Apertura: primo movimento in una partita di scacchi. Un pedone bianco viene offerto come vittima sacrificale in una mossa che, sviluppandosi posteriormente, assicurerà un vantaggio a chi l'ha messa in pratica. Abbiamo appena assistito a un gambetto di donna, un'apertura classica degli scacchi che Judit Polgár conosceva alla perfezione, trattandosi della miglior giocatrice di scacchi della storia. La serie La regina degli scacchi (titolo originale, Queen's Gambit, cioè proprio gambetto di donna), s'ispira in parte al carattere, alla traiettoria e alle fattezze di Judit Polgár per costruire il personaggio principale della serie: Beth Harmon.

Judit Polgár
Foto: Judit Polgár
Per molto tempo gli scacchi furono un gioco senza alcun prestigio. Le competizioni ai più alti livelli si svolgevano lontano dai riflettori, cosa che cambió radicalmente dopo la Seconda guerra mondiale. Nella seconda metà del II secolo il dominio dei giocatori sovietici su tutti gli altri fu schiacciante. I nomi dei campioni mondiali russi – Mikhail Tal, Petrosian, Spassky, Karpov o Kasparov – erano paragonabili a quelli di Jurij Gagarin o di Valentina Tereškova, rispettivamente il primo uomo e la prima donna a volare nello spazio. Essere paragonati a questi due eminenti personaggi era motivo di orgoglio in piena Guerra Fredda. Ci fu solo uno statunitense capace di avvicinarsi ai loro livelli: Bobby Fischer, e in effetti se ne possono riconoscere alcuni gesti e movenze nella protagonista di La regina degli scacchi.
Un talento frutto del duro lavoro
Ma la vita di Judit Polgár, come quella delle sue due sorelle maggiori, era destinata a intrecciarsi con quella degli uomini che componevano la lista dei migliori giocatori di scacchi del mondo. Prima che le sorelle nascessero i loro genitori, entrambi pedagoghi, decisero che l'educazione delle loro figlie non sarebbe stata come quella degli altri bambini, ma sarebbe girata intorno a una scacchiera. Il loro motto era: "geni non si nasce, si diventa". E con quest'idea sempre presente strutturarono un'educazione diversa. Polgár non andò mai a scuola: fu istruita in casa e gli scacchi divennero uno strumento di apprendimento fondamentale.
Ad appena 12 anni vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi, rappresentando l'Ungheria insieme alle sue due sorelle
La più grande delle tre sorelle, Susan, era già una giocatrice affermata che vinceva tornei su tornei, ed era stata anche proclamata Gran Maestra quando le abilità straordinarie di Judit iniziarono a innalzarsi oltre quelle della sorella. Nata nel 1976 a Budapest, ad appena 12 anni vinse le Olimpiadi rappresentando l'Ungheria insieme alle sue due sorelle. Dopo quell'esperienza si rifiutò categoricamente di partecipare a competizioni femminili, prediligendo piuttosto i tornei assoluti. Stava creando la sua strada in un mondo abitato interamente da uomini, un qualcosa che erano riuscite a fare solo due donne prima di lei, Vera Menchik e Sonja Graf, due vere pioniere degli scacchi.

Il bulgaro Vesselin Topalov mueve nel corso della sua partita contro Judit Polgár durante il II torneo della Comunità di Madrid del giugno 1993
Foto: Historia NG
Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!
Gran Maestra a soli 15 anni
Fare un elenco dei suoi successi e dei suoi record è difficile. Batté il record di Bobby Fischer, diventando Gran Maestra ad appena 15 anni. Dopo aver rinunciato ai campionati femminili divenne parte integrante della squadra della selezione olimpica di scacchi maschile del suo Paese, e vi rimase otto edizioni. Dal 1989 fino a quando non si ritirò dalle competizioni, nel 2014, si mantenne in vetta alla lista delle migliori giocatrici di scacchi del mondo, e nel 2005 occupò il posto numero otto della classifica assoluta, completamente dominata dagli uomini.
Durante la sua traiettoria come giocatrice di scacchi, e considerando che le sue abilità erano perfettamente equiparabili a quelle degli altri membri dell'élite sportiva, la giovane ebbe l'opportunità di confrontarsi con le figure più eminenti della storia degli scacchi. E in effetti li batté tutti in tutte le modalità di partita, sia rapida sia lenta. Spassky, Karpov, Kasparov, Topalov, Anand, Fishcher, Carlsen... nessuno potè sfuggire all'eccezionale genio di Polgár.

Judit Polgár non divenne per caso la più abile giocatrice di scacchi del mondo. I suoi genitori la educarono nell'ottica della filosofia del lavoro costante usando gli scacchi come strumento
Foto: Cordon Press
Polgár vs. Kaspárov
Uno degli aneddoti più conosciuti vede come protagonisti Judit e il Gran Maestro e campione del mondo di scacchi per 15 anni Kaspárov. Nel suo primo scontro, che Polgár perse, la telecamera che registrava la partita immortalò un movimento irregolare da parte di Kaspárov, che la giovane ungara fece presente. Oltre a non riconoscere quello che sarebbe potuto passare come un errore, il giocatore fece dei commenti sgradevoli sulla sua avversaria e sulla sua condizione di donna. Tempo dopo, nel corso di un'altra partita, fu Polgár ad avere la meglio su Kaspárov. Era la prima volta che una donna batteva il numero uno del mondo.
Nonostante la giovane età, Judit Polgár decise di ritirarsi dai più alti livelli della competizione degli scacchi nel 2014. È però rimasta fedele al mondo degli scacchi, del quale continua a fare parte in diversi modi, tra le altre cose ricoprendo al carica di allenatrice della squadra nazionale di scacchi ungara. Inoltre dirige una fondazione che porta il suo nome e che ha come obiettivo quello di far diventare gli scacchi uno strumento di educazione fin dall'infanzia.
Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito!