominio

Mary Cassatt nacque a Pittsburgh, in Pennsylvania, nel 1844 in una famiglia benestante di origine europea. A quindici anni s'iscrisse all’Accademia d’arte della Pennsylvania, e poi nel 1865, contro il volere del padre, si trasferì a Parigi per perfezionare la sua formazione. Poco tempo dopo la raggiunse Eliza, una sua intima amica che rimase con lei in Francia per circa tre anni. Nel 1868 tornò in America per un breve periodo ma anche a causa di contrasti interni alla famiglia decise di raggiungere nuovamente l’Europa. L’occasione propizia fu la richiesta da parte del vescovo della sua città di realizzare la copia di due opere del pittore del Rinascimento italiano Correggio. Fu così che Cassatt giunse a Parma alla fine del 1871. Da qui, viaggiò molto per l’Europa dipingendo principalmente opere ispirate alla contemporaneità. Eccetto poche occasioni, non riuscì a far accettare le sue opere al Salon. La svolta avvenne nel 1877 quando Edgar Degas, un altro dei “padri” dell’Impressionismo, la invitò a far parte del sodalizio degli indipendenti. Com’era successo per Morisot e Gonzalès con Manet, Degas fu una sorta di mentore per la pittrice. La donna partecipò alla mostra impressionista del 1879 e anche alle seguenti, tranne la settima del 1872. Anche Mary predilesse tematiche domestiche, in particolar modo bambini. Negli anni dieci del novecento s’interessò al movimento delle suffragiste (creando anche vari attriti con la famiglia d’origine, di posizioni contrarie alla sua). Ammalata di diabete, intorno al 1915 iniziò a manifestare gravi problemi di vista che la portarono a smettere di dipingere. Morì in Francia nel 1926.

Si tratta solo di tre esempi di grandi artiste, ma non sono di certo le uniche pittrici impressioniste: a loro vanno aggiunte anche Marie Bracquemond o, per alcuni aspetti, Suzanne Valadon. Tutte hanno contribuito, al pari dei loro colleghi, alla nascita e alla crescita dell’Impressionismo.

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Berthe Morisot, 'La culla', 1872, Museo d’Orsay, Parigi

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Berthe Morisot, 'La culla', 1872, Museo d’Orsay, Parigi

Il dipinto rappresenta Edma, la sorella dell’artista, mentre guarda la figlia Blanche nella culla. L’opera fu esposta in occasione della mostra impressionista del 1874. Le due sorelle erano molto legate e avevano preso insieme lezioni di pittura. Edma, però, aveva deciso di smettere di dipingere dopo aver sposato Adolphe Pontillon, un ufficiale di marina. Il legame tra le due donne fu sempre molto forte e Berthe rappresentò sua sorella in numerosi quadri. Ne 'La culla' illustra il dolce affetto tra madre e figlia: Edma ha un'espressione intensa e amorevole mentre osserva la bimba dormire. Tutt’intorno, le avvolge il bianco della mussola dipinta con delicate e sapienti pennellate.

Foto: Pubblico dominio

Berthe Morisot, 'Giovane donna in tenuta da ballo', 1879, Museo d’Orsay, Parigi

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Berthe Morisot, 'Giovane donna in tenuta da ballo', 1879, Museo d’Orsay, Parigi

Quest’olio rappresenta una giovane donna vestita con un elegante abito da ballo seduta davanti a una grande siepe. L’immagine gioca molto sugli effetti di luce, come si nota dai riflessi verdi della vegetazione che si riflettono sul tessuto del vestito. L’opera fu esposta alla quinta mostra impressionista del 1880 e poco tempo dopo fu acquistata dal pittore Giuseppe De Nittis. Successivamente finì nelle mani di un critico francese e, dopo altri passaggi, entrò nelle collezioni del museo d’Orsay.

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Berthe Morisot, 'Eugène Manet all’isola di Wight', 1875, Museo Marmottan Monet, Parigi

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Berthe Morisot, 'Eugène Manet all’isola di Wight', 1875, Museo Marmottan Monet, Parigi

Nel 1874 Berthe sposò il sensibile Eugène, fratello minore del grande maestro impressionista. A proposito del marito, affermò che con lui era “entrata nella parte positiva della vita dopo aver vissuto per tanti anni di chimere”. Eugène, che aveva anch’egli velleità artistiche, incoraggiò sempre la carriera della moglie. In questo dipinto, la pittrice rappresenta il marito mentre dalla loro casa sull’isola di Wight, dove si recavano spesso, osserva dalla finestra la strada con i passanti e il porto.

Foto: Pubblico dominio

Eva Gonzalès, 'Un palco al Théatre des Italiens', 1874, museo d’Orsay, Parigi

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Eva Gonzalès, 'Un palco al Théatre des Italiens', 1874, museo d’Orsay, Parigi

I protagonisti dell’opera sono Jeanne, la sorella della pittrice, e Henri Guérard un pittore e incisore che dopo qualche anno sarebbe diventato suo marito. La coppia è colta mentre assiste a uno spettacolo teatrale: lei tiene in mano un binocolo da teatro e vicino ha un bouquet di fiori. Secondo alcuni, questo dettaglio potrebbe essere un omaggio all’Olympia di Manet, in cui la domestica della protagonista ha in mano un bouquet simile. Eva presentò l’opera in diverse mostre. Non era la prima volta che gli artisti impressionisti si erano cimentati con un tema così mondano: fu trattato, infatti, anche da Renoir e da Manet.

Foto: Pubblico dominio

Eva Gonzalès, 'Risveglio mattutino', 1877 circa. Kunsthalle de Brême

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Eva Gonzalès, 'Risveglio mattutino', 1877 circa. Kunsthalle de Brême

Anche per questo dipinto Eva Gonzalès utilizzò sua sorella come modella. La giovane donna è rappresentata mentre apre pigramente gli occhi dopo aver dormito. È distesa sul suo letto e sul comodino si trovano un libro e un vaso di violette. I raggi del sole mattutino penetrano nella stanza facendo risaltare il candore delle lenzuola e della camicia da notte. Jeanne Gonzales fu dipinta dalla sorella in diverse occasioni. Quest’opera, in particolare, è abbinata al Sonno, in cui la giovane è rappresentata addormentata nel suo letto a baldacchino.

Foto: Pubblico dominio

Eva Gonzalès, 'Tata e bambino', 1877-1878, National Gallery of Art, Washington

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Eva Gonzalès, 'Tata e bambina', 1877-1878, National Gallery of Art, Washington

In primo piano vi è una bambina vista di spalle, che tiene le mani sulla grata che divide la strada dal giardinetto mentre la sua tata è seduta vicino a lei. La donna, che indossa un vaporoso abito bianco, ha un aspetto trasognato e regge debolmente in mano un mazzolino di fiori di campo: è assorta nei propri pensieri. Il dipinto è un chiaro riferimento alla Ferrovia di Manet, in cui vi è una bimba che compie un gesto identico. L’opera fu presentata al Salon del 1878.
 

Foto: Cordon Press

Mary Cassatt, 'Bambina in poltrona blu', 1878, National Gallery of Art, Washington

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Mary Cassatt, 'Bambina in poltrona blu', 1878, National Gallery of Art, Washington

Il dipinto, uno dei più famosi della pittrice americana, rappresenta la figlia di alcuni amici di Degas. La bambina è seduta in una sgraziata posizione annoiata su una poltrona turchese mentre osserva un cagnolino steso sulla poltrona vicina. Le altre due sedute sullo sfondo contribuiscono a dare un forte senso di profondità alla tela. 

 

Foto: Pubblico dominio

Mary Cassat, 'Gita in barca', 1893–94, National Gallery of Art, Washington

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Mary Cassatt, 'Gita in barca', 1893–94, National Gallery of Art, Washington

Mary Cassatt rappresentò in moltissime opere i bambini o il rapporto madre-figlio. In questa tela, per esempio, una donna sorridente tiene in braccio un bambino mentre un uomo di cui non si vede il volto perché di spalle, sta remando. Non era raro che la pittrice tendesse a escludere le figure maschili da questo genere di soggetto.

Foto: Pubblico dominio

Mary Cassatt, 'Al teatro', 1879, National Gallery of Art, Washington

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Mary Cassatt, 'Al teatro', 1879, National Gallery of Art, Washington

L’opera, realizzata con la tecnica del pastello su carta, rappresenta Lydia, la sorella della pittrice, vestita con un elegante abito da sera. La donna è seduta vicino uno specchio che riflette la sua figura, mentre il lampadario alle sue spalle crea un effetto di controluce così come dei particolari effetti luministici sul corpo. Il disegno fu realizzato nel 1879 ed esposto alla mostra impressionista di quell’anno. 

 

Foto: Pubblico dominio

Le tre grandi dame dell’Impressionismo

Per saperne di più:

Martina Corgnati, Impressioniste, Nomos Edizioni, Busto Arstizio (VA), 2018

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