Gli antichi Greci amavano redigere cataloghi e classificazioni di ogni sorta, soprattutto se rappresentavano un modello o un’idea di perfezione. Simili raccolte, volte alla conoscenza di determinati settori, si svilupparono in età alessandrina, quando si diffusero la passione per il collezionismo antiquario e la scienza filologica e la tendenza al compendio e alla divulgazione dei saperi.
Quando in epoca ellenistica sorsero il Museo e la Biblioteca di Alessandria, tra le prime istituzioni culturali della storia, crebbe il desiderio di raccogliere tutte le opere del mondo antico ritenute degne di essere conservate. L’obiettivo era creare un immenso catalogo culturale e un canone di autori, testi e saperi destinati a rientrare in una sorta di repertorio universale delle conoscenze da tramandare ai posteri.
Fu stilato così anche un elenco delle più notevoli realizzazioni architettoniche dell’antichità. Già nel V secolo a.C. lo storico greco Erodoto fa riferimento alle sette meraviglie del mondo. Tuttavia, la più antica lista conosciuta di questi straordinari monumenti si trova in un frammento di papiro noto come Laterculi Alexandrini, datato al II secolo a.C., benché siano leggibili soltanto i nomi delle piramidi, dell’Artemision di Efeso e del Mausoleo di Alicarnasso. Il primo elenco completo delle sette meraviglie compare in un epigramma di Antipatro di Sidone, conservato nell’Antologia Palatina – una raccolta di epigrammi greci di età classica, ellenistica e bizantina compilata alla fine del X secolo – e risalente alla metà del II secolo a.C.
A tali fonti si aggiungono le menzioni di storici greci quali Diodoro Siculo e Strabone e di autori latini come Varrone, fino ad arrivare a Marziale o Igino, entrambi del I secolo d.C.
Il tema delle meraviglie del mondo antico non avrebbe mai cessato di affascinare eruditi e viaggiatori durante tutto il Medioevo e l’Età Moderna, fino a giungere ai giorni nostri. L’elenco divenuto canonico include le piramidi di Giza, i giardini pensili di Babilonia, la grande statua di Zeus a Olimpia, l’Artemision di Efeso, il Mausoleo di Alicarnasso, il Colosso di Rodi e il Faro di Alessandria d’Egitto.
Il catalogo ha subito oscillazioni e modifiche nel corso dei secoli, in ogni caso le sette antiche meraviglie permangono nell’immaginario collettivo grazie alle testimonianze letterarie e alle ricostruzioni più o meno fantastiche di artisti che vollero riprodurle nelle loro opere quando ormai erano entrate nella leggenda.
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