Harry Houdini in una foto del 1919
Foto: Cordon Press
La biografia di Harry Houdini, uno dei maghi più famosi della storia, è coperta da un velo di mistero e leggenda che lui stesso contribuì ad alimentare. La versione ufficiale certifica che Houdini morì il 31 ottobre 1926 di peritonite, ma alcuni anni dopo iniziò a circolare una voce non confermata secondo cui il celebre mago sarebbe morto cercando di eseguire uno dei suoi trucchi più pericolosi.
Malgrado oggigiorno non ci sia più nessuno che possa raccontarci cosa volesse dire assistere a uno spettacolo di Houdini in diretta, il ricordo delle sue prodezze rimane ancora molto vivo nella memoria storica. Il mago ungherese era un illusionista di grande talento, che seppe creare un personaggio pieno di misticismo e mistero e avvolgere i propri spettacoli di un alone d'intrigo che manteneva gli spettatori completamente affascinati. Ancora oggi i suoi trucchi di escapologia sono ammirati e copiati da esperti di tutto il mondo.
Houdini seppe creare un personaggio pieno di misticismo e mistero e avvolgere i propri spettacoli di un alone d'intrigo che manteneva gli spettatori completamente affascinati
Innamorato di un libro di magia
Come molti dei migranti che arrivavano negli Stati Uniti, Harry Houdini, nato a Budapest il 24 marzo 1874, tentò di nascondere il suo luogo di nascita, l'Ungheria; il suo vero nome, Erich Weiss; e perfino l'identità di suo padre, un rabbino frustrato. Per aiutare la propria famiglia Erich cominciò a lavorare fin da piccolo. A otto anni vendeva giornali e lustrava scarpe per strada. Senza volerlo, sarebbe stato suo padre ad aprire le porte della magia al piccolo Erich, portandolo a vedere lo spettacolo del dottor Lynn, un mago itinerante. Erich ne rimase tanto impressionato che a nove anni, insieme ai suoi amici del quartiere, formò una piccola compagnia di circo, nella quale recitò per la prima volta come contorsionista e trapezista davanti a un pubblico il 28 ottobre 1883 con il nome di "Ehrich, principe dell'aria".
Erich approfittava del tempo libero per studiare la magia e grazie alle sue abilità fisiche gareggiò in diverse discipline atletiche come il nuoto. In questo periodo il giovane entrò in possesso di un libro intitolato The Memoirs of Robert-Houdin, Ambassador, Author, and Conjuror, Written by Himself (Le memorie di Robert-Houdin, ambasciatore, autore e incantatore, scritte da lui medesimo). L'opera narrava la vita del mago Jean Eugène Robert-Houdin, che divenne immediatamente l'idolo del ragazzo e per il quale decise di mutare il proprio nome in quello con cui sarebbe passato alla storia: Harry Houdini. Insieme al fratello Theo formò una coppia di maghi e recitò in spettacoli di vaudeville, finché non conobbe Beatrice Rahner, una cantante e ballerina che non solo sostituì il fratello, ma con la quale si sposò.
Le memorie di un mago chiamato Jean Eugène Robert-Houdin indirizzarono il giovane Erich sulla strada della magia e lui decise di mutare il proprio nome in Harry Houdini
Sparizioni ed escapologia
I primi passi di Houdini nel mondo della magia consistettero in giochi combinati di carte e di escapologia. In uno dei suoi primi trucchi, chiamato "metamorfosi", l'illusionista doveva infilarsi in un sacco a sua volta inserito in un baule chiuso da un lucchetto, su cui doveva sedersi un aiutante. Il baule veniva coperto da un sipario e, quando questo si riapriva, era Houdini a stare in piedi sul baule, mentre l'aiutante vi era chiuso dentro.
Malgrado il suo successo, fu necessario un tour europeo perché Houdini diventasse una celebrità mondiale. Al suo ritorno negli Stati Uniti, nel 1904, fu celebrato come "il re delle manette". Houdini capiva che la magia era uno spettacolo e studiò a fondo i suoi trucchi per sorprendere il pubblico come nessun altro faceva. Il successo dei suoi numeri lo portò a Broadway e alla notorietà mondiale per un numero d'illusionismo nel quale faceva scomparire nientemeno che un elefante. I suoi trionfi gli procurarono una considerevole fortuna, che gli permise di godere di alcune delle sue grandi passioni, come l'aviazione. Nel 1910 fu il primo pilota a sorvolare l'Australia.
L'arrivo a Broadway lo rese un artista noto a livello mondiale e gli fece accumulare una notevole fortuna, che gli permise di godere del suo passatempo preferito: l'aviazione
La lotta contro lo spiritismo
Quando arrivava in una città, la prima cosa che Houdini faceva prima d'iniziare lo spettacolo era recitare in mezzo alla strada, lanciando sfide ai poliziotti per liberarsi delle loro manette o addirittura affermando di saper sfuggire a una camicia di forza. La leggenda narra che fosse capace di disarticolare le spalle e di controllare i riflessi del vomito per potersi nascondere degli attrezzi in gola. Sapeva coniugare un'estetica di grande effetto, che richiamava il sadomasochismo, con azioni temerarie e quasi sovrumane. Numeri come quello della "tortura cinese dell'acqua", in cui il mago s'immergeva legato mani e piedi a testa in giù in un acquario, lo consacrarono alla leggenda come il maestro indiscutibile dell'escapologia.
La morte della madre nel 1913 avvicinò Houdini allo spiritismo. Incoraggiato da Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes e spiritista convinto, il mago cercò consolazione in queste pratiche. Ma alla fine si convinse che si trattava solo di un gruppo d'impostori e li definì "trafficanti dell'immortalità". Dopo una sessione in cui una medium gli comunicò un falso messaggio da parte di sua madre, Houdini intraprese una crociata contro gli spiritisti, rivelando i loro trucchi e smascherando le loro macchinazioni. Spiritisti dell'epoca come Minnie Williams, Mina Crandon o lo spagnolo Agramasilla risposero agli attacchi del mago per cercare di riaffermare la propria credibilità ma, benché in certi casi fossero riusciti a convincere addirittura degli scienziati della realtà dei loro poteri, non poterono resistere alle pressioni di Houdini, che ogni volta portava alla luce i loro imbrogli.
Litografia del 1909 che invita a uno spettacolo in cui Houdini smaschererà dei medium
Foto: Cordon Press
La morte della madre avvicinò Houdini al mondo dello spiritismo, che però abbandonò dopo una sessione in cui una medium gli comunicò un falso messaggio
Dopo diversi anni di lotta contro il paranormale, Houdini ideò un codice segreto che condivise con sua moglie Beatrice, basato su dieci parole segrete estratte da una lettera che Houdini aveva ricevuto da Conan Doyle. Harry disse a Beatrice che, se un giorno l'avesse contattata attraverso un medium, avrebbe usato queste parole, in modo che Bess (il nomignolo che le aveva dato) potesse essere certa che si trattasse proprio di lui.
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Una sfida mortale
Malgrado i rischi corsi da Houdini nei suoi numeri di escapologia, la morte non sopraggiunse per la sua incapacità di liberarsi delle manette durante uno dei suoi spettacoli, come narra la leggenda. Sembra che nell'ottobre 1926 alcuni studenti universitari si fossero rivolti a lui mentre si riposava dopo un'esibizione. Uno di loro lo sfidò a incassare alcuni colpi nell'addome per dimostrare se la sua resistenza fisica era all'altezza di quanto si diceva. Il mago accettò senza timore. Tuttavia, prima che avesse il tempo di prepararsi, ricevette un pugno molto forte da uno studente canadese di nome Joselyn Gordon Whitehaed, del quale si diceva fosse stato una stella della boxe alla sua università. La storia racconta che, anche se Houdini da bravo attore incassò bene i colpi, questi in realtà gli provocarono una rottura dell'appendice, che pare fosse già infiammata. C'è anche la possibilità che, semplicemente, i pugni abbiano trasformato un'appendicite in peritonite.
Malgrado la leggenda secondo cui Houdini sarebbe morto per non essere riuscito a sfilarsi le manette in uno dei suoi spettacoli, in realtà la morte lo raggiunse per aver ricevuto un colpo inaspettato nell'addome
Houdini era molto testardo e molto poco attento al suo stato di salute, e così, malgrado i dolori e la febbre, continuò a tenere i suoi spettacoli. Durante uno di questi cedette e svenne. Fu immediatamente ospedalizzato e il certificato medico confermò la diagnosi: una peritonite molto grave. Dopo diversi giorni di lotta contro l'infezione, Houdini sembrò arrendersi all'inevitabile e disse al fratello: «Sono stanco di lottare. Credo che questa cosa mi prenderà». Nove giorni dopo aver accettato la sfida, a soli cinquantadue anni, Harry Houdini morì il 31 ottobre 1926. Più di duemila ammiratori parteciparono al suo funerale per dargli l'ultimo addio.
Tredici maghi cercano di richiamare Houdini dai morti la notte di Halloween del 1946
Foto: Cordon Press
L'addio di Bess
In seguito vari spiritisti affermarono di essere entrati in contatto con lo spirito di Houdini, in particolare uno di nome Arthur Ford, ma la moglie di Houdini, Bess, lo negò categoricamente, giacché era lei l'unica a conoscere il codice segreto per comunicare con il marito scomparso. Dieci anni dopo la morte del mago Beatrice celebrò un'ultima sessione. Vedendo che non riceveva alcuna risposta da parte del marito, spense la candela che aveva tenuto accesa accanto alla fotografia di Houdini e disse: «Dieci anni di attesa sono abbastanza per qualunque uomo». Da allora è tradizione tra i maghi celebrare sessioni in cui s'invoca lo spirito di Houdini ogni 31 ottobre.
Dopo un'ultima sessione di spiritismo, la moglie Bess spense la candela che aveva tenuto accesa accanto alla fotografia di Houdini e disse: «Dieci anni di attesa sono abbastanza per qualunque uomo»
Si dice anche che Houdini avrebbe lavorato per i servizi segreti statunitensi e per Scotland Yard, e altre fonti sostengono che fu avvelenato nella sua stanza d'ospedale, ma questa è un'altra storia…
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