Nel 1895-1896, l’archeologo francese Émile Amélineau scavò alcune tombe in cui trovò vari oggetti che riportavano i nomi dei primi faraoni. Queste tombe si trovavano in un luogo chiamato in arabo Umm el-Qaab, “la madre dei vasi”, per le migliaia di frammenti di vasi che, dalla XII dinastia (1994-1781 a.C.), venivano portati in offerta dai pellegrini che si recavano alla tomba del re Djer, ritenuta quella del dio Osiride. Nel 1900-1901, l’egittologo inglese Flinders Petrie riprese gli scavi e trovò le tombe di tutti i re della I dinastia e quelle degli ultimi due della II: Peribsen e Khasekhemui. Erano scavate nel terreno, ma della struttura sovrastante non restava nulla: forse erano muri di mattoni di argilla essiccata che racchiudevano una collinetta di sabbia. A circa due chilometri c’erano i grandi recinti funerari, adibiti al culto dei re defunti.
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Abydos antica
Gli edifici in rosso appartengono alle dinastie tinite (dinastie I-II), 3065-2686 a.C. circa. Includono il recinto di Khasekhemui. I recinti funerari, eretti al confine della zona destinata alle coltivazioni (quella che il Nilo inondava ogni anno), appartengono ai re sepolti ad Abydos. Le tombe della I e II dinastia sono state costruite a ovest, dove il sole tramonta nel deserto: questa era la terra dei morti (chiamati anche “gli occidentali”).
Gli edifici in arancione risalgono al Medio Regno (dinastie XI-XII), 2065-1781 a.C. circa. Includono il Tempio di Osiride, dedicato inizialmente a Khentamentyu, una divinità locale in seguito assimilata a Osiride, il dio dell’Aldilà. I templi funerari erano destinati al culto di sovrani defunti del Medio Regno (Sesostris III) e del Nuovo Regno (Ahmose, Seti I e Ramses II).
Gli edifici in giallo sono del Nuovo Regno (dinastie XVIII-XX), 1550-1075 a.C. circa, e includono il tempio di Seti I.
Foto: Richard Schlecht / NGS
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Recinto di Khasekhemui
Risalente alle dinastie tinite, misurava 123 m di lunghezza per 64 di larghezza, con muri di 5 m di spessore e 20 di altezza. La popolazione locale lo conosceva come Shunet el-Zebib (“il deposito dell’uva passa”), per l’uso a cui era adibito.
Foto: K. Garrett / Getty Images
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Tempio di Seti I
Il tempio di Seti I (1289-1279 a.C., Nuovo Regno) aveva al suo interno un Osireion, una tomba simbolica del dio Osiride, scavata nel terreno e concepita perché fosse in parte allagata, per evocare l’origine della creazione secondo gli antichi egizi.
Foto: K. Garrett / Getty Images
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Tempio di Seti I ad Abydos
Anche se la III dinastia spostò la necropoli reale a Saqqara, Abydos continuò a essere un grande centro religioso. I faraoni del Medio e Nuovo Regno, come Seti I, eressero lì i loro templi funerari.
Foto: Michael Snell / Getty Images
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Tra i geroglifici più antichi
Datate intorno al 3200 a.C., queste placchette d’avorio ritrovate nelle tombe reali di Abydos dall’egittologo tedesco Günter Dreyer (che scava a Umm el-Qaab dal 1977) sono tra gli esempi di scrittura geroglifica più antichi che si conoscano. Queste iscrizioni identificavano i diversi elementi del corredo funerario della tomba.
Foto: K. Garrett / Getty Images
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Stele del re Djet
Ritrovata ad Abydos, appartenne al terzo re della I dinastia. Vi sono raffigurati il serekht e il dio-falco Horus. Museo del Louvre, Parigi.
Foto: White Images / Scala
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Tavoletta del leone (retro)
Forse proveniente da Abydos. 3150 a.C. British Museum, Londra
Foto: W. Forman / Gtres
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Le barche del deserto
Nel 1991 ebbe luogo, nella necropoli reale di Abydos, una scoperta sorprendente: il ritrovamento di 12 barche di legno sotterrate, una parallela all’altra. E nel 2000 ne furono scoperte altre due. Risalenti a 5000 anni fa, sono le barche più antiche rinvenute in associazione a complessi funerari. Erano interrate in fosse poco profonde e circondate da pareti di mattone di argilla essiccata che riproducevano la forma della nave, con una poppa e una prua prominenti. L’interno delle fosse era riempito di sabbia e la parte superiore chiusa dai mattoni. Una volta interrate le barche, i mattoni erano stati ricoperti con un sottile strato di limo, che si era poi provveduto a dipingere di bianco o di giallo.
Foto: K. Garrett / NGS
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Ricostruzione della fabbricazione delle bache interrate ad Abydos
Lunghe 27 metri, le imbarcazioni, che svolgevano un ruolo molto importante nei culti dell'antico Egitto, erano fondamentali per permettere al sovrano di completare il proprio viaggio nell'aldilà.
Foto: Richard Schelecht / NGS
La grande necropoli di Abydos
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