Dubbi sulla paternità del Salvator Mundi di Leonardo, il quadro più caro della storia

Nel 2017 furono pagati 450 milioni di dollari per il 'Salvator Mundi', un dipinto attribuito a Leonardo da Vinci e scoperto casualmente pochi anni prima. Fin dall'inizio alcuni esperti manifestarono un certo scetticismo sull'attribuzione. Ora un'investigazione italiana ha posto in dubbio l'autore basandosi su un disegno sconosciuto di da Vinci

 

 

Salvator Mundi attribuito a Leonardo da Vinci

Salvator Mundi attribuito a Leonardo da Vinci

Foto: PacificCoastNews / Cordon Press

«3,70 milioni... [l'offerta] torna al cliente di François», esclama il banditore. Alla sua destra, un uomo borbotta qualcosa per telefono e poi esclama: «400 milioni!». Un «Ooooooh!» di sorpresa e ammirazione invade la sala, subito seguito da applausi e da qualche secondo di silenzio drammatico. Il banditore si riprende dallo stupore: «Quattrocento milioni... Alex Rotter offre quattrocento milioni... L'offerta per il Salvator Mundi è di 400 milioni di dollari. François è fuori? [aspetta una risposta] Sei sicuro, François? Quattrocento milioni, allora... Salvator Mundi, all'asta qui da Christie's, ha ricevuto un'offerta di quattrocento milioni di dollari. Il pezzo è stato 'cloc!' [colpisce la scrivania con un martello]... Venduto!».

Questi sono gli ultimi secondi di un'asta frenetica avvenuta nella sala d'aste Christie's di New York il 15 novembre 2017. Un compratore anonimo aveva deciso di pagare 400 milioni di dollari (e altri 50 in concetto di commissioni), per un'opera attribuita a Leonardo da Vinci, Salvator Mundi, un Gesù Cristo in posizione frontale che benedice con la mano destra mentre con la sinistra sostiene una sfera di cristallo. Tre anni dopo, la studiosa d'arte italiana e ricercatrice del Centro Unesco di Firenze, Annalisa di Maria, afferma che il ritratto non fu realizzato da Leonardo. E questa affermazione si basa proprio in un disegno del genio fiorentino rinvenuto dalla stessa studiosa, che mostrerebbe «il vero volto» del Salvator Mundi.

Un disegno opera di Leonardo e fino ad oggi sconosciuto mostrerebbe il Gesù del Salvator Mundi in una posizione leggermente diversa

Il 'linguaggio' di Leonardo

L'opera, scoperta da poco, è un ritratto realizzato a sanguigna (una matita di color rosso aranciato molto usata da Leonardo) e appartiene a una collezione privata di Lecco, i cui proprietari nel 2019 contattarono Di Maria affinché la studiosa esaminasse il disegno. Datato intorno al XVI secolo secondo le analisi di laboratorio, per Di Maria è chiaramente opera di Leonardo: «Il volto raffigurato è posto di tre quarti come la gran parte dei soggetti dipinti dal maestro di Vinci, cioè in movimento e con una impressionante dinamicità».

La sanguigna che Annalisa di Maria attribuisce a Leonardo e che rappresenterebbe il vero volto del Salvator Mundi

La sanguigna che Annalisa di Maria attribuisce a Leonardo e che rappresenterebbe il vero volto del Salvator Mundi

Foto: Annalisa di Maria

La ricercatrice italiana sottolinea che «il paragone con l'autoritratto di Leonardo di Torino è evidente. I dettagli e la tecnica sono molto simili. È come se Leonardo avesse ritratto sé stesso nei panni di Cristo, perché questo disegno contiene tutti i tratti del suo volto. È noto che Leonardo s'ispirò a sé stesso per le fattezze di alcuni personaggi da lui ritratti».

Una delle più grandi autorità riconosciute mondialmente su Leonardo, il cattedratico emerito Oxford Martin Kemp, gran sostenitore dell'attribuzione del Salvator Mundi a da Vinci, ha accolto la scoperta con scetticismo: «non posso fare dichiarazioni senza esaminare il disegno e le prove scientifiche», ma avrei bisogno di accertarmi che «sia stato disegnato da un mancino», ha dichiarato al giornale The Telegraph. Da parte sua Annalisa di Maria, che sta ultimando in vista di gennaio una relazione con le sue conclusioni, risponde alle nostre domande e afferma che i tratti dell'opera «dimostrano che è stata realizzata con la mano sinistra».

Da sinistra a destra e dall'alto in basso: Monna Lisa, Salvator Mundi, Autoritratto di Torino e disegno di Lecco

Da sinistra a destra e dall'alto in basso: Monna Lisa, Salvator Mundi, Autoritratto di Torino e disegno di Lecco

Foto: Cordon Press / Salvator Mundi Lld / Pinacoteca di Torino / Annalisa di Maria

Il Leonardo perduto

Dei circa venti quadri attribuiti a Leonardo da Vinci che sono giunti fino ai nostri giorni solo dieci si considerano indiscutibilmente autentici: tra gli altri, la Monna Lisa, l'Ultima Cena o la Vergine delle Rocce, opere nelle quali le analisi scientifiche e stilistiche coincidono all'unanimità nello scorgere dietro tanta bellezza la mano del genio fiorentino. Per quanto riguarda le altre opere, la paternità è più o meno accettata ma senza l'unanimità.

Dei circa venti quadri attribuiti a Leonardo da Vinci, solo dieci sono indiscutibilmente autentici

Salvator Mundi farebbe dunque parte di questa seconda categoria, o addirittura di una terza. Fu dipinto intorno al 1490, quando Leonardo si trovava a Milano e lavorava all'Ultima Cena, opera che include un ritratto di Gesù, «ed è pertanto probabile che [da Vinci] realizzasse uno studio per il Salvator Mundi», spiega Di Maria.

Secondo le fonti dell'epoca, «qualche anno dopo Annibale Carracci si sarebbe ispirato per i suoi volti di Cristo a quello di un Salvator Mundi di Leonardo che si trovava nella collezione privata del Principe di Liechtenstein», aggiunge la studiosa. Qualche tempo dopo l'opera entrò in possesso di Carlo I d'Inghilterra e se ne perse ogni traccia nel XVII secolo, quando era ormai proprietà di Carlo II. Tra l'altro in quel momento esistevano una dozzina di copie realizzate dagli alunni e dai seguaci dell'artista.

La storia di un quadro

Il quadro venduto da Christie's entra in scena nel 2005 in un'asta immobiliaria degli eredi di Basil Clovis Hendry, un piccolo imprenditore di Baton Rouge, in Louisiana. Il catalogo descriveva l'opera come una copia di Leonardo da Vinci «presentata in un'elegante cornice dorata». Il suo valore ammontava a poco più di mille dollari. Due mercanto d'arte, Robert Simon e Alexander Parish, acquistarono il lotto che comprendeva il dipinto per poco meno di 10.000 dollari e il quadro trascorse gli anni successivi in un laboratorio dove venne restaurato da Dianne Modestini, che dovette finanche ricostruirne alcune parti scomparse. Secondo i nuovi proprietari, l'opera era molto compromessa: nel corso dei secoli aveva subito restauri deficienti ed era stata più volte ridipinta.

Dianne Modestini nel suo studio di New York alle prese con il restauro del Salvator Mundi

Dianne Modestini nel suo studio di New York alle prese con il restauro del Salvator Mundi

Foto: Robb Report

Da quel momento iniziò una vera e propria indagine – che il Wall Street Journal ha ricostruito — per scoprire l'origine del quadro. Da circa mezzo secolo l'opera si trovava in Louisiana: Basil l'aveva ereditata da suo zio, Warren Kuntz, morto negli anni sessanta del XX secolo e che a sua volta l'aveva acquistata a Londra qualche anno prima. Simon riuscì a trovare un documento di vendita di Sotherby's del 1958 a nome di un certo Kuntz, che aveva acquistato un Salvator Mundi attribuito in quel momento a Giovanni Antonio Boltraffio, pupillo di Leonardo, che lui identificò con un'opera comprata intorno al 1900 da sir Francis Cook. Secondo alcune teorie, (e secondo la descrizione del dipinto messa a punto dalla casa d'aste Christie's), si tratterebbe delle stessa opera appartenuta alle collezioni di Carlo I e Carlo II, proprio dove si perdono le tracce dell'opera originale di Leonardo.

Secondo un'indagine il Salvator Mundi acquistato nel 2005 era appartenuto alla collezione privata di Carlo I e Carlo II d'Inghilterra

Nel 2007 alcuni esperti, tra i quali si trovava Martin Kemp, iniziarono a sostenere che forse si trattava proprio dell'opera del maestro fiorentino, ma fu solo nel 2011 quando ricevette il riconoscimento definitivo quando venne inclusa nel catalogo della mostra retrospettiva della National Gallery di Londra Leonardo, pittore alla corte di Milano. Successivamente il quadro passò di mano in mano: fu venduto prima per 81mila dollari e poi per 127mila a un collezionista russo, lo stesso che ne avrebbe in seguito commissionato la vendita alla casa d'aste Christie's.

La casa d'aste iniziò la campagna espositiva (e di marketing) dell'opera, mostrandola a possibili acquirenti e al pubblico in generale a Hong Kong, Londres, San Francisco e New York, dove fu ammirato da più di 27mila persone e dove si svolse la storica asta.

Diverse persone osservano il Salvator Mundi esposto a Londra nel 2017

Diverse persone osservano il Salvator Mundi esposto a Londra nel 2017

Foto: PA Images / Cordon Press

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Copia o originale?

Annalisa di Maria non è né la prima né l'unica studiosa a mettere in dubbio la paternità del quadro più caro della storia. Fin dall'inizio del processo di attribuzione, diversi esperti internazionali avevano manifestato il loro scetticismo affermando che la profonda opera di restauro alla quale era stato sottoposto il dipinto ne rendeva difficile la valutazione. È quanto crede la specialista dell'arte del Rinascimento del Metropolitan Museum di New York, Carmen Bambach, che aveva già esposto i suoi dubbi a alla National Gallery nel 2011. Due anni dopo la vendita, Bambach ripropose il nome di Boltraffio come autore del quadro, ammettendo al massimo «qualche piccolo ritocco» eventualmente realizzato da da Vinci, come testimonia The Guardian. Allo stesso tempo metteva in dubbio la presenza di questo quadro nella collezione di Carlo I.

Dal canto suo Di Maria ci spiega: «avendo osservato il quadro prima e dopo il restauro, credo che ora sia diverso. Vedo un'impronta leonardiana esagerata, che forse era assente prima del restauro».

Il quadro nello stato in cui fu acquistato nel 2005. Dopo una profonda pulizia, prima che la Modestini vi lavorasse, e una volta restaurato

Il quadro nello stato in cui fu acquistato nel 2005. Dopo una profonda pulizia, prima che la Modestini vi lavorasse, e una volta restaurato

Foto: Robert Simon / Joshua Nefsky / Autore sconosciuto. Salvator Mundi llc

La restauratrice Dianne Modestini, nel 2019 dalle pagine della rivista Vulture affermava che quando iniziò il restauro osservò «perfette» transizioni di colori nell'opera: «la forna in cui venne maneggiata la pittura, nessun altro artista avrebbe potuto farlo». Più avanti, analizzando la bocca della Gioconda nelle immagini in alta risoluzione della Monna Lisa «improvvisamente, non potevo dubitare di qualcosa di ovvio: la mano che l'aveva dipinta era la stessa che aveva dipinto il Salvator Mundi».

D'altro canto Annalisa di Maria sostiene attualmente che il dipinto «è un'originale dell'epoca, ma non credo che si possa attribuire a Leonardo perché [nel quadro] si osserva una totale assenza di dinamismo, una posizione troppo statica per essere stata dipinta da Leonardo». Secondo la studiosa il genio fiorentino non avrebbe mai dipinto la figura di fronte, come invece avviene nel dipinto messo all'asta nel 2017, che lei attribuisce a «un meritevole allievo di Leonardo o a un maestro di un'altra bottega».

In effetti, se ci lasciamo trasportare dal dibattito tra sostenitori e detrattori della paternità di Leonardo, a volte sembra di trovarsi di fronte a due dipinti diversi. Dove Martin Kemp arriva a vedere una Monna Lisa al maschile, Jack Franck, un rinomato esperto internazionale dell'opera di Leonardo e consulente di grandi istituzioni sulla tecnica pittorica dell'artista fiorentino afferma l'esatto contrario. Il New York Times, pochi giorni prima della vendita record, riportava queste parole dello studioso: «la composizione non è propria di Leonardo. È stato definito 'la Monna Lisa al maschile', ma non lo sembra affatto».

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Kemp paragona i capelli del Salvator Mundi a quelli di San Giovanni Battista, opera universalmente attribuita a Leonardo: «possiede questo tipo di vortice caratteristico di Leonardo», che vedeva il riccio come un corso d'acqua e «la tendenza a girare controcorrente». Invece per Michael Dealey, direttore della rivista inglese ArtWathc, «la chioma del Salvator Mundi ha una forma meno sinuosa, più lineare», meno sofisticata del San Giovanni, e le differenze «superano di gran lunga qualsiasi somiglianza».

Dettaglio dei riccioli di San Giovanni Battista (a sinistra) e del Salvator Mundi

Dettaglio dei riccioli di San Giovanni Battista (a sinistra) e del Salvator Mundi

Foto: Centre de recherche et de restauration des musées de France / Joshua Nefsky, Salvator Mundi llc.

Un dibattito aperto

E allora a chi credere? Tutta la polemica che circonda la tela è propria dei dipinti attribuiti a Leonardo da Vinci e non sembra che si potrà arrivare a un accordo o che una delle due parti riesca a fare cambiare idea all'altra. Ma il mistero intorno al quadro non diminuisce. Poco dopo l'asta il ministero della Cultura degli Emirati Arabi annunciò che l'opera sarebbe stata esposta al Louvre di Abu Dhabi. Allo stesso tempo il New York Times rese noto che l'acquirente era in realtà il principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman, conosciuto come MBS, che desiderava regalarlo al principe ereditario degli Emirati Arabi Mohamed bin Zayed (MBZ) per rafforzare i legami tra i due Paesi.

Poco dopo l'asta fu svelata l'identità del proprietario: il principe ereditario dell'Arabia Saudita, che desiderava regalarlo al suo pari degli Emirati Arabi

Il penultimo episodio di questa rocambolesca storia avvenne nel 2018: il museo degli Emirati cancellò senza dare spiegazioni la presentazione dell'opera poche settimane prima della data prevista.Nessuno sa (o piuttosto, nessuno vuole rivelare) dove si trova il quadro. Le speranze del Louvre parigino (proprietario della marca che usa il museo degli Emirati Arabi) di poter esporre il Salvator Mundi insieme alla Monna Lisa sono andate in fumo.

Secondo alcune voci, il quadro si troverebbe ancora nelle mani di Mohammed bin Salman. Secondo il portale Artnet, una fonte attendibile nel mondo dell'arte, MBS avrebbe ripensato alla sua decisione di regalare il quadro a MBZ e lo avrebbe fatto spostare a bordo del suo yacht privato. Un punto interrogativo in più sull'ultimo da Vinci (o Boltraffio).

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