Il 14 ottobre 1066 si svolse ad Hastings, una cittadina sulle sponde della Manica, una delle battaglie più importanti della storia inglese. Due settimane prima il duca Guglielmo di Normandia era sbarcato nel Sussex alla testa del suo esercito, che annoverava tra i quattro e i settemila uomini. Il suo obiettivo era il trono d’Inghilterra, che riteneva gli spettasse in quanto erede del re Edoardo il Confessore, suo cugino, morto all’inizio dello stesso anno. A succedere al sovrano inglese era stato invece il cognato Aroldo, che si era proclamato re il 6 gennaio.

Il 14 ottobre 1066 l’esercito di Guglielmo di Normandia sconfisse ad Hastings le truppe di Aroldo d’Inghilterra
Foto: National Geographic Creative / Alamy / Aci
Aroldo tentò di respingere l’invasore nello scontro di Hastings, ma per le sue truppe fu una disfatta. In poche settimane Guglielmo assunse il controllo del Paese e stabilì una solida monarchia dominata dalla nobiltà di origine normanna.
Un’opera di propaganda
Esiste una fonte eccezionale di informazioni su questo evento epocale: un arazzo conservato presso il museo di Bayeux. Si tratta in realtà di un tessuto ricamato che venne elaborato nel decennio successivo alla battaglia per commemorare l’episodio. Questo capolavoro dell’arte medievale è stato attribuito all’arcivescovo Oddone di Bayeux, fratellastro di Guglielmo, che avrebbe commissionato il tessuto agli artigiani inglesi di Canterbury. A favore di questa teoria c’è il fatto che il primo riferimento scritto all’esistenza dell’arazzo si trova in un inventario dei beni della cattedrale di Bayeux redatto nel 1476. Inoltre il prelato compare in diverse scene, non solo in qualità di sacerdote ma anche di guerriero. Probabilmente l’opera fu realizzata in occasione della consacrazione della cattedrale, avvenuta nel 1077. Secondo un’altra ipotesi, la tela sarebbe stata esposta in vari luoghi della Normandia e dell’Inghilterra a scopo propagandistico, per poi concludere il suo viaggio a Bayeux. Una teoria più recente afferma che sarebbe stato lo stesso Guglielmo a commissionarne l’esecuzione al monastero normanno di Saint-Florent, presso il castello di Saumur.

In questa scena dell'arazzo di Bayeux Aroldo e i suoi uomini cavalcano verso Bosham
Foto: Jean Gourbeix, Simon Guillot / RMN-Grand Palais
In ogni caso, una volta arrivato a Bayeux l’arazzo fu collocato nella navata centrale della cattedrale, a un’altezza dove fosse ben visibile durante la festa delle reliquie che si celebrava il primo luglio. Le reliquie svolgono una funzione molto importante nelle vicende narrate dall’arazzo. Con i suoi circa 70 metri di lunghezza per 0,50 di larghezza, il ricamo rappresenta la conquista dell’Inghilterra da parte dei normanni in 58 scene successive che compongono una sorta di film. Ogni immagine è accompagnata da brevi testi in latino che descrivono l’evento e i personaggi coinvolti. Paradossalmente il vero protagonista non è Guglielmo il Conquistatore, ma Aroldo, lo sconfitto, che appare molto più frequentemente nell’opera.
La storia inizia nel 1064: non avendo eredi, re Edoardo incarica suo cognato Aroldo di recarsi in Normandia per nominare il duca Guglielmo suo legittimo successore. Il viaggio è un susseguirsi di peripezie. Inizialmente Aroldo sbarca sulle coste controllate dal duca Guido di Ponthieu, che lo fa prigioniero e poi lo rilascia su ordine di Guglielmo. Quest’ultimo lo accoglie a braccia aperte e lo invita a unirsi a una spedizione contro i bretoni. Aroldo si dimostra un guerriero valoroso e salva anche dei soldati dalle pericolose sabbie mobili che circondano Mont Saint-Michel, conquistandosi la stima di Guglielmo. Poi giura solennemente sulle reliquie della cattedrale di Bayeux che sosterrà la successione del duca normanno al trono d’Inghilterra. Ma a partire da questa scena il buon cavaliere sassone mostra il suo vero volto e alla morte di Edoardo si proclama re. La reazione di Guglielmo non tarda ad arrivare: il duca prepara la spedizione contro l’Inghilterra, attraversa la Manica e affronta nella battaglia di Hastings l’usurpatore, che viene ucciso per aver infranto il giuramento.

Guglielmo I fece costruire l’abbazia di Battle sul luogo della battaglia di Hastings. L’altare maggiore è situato nel punto esatto in cui morì re Aroldo
Foto: Heritage / Getty Images
La vita quotidiana nell’XI secolo
L’arazzo fornisce informazioni sulla storia della conquista che non compaiono nelle cronache. Costituisce anche un documento di grande importanza per conoscere la vita quotidiana dell’XI secolo: mostra i personaggi vestiti con gli abiti dell’epoca, intenti a partecipare alle attività proprie della nobiltà – come la caccia, i ricevimenti, i banchetti, un’incoronazione o una sepoltura –, spesso nella cornice di edifici stilizzati.
Alcune sezioni del tessuto raffigurano la vita della gente umile, che lavora nei campi o serve nei palazzi. Le scene in mare o negli arsenali illustrano alcuni aspetti della navigazione e della costruzione di imbarcazioni. Le donne sono poco rappresentate e sempre nei limiti dei ruoli propri dell’epoca. Nell’opera compaiono solo tre figure femminili: una è probabilmente la figlia di Guglielmo, destinata ad andare in sposa ad Aroldo per rafforzare i legami tra le due casate; poi Edith, moglie di Edoardo e sorella di Aroldo, appare nella scena della morte del sovrano; e una donna anonima fugge con il figlio da una casa in fiamme, a simboleggiare le vittime di guerra. Gli aspetti bellici hanno una certa rilevanza nell’arazzo: sono raffigurati assedi, accampamenti e tattiche di combattimento della cavalleria normanna e della fanteria pesante inglese. Il tessuto continua a stimolare ancor oggi nuovi studi, che ne evidenziano lo status di testimonianza storica senza precedenti.

Secondo una tradizione la moglie di Guglielmo I, Matilde di Fiandra, avrebbe ricamato l’arazzo con le proprie mani
Foto: Benoît Touchard / RMN-Grand Palais