Seth è un dio molto particolare, che si differenzia da tutte le altre divinità dello sterminato pantheon egizio. È un dio per certi aspetti ai margini, oscuro e indecifrabile. Come mai? Cos'è che lo differenzia da tutte le altre divinità? Il motivo è semplice: Seth è un assassino. Uccise suo fratello, il dio Osiride.
Statuetta in bronzo del dio Seth assimilato all'ariete di Amon. Ny Carlsberg Glyptotek, Copenaghen
Foto: Soutekh67, CC BY-SA 4.0, https://bit.ly/3jB7UQa
Seth il Rosso
Le immagini di Seth lo rappresentano in forma umana con una testa animale – sulla cui natura ci sono ancora dei dubbi: antilope, giraffide, canide, tapiro? – o, più raramente, in forma completamente animale. Seth era chiamato anche “il Rosso”, colore che, simbolicamente, indicava il caos, la rabbia, la violenza, il sangue, ma allo stesso tempo anche la forza e la vita. Rosso è il colore delle sabbie del deserto, su cui il dio regnava, e rosso è anche il colore dei suoi occhi.
È il dio simbolo della confusione e della ribellione, tanto che il geroglifico che lo rappresenta veniva posto all’interno di parole come “rabbia”, “tumulto”, “agitazione”, “caos”. Proprio per queste sue caratteristiche è diametralmente opposto alla dea Maat, che rappresenta l’armonia universale, l’ordine e la giustizia.
Seth, figlio del dio della terra Geb e della dea del cielo Nut, aveva oltre a Osiride anche due sorelle: Iside e Nefti. Osiride sposò Iside, mentre Seth sposò la sorella Nefti. Della sua nascita si racconta che uscì con un calcio dalla pancia della madre. Come inizio non lasciava presagire nulla di buono.
Delitto e castigo
Quale fu il movente del fratricidio? Come poté Seth arrivare a commettere un atto così efferato? I racconti egizi lo spiegano sommariamente, e per chiarire il mistero bisogna ricorrere a Plutarco che, nel suo libro Iside e Osiride, ne parla diffusamente. Il movente di questo atroce delitto fu la gelosia. Seth era geloso del fratello Osiride perché il padre lo aveva scelto per succedergli sul trono dell’Egitto: infatti, in quel periodo così lontano nel tempo – una sorta di Età dell'oro – gli dei regnavano sulla terra come faraoni.
Dopo la morte di Osiride, che divenne il dio dell'oltretomba, Seth iniziò a regnare sul sud dell'Egitto, mentre il nord era sotto l'autorità del dio Horo, figlio di Osiride, che vi si era rifugiato insieme alla madre Iside per sfuggire alla furia omicida dello zio. Seth però rivendicava per sé anche il nord e iniziò una lotta senza precedenti contro il nipote. Durante una battaglia Seth si trasformò in un ippopotamo, durante un’altra strappò un occhio a Horo e Horo i testicoli a Seth: insomma, tra loro fu una guerra senza esclusione di colpi.
Horus colpisce con una lancia Seth, che ha preso la forma di un ippopotamo, mentre Iside li osserva
Foto: I, Rémih, CC BY-SA 3.0, https://bit.ly/3EeEiQg
A un certo punto il dio del sole Ra, stanco di questi tumulti, indisse un processo per decidere, al cospetto degli dei più antichi, chi dei due pretendenti avrebbe dovuto sedersi sul trono d'Egitto. Horo ebbe così la meglio sullo zio e divenne faraone del nord e del sud dell'Egitto, mentre Seth venne esiliato nel deserto: un luogo arido proprio come il dio, che la tradizione ricorda come sterile. Ra però non era convinto dell’esito del processo. A lui Seth piaceva proprio perché era forte, violento e prevaricatore, mentre Horo, a suo dire, era solo un bambino, la cui bocca sapeva ancora di latte materno.
Seth il Rosso, irascibile, collerico, vendicativo e crudele, fu dunque relegato nel deserto, che non a caso in egizio è chiamato “terra rossa”: un luogo arido e letale quanto il dio che, proprio per l’uccisione del fratello Osiride, divenne la personificazione della morte. I greci lo identificavano con Tifone e raccontavano che le tempeste di sabbia del deserto fossero dovute ai suoi sbuffi d'ira per aver perso la sovranità dell'Egitto.
Fratricidio divino
Il racconto dell'assassinio di cui si macchiò Seth ricorda da vicino la storia di altri due fratelli, Caino e Abele, di cui narra la Bibbia nella Genesi. Anche Caino uccise Abele per gelosia: Dio aveva infatti scelto il dono che gli aveva offerto il fratello, scartando il suo. Seth invece era geloso di un “trono”, e fu questo a portarlo a commettere l’omicidio del fratello, diventando così il Caino dell’antico Egitto. Il marchio dell'infamia, come accadde anche al personaggio della Genesi, lo seguirà ovunque. Anche oggi.
In realtà questo dio merita una rivalutazione, soprattutto perché l'etichetta di "cattivo" non gli rende giustizia: è un ruolo che gli sta stretto e che non permette di comprendere appieno la sua grande importanza. Seth è infatti un male necessario. Gli egizi lo sapevano bene: se esiste il " bene" – personificato dal dio Osiride – deve esistere anche il suo contrario, e cioè il “male” rappresentato dal dio Seth. L’uno non può esistere senza l’altro, e la loro identità si fortifica proprio attraverso lo scontro.
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Il dio Seth e il serpente Apopi
Seth aveva infatti anche un compito fondamentale e benefico: si ergeva a difensore del dio del sole Ra tutte le notti. Il dio del sole, infatti, durante le dodici ore del giorno illuminava il mondo dei vivi navigando sulle placide acque del Nilo celeste a bordo della sua barca; poi, durante le dodici ore della notte, sprofondava sottoterra per illuminare il mondo dei morti. Il percorso sulle acque del Nilo infero era pieno d'insidie, la più pericolosa delle quali era rappresentata da un serpente acquatico enorme di nome Apopi. Questo serpente, simboleggiante il caos e l’annullamento totale, a una certa ora della notte tentava di bere tutta l’acqua del fiume per far insabbiare la barca del dio e impedirgli così di procedere oltre. Il dio Seth, però, stava a guardia a proteggere il percorso di Ra: ritto sulla prua della barca solare, pronto a difendere il dio dal grande serpente, con i suoi occhi rossi da demone scrutava la distesa liquida sotto di lui e, appena il serpente Apopi faceva capolino tra le sua acque, lo trafiggeva violentemente con la sua enorme fiocina. Grazie al suo intervento Ra era salvo e libero di continuare il suo tragitto fino alla fine della notte per sorgere di nuovo.
Illustrazione da un papiro raffigurante Seth che uccide Apopi trafiggendolo con una lancia. Museo egizio del Cairo
Foto: Cordon Press
Si comprende così perché il dio Ra non fosse convinto dell’esito del processo che diede la regalità a Horo invece che a Seth. L’egittologo Jan Assmann scrive: «Sul piano cosmico, Seth è schierato con Ra, personificazione del bene, e usa la violenza per uccidere la personificazione del male». Male scaccia male, la malvagità e la forza di Seth sconfiggono il male cosmico rappresentato dal grande serpente Apopi. E questo tutte le notti. Se Seth non ci fosse stato, il Sole, forse, non sarebbe sorto tutte le mattine.
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