Kamehameha, primo re delle isole Hawaii

Grazie ai suoi rapporti commerciali con gli europei, Kamehameha dotò il suo esercito di armi da fuoco e, con sanguinose battaglie, divenne monarca dell’intero arcipelago

Le onde s'infrangono con forza sulle coste di Kohala, la parte settentrionale dell’isola di Hawaii, la maggiore dell’arcipelago. A pochi metri dalla riva si trovano alcune rovine: basse pareti di pietra rossastra che delimitano una mezza dozzina di locali. Sul muro di quella che fu la sala più grande è facile trovare offerte: foglie, un’arancia, una collana di conchiglie o addirittura ciocche di capelli umani. Si tratta di offerte in onore dell’uomo che qui nacque nel 1758.

Il re Kamehameha I. Olio su tela di Ludwig Choris. 1816 circa. Boston Athenaeum

Il re Kamehameha I. Olio su tela di Ludwig Choris. 1816 circa. Boston Athenaeum

Foto: Bridgeman

Il suo vero nome era Kalani Pai’ea Wohi o Kaleikini Keali’ikui Kamehameha o ’Iolani i Kaiwikapu kaui Ka Liholiho Kunuiakea. Noto più comunemente come Kamehameha I il Grande, fu il primo a regnare su tutto l’arcipelago. Nacque mentre la cometa di Halley attraversava il cielo, il che alimentò il sospetto del capo tribù della zona poiché, secondo un’antica leggenda, dalle luci del cielo sarebbe nato un grande re. Per evitare che si facesse del male al piccolo, i suoi genitori – che appartenevano alla nobiltà – lo nascosero per cinque anni nell’idilliaca valle di Waipio, collocata a nord.

All’età di quattordici anni Kamahameha perse il padre. Allora lo zio, il re Kalaniopu, si fece carico di lui e lo addestrò da guerriero. Sulle prodezze del giovane principe circolano varie leggende. Si dice, per esempio, che fosse capace di afferrare in aria le lance che altri guerrieri scagliavano contro di lui. Si afferma anche che riuscì a sollevare alcuni blocchi di pietra dell’isola, del peso superiore alle due tonnellate.

L’ascesa di un re

Il giovane Kamehameha era ormai un famoso guerriero quando il capitano James Cook giunse ad Hawaii nel 1779. Kamehameha fu tra i primi hawaiani che, con il re Kalaniopu, salirono a bordo della Discovery, una delle navi del navigatore ed esploratore inglese. Fu allora che egli si rese conto del potere della tecnologia occidentale.

James Cook giunge per la prima volta nell’isola di Hawaii, nel 1779. Il giovane Kamehameha fu uno dei nativi che trattarono con lui

James Cook giunge per la prima volta nell’isola di Hawaii, nel 1779. Il giovane Kamehameha fu uno dei nativi che trattarono con lui

Foto: AKG / Album

Cook passò alla storia come lo scopritore delle isole Sandwich (che chiamò così in onore del primo lord dell’Ammiragliato britannico, il conte di Sandwich) ma pagò la scoperta con la vita: gli hawaiani lo uccisero in seguito a malintesi sorti per una barca rubata. Gli europei lasciarono trascorrere sette anni prima di tornare nelle isole e, quando lo fecero, Kamehameha fu uno dei primi a commerciare con loro.

Alla morte di Kalaniopu, nel 1782, il trono passò al figlio Kiwalao. Ma Kamehameha lo detronizzò e iniziò a comprare armi occidentali in cambio dei prodotti che gli europei e gli americani chiedevano quando approdavano sull’isola: acqua, viveri e, soprattutto, il prezioso legno di sandalo dei boschi hawaiani. In pochi anni l’isola divenne uno scalo obbligatorio per le navi che trasportavano pelli dal Canada e dall’Alaska fino a Canton, in Cina, e per le numerose baleniere che solcavano le acque del Pacifico.

Kamehameha fu il primo dei re hawaiani a dotare l’esercito di armi da fuoco occidentali

Ora Kamehameha si trovava alla guida di uno dei regni che, da secoli e secoli, erano in lotta tra loro per il controllo delle isole dell’arcipelago, popolato a partire dal III secolo d.C. da genti provenienti dalle Marchesi, nella Polinesia francese. Kamehameha nel 1790 riuscì a mettere insieme una grande flotta per partire alla conquista dell’isola di Maui, la più vicina ad Hawaii, che era a quel tempo governata da Kahekili, un monarca rivale.

Tamburo hawaiano in legno e pelle di squalo, XVIII secolo. British museum, Londra

Tamburo hawaiano in legno e pelle di squalo, XVIII secolo. British museum, Londra

Foto: Erich Lessing / Album

Gli uomini di Kamehameha sbarcarono a Maui dopo un breve tragitto, circondarono l’esercito di Kahekili e lo chiusero nella boscosa valle del fiume Iao, vicino all’odierna località di Wailuku. La battaglia che seguì fu una delle più sanguinose della storia hawaiana ed è ricordata con il nome di Kapaniwai, “la stagnazione delle acque”, a causa dei molti cadaveri che ostruirono il corso del fiume.

Ottenuta questa rapida vittoria, Kamehameha si proclamò nuovo re di Maui. Dopo poco tempo sorse però un nuovo rivale, Keowe, che capeggiò un’insurrezione ad Hawaii mentre Kamehameha si trovava a Maui. Allora il re escogitò un piano per disfarsi dell’avversario. In segno di ringraziamento al dio della guerra, fece erigere ad Hawaii il santuario di Puukohola e, compiendo un apparente gesto di pace, invitò Keowe a inaugurarlo insieme a lui. Quando il nemico giunse per presenziare alla cerimonia, Kamehameha lo catturò e lo uccise per poi sacrificarlo nel tempio. Si assicurò così il controllo dell’isola, compiacendo al tempo stesso Kukailimoku, la bellicosa divinità a cui aveva dedicato l’edificio.

Signore di tutte le isole

Divenuto padrone di Hawaii e Maui, Kamehameha progettò l’unificazione delle otto isole dell’arcipelago sotto una stessa persona: la sua. Nel 1795 invase l’isola di Oahu a capo di circa 12mila uomini trasportati su oltre un migliaio di canoe da guerra, e s'impadronì dell’isola dopo aver vinto la battaglia delle scogliere di U’uanu Pali. Qui il re Kalanikupule aveva installato i cannoni acquistati da un trafficante d’armi. Oltre quattrocento nemici morirono spinti in un precipizio; Kalanikupule cadde prigioniero e fu sacrificato al dio della guerra.

Tempio (heiau) del dio della guerra eretto da Kamehameha a Puukohola, nell’isola di Hawaii. Qui sacrificò il suo rivale Keowe

Tempio (heiau) del dio della guerra eretto da Kamehameha a Puukohola, nell’isola di Hawaii. Qui sacrificò il suo rivale Keowe

Foto: Age Fotostock

Prima di Oahu il re si era impadronito delle piccole isole di Lanai, Kahoolawe e Molokai, quindi gli mancavano solo le due isole del nordovest, le più isolate: Kauai e la piccola Niihau. Kamehameha tentò di invaderle in diverse occasioni ma non riuscì mai a mettervi piede a causa delle forti tempeste. Del resto non fu necessario. Nel 1810 il re di Kauai gli cedette quest’isola e quella di Niihau in cambio della sua protezione; Kamehameha I divenne così il primo re di tutto l’arcipelago.

Hawaii entrava nel panorama internazionale come stato indipendente. La corte hawaiana s'ispirò alla Gran Bretagna: la bandiera del nuovo Paese riprese la Union Jack aggiungendovi otto strisce che rappresentavano le isole principali e i discendenti di Kamehameha costruirono a Honolulu un grande palazzo con evidenti richiami all’architettura inglese. Kamehameha si dedicò quindi alla sua vita privata: secondo le cronache, ebbe ventuno mogli ufficiali e un numero indefinito di concubine, che gli diedero fino a sessanta figli.

Uno dei suoi più stretti consiglieri fu lo spagnolo Francisco de Paula Marín. Originario di Jerez de la Frontera, era arrivato ad Hawaii nel 1793 dopo aver partecipato a una delle spedizioni navali di Alessandro Malaspina, navigatore italiano al servizio della Spagna. A lui è attribuita l’introduzione nelle isole dei due prodotti per cui sono più note: ananas e caffè. Poi l’arcipelago divenne il principale produttore di ananas del mondo e ancora oggi il caffè di Kona, coltivato nell’ovest dell’isola Hawaii, è tra i più apprezzati.

Stemma di Kamehameha, nel palazzo reale di ‘Iolani, a Honolulu

Stemma di Kamehameha, nel palazzo reale di ‘Iolani, a Honolulu

Foto: Jordi Canal-Soler

Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!

La fine del re

Kamehameha morì nel 1819. Francisco de Paula, che era anche il suo medico, non riuscì a salvarlo da una lunga malattia. Egli fu sepolto segretamente secondo il rito hawaiano. Alla sua morte iniziò la decadenza del regno. La regina Ka’ahumanu, la moglie preferita, abolì il kapu, l’insieme di norme tabù o proibizioni che avevano retto la vita quotidiana degli hawaiani. Iniziarono ad arrivare poi missionari statunitensi per convertire gli isolani al cristianesimo, vestire i loro corpi nudi e proibire tradizioni ancestrali come il surf o la danza hula.

Alla regina succedettero diversi suoi figli, ma la dinastia di Kamehameha si estinse nel 1874, quando il trono passò a David Kalakaua, rampollo di un’altra potente e nobile famiglia. Il regno di Hawaii sopravvisse fino al 1893, quando un pugno di possidenti americani coltivatori di canna da zucchero decise di rovesciare la regina di allora, Liliuokalani. Loro scopo era cedere il territorio agli Stati Uniti per risparmiare le imposte a cui il prodotto era soggetto quando veniva venduto in America.

Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito!

Per saperne di più

Paradisi inquieti. Guido Carlo Pigliasco. EDT, Torino, 2000
Le isole dell’Eden. Massimo Dini e Rossella Righetti. Feltrinelli, Milano, 1996

Condividi

¿Deseas dejar de recibir las noticias más destacadas de Storica National Geographic?