Storica Il mondo decide di vaccinarsi A cavallo tra il XIX e il XX secolo i governi di molti Paesi avviarono delle campagne di immunizzazione per proteggere la popolazione da malattie contagiose come il vaiolo e il colera, facendo dei vaccini un pilastro della sanità pubblica Juan José Sánchez Arreseigor 21 agosto 2022, 07:00 TAGS Età contemporanea Malattie Scienza Leggi l'articolo Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica! 1 / 15 1 / 15 Vaccini di fine secolo Un secolo dopo la scoperta del medico inglese Edward Jenner, la vaccinazione era un fenomeno ampiamente diffuso. Il vaccino veniva di solito somministrato nel braccio, ma in questa foto l’operazione sembra un pretesto per un’immagine un po’ osé, in cui un’attraente fanciulla, sola con il medico, mostra con audacia una gamba nuda. Foto: Bettmann / Getty Images 2 / 15 Cent’anni di attesa Dovettero passare quasi cento anni da quando Jenner creò il suo vaccino contro il vaiolo perché apparissero dei vaccini contro altre malattie, a partire da quello per la rabbia, sviluppato da Louis Pasteur nel 1885. Questa foto, che risale agli anni dieci del XX secolo, mostra la vaccinazione di un paziente nell’istituto Pasteur di Parigi. I pazienti ricevevano iniezioni nell’addome, molto più dolorose di quelle attuali. Foto: World History Archive / Cordon Press 3 / 15 Un rimedio doloroso I primi vaccini erano efficaci, però, oltre al fatto che la puntura era alquanto più dolorosa di quanto lo sia oggi, potevano produrre piaghe o pustole fastidiose. Per questo alla fine del XIX secolo apparvero dei prodotti come questa specie di salvagente in miniatura, che si attaccava con dei lacci alle braccia grassottelle dei bambini appena vaccinati. Foto: World History Archive / Cordon Press 4 / 15 Vaccino in pentola Uno studente di medicina dell’esercito nordamericano aiuta a preparare dei vaccini contro la febbre tifoidea, intorno al 1917. Non è esattamente un contesto di alta tecnologia, ma funzionava, anche se sembra stia preparando il rancio per la truppa. Questo vaccino fu sviluppato dal medico britannico Almroth Wright nel 1896 usando dei batteri uccisi dal calore. Foto: The Granger Collection / Cordon Press 5 / 15 In lotta contro il peggior nemico di guerra Dei soldati tedeschi vengono vaccinati al fronte durante la Prima guerra mondiale. In tutte le guerre precedenti, la maggior parte dei caduti militari e civili non era causata dalle armi, ma dalle malattie, con percentuali spaventose come due terzi dei morti o talora più del totale delle vittime. Foto: Picture Alliance / ZB / Cordon Press 6 / 15 Un rimedio globale Fin dall’inizio fu chiaro che la vaccinazione poteva essere davvero efficace solo se veniva estesa a tutte le regioni, i Paesi e le categorie sociali. In questa foto del 1923 si vedono i britannici intenti a vaccinare gli aborigeni australiani, che pure consideravano una razza inferiore: infatti, proteggerli significava difendere i loro padroni bianchi da un possibile contagio. Foto: Bettmann / Getty Images 7 / 15 La lotta contro il colera Nel 1896 Wilhelm Kolle sviluppò un vaccino contro il colera usando microrganismi uccisi con il calore, che fu utilizzato su larga scala in Giappone nel 1902. Nel 1925 la parziale nudità pubblica di queste mogli di pescatori, intente a vaccinarsi con indosso i loro abiti migliori, le pose al centro degli sguardi. Foto: Bettmann / Getty Images 8 / 15 Vaccini per tutti Negli anni venti molte scuole degli Stati Uniti richiedevano agli alunni la vaccinazione contro il vaiolo per poter frequentare le lezioni. In questa foto del 1925 i bambini di New York sono in fila per farsi vaccinare. Quando alcuni genitori tentarono di evitare di vaccinare i propri figli, i tribunali stabilirono che lo stato aveva il potere d'imporre la vaccinazione obbligatoria. Foto: Lewis W. Hine / Getty Images 9 / 15 Vaccinazione obbligatoria? Le vaccinazioni parziali non sono sufficienti, devono essere universali. Tuttavia sorgono sempre polemiche sulla loro obbligatorietà. Qui vediamo una campagna di vaccinazioni forzate a Casablanca nel febbraio 1938. Le autorità coloniali francesi circondarono circa seimila persone nel loro quartiere lasciandole uscire soltanto dopo averle vaccinate. Foto: TopFoto / Cordon Press 10 / 15 Vaccinare il nemico Sul fronte orientale, nel maggio 1942, i nazisti s’incaricano di vaccinare i sovietici dopo averli invasi. Dietro questo atto di generosità si cela però un interesse: gli invasori vogliono che la loro manodopera sia sana e pronta a lavorare e che non li contagi con le sue malattie. Foto: Picture Alliance / ZB / Cordon Press 11 / 15 Centri di vaccinazione di massa Il vaiolo rimaneva una minaccia ancora un secolo e mezzo dopo la scoperta di Jenner, perfino nei Paesi più sviluppati. Per questo vediamo una coda chilometrica per vaccinarsi al ritmo di otto persone al minuto nell’ospedale Morrisania del quartiere del Bronx, a New York, in seguito a un’epidemia di vaiolo nell’aprile 1947. Foto: Associated Press 12 / 15 Paura degli aghi Tra 1952 e 1953 un’epidemia di poliomielite fece salire i casi da 20mila a 350mila all’anno. I genitori proibivano ai figli di andare in piscina o al parco per paura del virus. Per fortuna, un vaccino iniettabile contenente il virus morto, creato da Jonas Salk, fu autorizzato nel 1955. In questa foto dell’aprile 1955, però, i beneficiari dell’invenzione non ne sembrano particolarmente entusiasti. Foto: Associated Press 13 / 15 L'esempio del Re Il laboratorio Cutter, uno di quelli che producevano il vaccino Salk, consegnò dei vaccini mal lavorati contenenti il virus vivo e attivo, facendo ammalare 40mila bambini, dei quali duecento rimasero paralitici e dieci morirono. Per ricostruire la fiducia del pubblico, fu organizzata una grande campagna pubblicitaria, che incluse la vaccinazione di Elvis Presley il 28 ottobre 1956, trasmessa dalla CBS. Foto: Associated Press 14 / 15 Rimedio efficace e indolore Il vaccino Salk era efficace al 70% contro il polivirus di tipo 1 e aveva un’efficacia superiore al 90% contro quelli di tipo 2 e 3, ma venne superato dal vaccino di Albert Sabin, prodotto con il virus vivo ma attenuato. Non richiedeva diverse punture, ma veniva somministrato per bocca, come si vede in questa foto del novembre 1963, con la tribù masai, in Kenya. Foto: TopFoto / Cordon Press 15 / 15 Il primo vaccino contro l'influenza Nel 1942 si sperimentarono i primi vaccini antinfluenzali, usando virus disattivati. Nel 1946 si scoprì che erano necessari nuovi vaccini contro i nuovi ceppi d’influenza. L'influenza asiatica giunse a Hong Kong nel marzo 1957. Il 18 giugno i primi volontari venivano già vaccinati. In questa foto di settembre, l’istituto Pasteur elabora dei vaccini usando embrioni di pollo. Foto: Rue des Archives / Cordon Press Il mondo decide di vaccinarsi Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito! TAGS Età contemporanea Malattie Scienza Condividi LEGGI L'ARTICOLO GUARDA LE FOTOGRAFIE
Il mondo decide di vaccinarsi A cavallo tra il XIX e il XX secolo i governi di molti Paesi avviarono delle campagne di immunizzazione per proteggere la popolazione da malattie contagiose come il vaiolo e il colera, facendo dei vaccini un pilastro della sanità pubblica Juan José Sánchez Arreseigor 21 agosto 2022, 07:00 TAGS Età contemporanea Malattie Scienza Leggi l'articolo Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica! 1 / 15 1 / 15 Vaccini di fine secolo Un secolo dopo la scoperta del medico inglese Edward Jenner, la vaccinazione era un fenomeno ampiamente diffuso. Il vaccino veniva di solito somministrato nel braccio, ma in questa foto l’operazione sembra un pretesto per un’immagine un po’ osé, in cui un’attraente fanciulla, sola con il medico, mostra con audacia una gamba nuda. Foto: Bettmann / Getty Images 2 / 15 Cent’anni di attesa Dovettero passare quasi cento anni da quando Jenner creò il suo vaccino contro il vaiolo perché apparissero dei vaccini contro altre malattie, a partire da quello per la rabbia, sviluppato da Louis Pasteur nel 1885. Questa foto, che risale agli anni dieci del XX secolo, mostra la vaccinazione di un paziente nell’istituto Pasteur di Parigi. I pazienti ricevevano iniezioni nell’addome, molto più dolorose di quelle attuali. Foto: World History Archive / Cordon Press 3 / 15 Un rimedio doloroso I primi vaccini erano efficaci, però, oltre al fatto che la puntura era alquanto più dolorosa di quanto lo sia oggi, potevano produrre piaghe o pustole fastidiose. Per questo alla fine del XIX secolo apparvero dei prodotti come questa specie di salvagente in miniatura, che si attaccava con dei lacci alle braccia grassottelle dei bambini appena vaccinati. Foto: World History Archive / Cordon Press 4 / 15 Vaccino in pentola Uno studente di medicina dell’esercito nordamericano aiuta a preparare dei vaccini contro la febbre tifoidea, intorno al 1917. Non è esattamente un contesto di alta tecnologia, ma funzionava, anche se sembra stia preparando il rancio per la truppa. Questo vaccino fu sviluppato dal medico britannico Almroth Wright nel 1896 usando dei batteri uccisi dal calore. Foto: The Granger Collection / Cordon Press 5 / 15 In lotta contro il peggior nemico di guerra Dei soldati tedeschi vengono vaccinati al fronte durante la Prima guerra mondiale. In tutte le guerre precedenti, la maggior parte dei caduti militari e civili non era causata dalle armi, ma dalle malattie, con percentuali spaventose come due terzi dei morti o talora più del totale delle vittime. Foto: Picture Alliance / ZB / Cordon Press 6 / 15 Un rimedio globale Fin dall’inizio fu chiaro che la vaccinazione poteva essere davvero efficace solo se veniva estesa a tutte le regioni, i Paesi e le categorie sociali. In questa foto del 1923 si vedono i britannici intenti a vaccinare gli aborigeni australiani, che pure consideravano una razza inferiore: infatti, proteggerli significava difendere i loro padroni bianchi da un possibile contagio. Foto: Bettmann / Getty Images 7 / 15 La lotta contro il colera Nel 1896 Wilhelm Kolle sviluppò un vaccino contro il colera usando microrganismi uccisi con il calore, che fu utilizzato su larga scala in Giappone nel 1902. Nel 1925 la parziale nudità pubblica di queste mogli di pescatori, intente a vaccinarsi con indosso i loro abiti migliori, le pose al centro degli sguardi. Foto: Bettmann / Getty Images 8 / 15 Vaccini per tutti Negli anni venti molte scuole degli Stati Uniti richiedevano agli alunni la vaccinazione contro il vaiolo per poter frequentare le lezioni. In questa foto del 1925 i bambini di New York sono in fila per farsi vaccinare. Quando alcuni genitori tentarono di evitare di vaccinare i propri figli, i tribunali stabilirono che lo stato aveva il potere d'imporre la vaccinazione obbligatoria. Foto: Lewis W. Hine / Getty Images 9 / 15 Vaccinazione obbligatoria? Le vaccinazioni parziali non sono sufficienti, devono essere universali. Tuttavia sorgono sempre polemiche sulla loro obbligatorietà. Qui vediamo una campagna di vaccinazioni forzate a Casablanca nel febbraio 1938. Le autorità coloniali francesi circondarono circa seimila persone nel loro quartiere lasciandole uscire soltanto dopo averle vaccinate. Foto: TopFoto / Cordon Press 10 / 15 Vaccinare il nemico Sul fronte orientale, nel maggio 1942, i nazisti s’incaricano di vaccinare i sovietici dopo averli invasi. Dietro questo atto di generosità si cela però un interesse: gli invasori vogliono che la loro manodopera sia sana e pronta a lavorare e che non li contagi con le sue malattie. Foto: Picture Alliance / ZB / Cordon Press 11 / 15 Centri di vaccinazione di massa Il vaiolo rimaneva una minaccia ancora un secolo e mezzo dopo la scoperta di Jenner, perfino nei Paesi più sviluppati. Per questo vediamo una coda chilometrica per vaccinarsi al ritmo di otto persone al minuto nell’ospedale Morrisania del quartiere del Bronx, a New York, in seguito a un’epidemia di vaiolo nell’aprile 1947. Foto: Associated Press 12 / 15 Paura degli aghi Tra 1952 e 1953 un’epidemia di poliomielite fece salire i casi da 20mila a 350mila all’anno. I genitori proibivano ai figli di andare in piscina o al parco per paura del virus. Per fortuna, un vaccino iniettabile contenente il virus morto, creato da Jonas Salk, fu autorizzato nel 1955. In questa foto dell’aprile 1955, però, i beneficiari dell’invenzione non ne sembrano particolarmente entusiasti. Foto: Associated Press 13 / 15 L'esempio del Re Il laboratorio Cutter, uno di quelli che producevano il vaccino Salk, consegnò dei vaccini mal lavorati contenenti il virus vivo e attivo, facendo ammalare 40mila bambini, dei quali duecento rimasero paralitici e dieci morirono. Per ricostruire la fiducia del pubblico, fu organizzata una grande campagna pubblicitaria, che incluse la vaccinazione di Elvis Presley il 28 ottobre 1956, trasmessa dalla CBS. Foto: Associated Press 14 / 15 Rimedio efficace e indolore Il vaccino Salk era efficace al 70% contro il polivirus di tipo 1 e aveva un’efficacia superiore al 90% contro quelli di tipo 2 e 3, ma venne superato dal vaccino di Albert Sabin, prodotto con il virus vivo ma attenuato. Non richiedeva diverse punture, ma veniva somministrato per bocca, come si vede in questa foto del novembre 1963, con la tribù masai, in Kenya. Foto: TopFoto / Cordon Press 15 / 15 Il primo vaccino contro l'influenza Nel 1942 si sperimentarono i primi vaccini antinfluenzali, usando virus disattivati. Nel 1946 si scoprì che erano necessari nuovi vaccini contro i nuovi ceppi d’influenza. L'influenza asiatica giunse a Hong Kong nel marzo 1957. Il 18 giugno i primi volontari venivano già vaccinati. In questa foto di settembre, l’istituto Pasteur elabora dei vaccini usando embrioni di pollo. Foto: Rue des Archives / Cordon Press Il mondo decide di vaccinarsi Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito! TAGS Età contemporanea Malattie Scienza Condividi