A 500 anni dalla morte del pittore l’esposizione si inserisce in una delle tante iniziative che prenderanno forma nei prossimi mesi per omaggiare uno degli artisti più celebri del Rinascimento. Numerosissimi saranno gli eventi culturali, le mostre e le proposte: la città natale, Urbino, sarà la sede principale, ma anche località come Roma, Perugia e Milano si sono infiltrate nel programma di Raffaello500. E in questo, il Vaticano non poteva mancare.
Presunto autoritratto (1506 circa) di Raffaello Sanzio
Foto: Galleria degli Uffizi, Firenze
Così per la prima volta gli splendidi arazzi della serie Atti degli Apostoli realizzati su cartoni di Raffaello tornano nel luogo per cui furono immaginati. E lo fanno in modo eccezionale poiché il loro “ricongiungimento” completo non avveniva dal 1983. La nuova Cappella Sistina sarà visibile quindi dal 17 al 23 febbraio, e quest’ultimo giorno coincide con la domenica ad ingresso libero, scelta con la volontà di condividere con tutti questo evento.
La consegna delle chiavi. Raffaello Sanzio
Foto: Victoria and Albert Museum
La storia degli arazzi
I Pontefici Sisto IV e Giulio II fecero eseguire nella Cappella Magna di Palazzo rispettivamente il ciclo pittorico delle pareti e la volta michelangiolesca. Papa Leone X, desideroso anch’egli di legare il proprio nome all'impresa della Cappella Sistina, volle completare il messaggio religioso di uno dei luoghi più sacri della cristianità e, nel 1515, incaricò Raffaello del prestigioso compito di realizzare i cartoni preparatori per una serie di arazzi che avrebbero rivestito la zona inferiore delle pareti affrescate a finti tendaggi.
Raffaello concepì, tra il 1515 e il 1516, un grande ciclo monumentale con le storie delle vite di san Pietro e san Paolo, e i cartoni preparatori vennero mandati a Bruxelles per la realizzazione degli arazzi nella bottega del tessitore Pieter van Aelst, uno dei più famosi arazzieri del Rinascimento. Si tratta di opere molto importanti anche perché, attraverso gli arazzi, Raffaello ebbe la possibilità di confrontarsi con l'opera di Michelangelo.
Come spiega la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, l’allestimento rappresenterà un’occasione eccezionale per vederli senza teca di vetro, come accade invece nella Pinacoteca dove sono normalmente conservati: «Sarà infatti una percezione completamente diversa, perché abbiamo messo delle luci particolari che li valorizzano. Sono usciti dei particolari incredibili: nella morte di Anania, ad esempio, nella parte del legno della pedana si vedono dei chiodi che sono incredibili perché sono in blu con un punto giallo per dare il senso della luce».
Predica di San Paolo. Raffaello Sanzio
Foto: Royal Collection of the United Kingdom
Un’occasione irripetibile quindi, un omaggio al "divino" Raffaello ma anche all'antica consuetudine di adornare la maggiore Cappella Papale durante le solenni cerimonie liturgiche del lontano passato.