Egitto, regno indipendente

Nel 1882 l'Egitto divenne un protettorato del Regno Unito, che era interessato a controllare il canale di Suez. Di fronte alla crescente mobilitazione nazionalista, le autorità britanniche riconobbero l'indipendenza nel 1922, anno in cui il sultano Fu’ad si proclamò re

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La sfinge, un’attrazione turistica

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La sfinge, un’attrazione turistica

A partire dal 1820, la fascinazione per l’Egitto produsse un flusso continuo di viaggiatori ricchi e colti interessati a visitare le rovine faraoniche. Il flusso si trasformò in un’ondata in seguito all’inaugurazione del canale di Suez, nel 1869. Fu così che nacque il business del turismo egiziano, un’entità pionieristica a livello mondiale.

Foto: Everett Collection / Cordon Press

Canale di Suez: l’economia

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Canale di Suez: l’economia

Il canale di Suez è stato un’importante fonte di ricchezza per l’Egitto, ma i risvolti economici sono sempre stati secondari rispetto a quelli geopolitici. La Gran Bretagna, che si era opposta con tutte le sue forze alla sua costruzione, ne divenne in seguito la principale utilizzatrice. Fu anzi uno dei motivi per cui i britannici presero il controllo dell’Egitto nel 1882.

Foto: The Print Collector / Heritage Images / Cordon Press

Durante la Grande guerra

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Durante la Grande guerra

Nel 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale, l’Egitto fu in prima linea contro la Palestina ottomana. Poiché i britannici non si fidavano degli egiziani, fecero arrivare truppe dalle proprie colonie, come questo militare indiano. Allo stesso tempo, i britannici reclutarono gli egiziani come carne da cannone per altri fronti, sui quali morirono a migliaia.

Foto: Cordon Press

La rivolta del 1919

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La rivolta del 1919

Alla fine della Prima guerra mondiale, l'Egitto fu scosso da una rivolta nazionalista. Un gruppo guidato dal politico Saʿd Zaghlul tentò di negoziare l'indipendenza inviando a Londra una delegazione, in egiziano, al-wafd, da cui prese il nome quello che sarebbe diventato il grande partito nazionalista egiziano, Wafd. Quando nel marzo del 1919 l'alto commissario britannico in Egitto, Reginald Wingate, ordinò la deportazione di Zaghlul a Malta, l'intero Paese si sollevò. Al Cairo, ad Alessandria e in altre città ci furono manifestazioni di massa e scioperi. Le proteste sfociarono in violenti scontri, saccheggi e un gran numero di feriti e arresti. Si registrarono attacchi contro il personale militare britannico, tra cui uno a Deirut in cui vennero uccisi otto ufficiali su un treno. I disordini videro la partecipazione attiva delle donne che, con il volto coperto da un velo, arringavano le folle in quello che fu un pionieristico movimento femminista. La repressione britannica si chiuse con un bilancio di ottocento morti e 1.600 feriti.

Foto: Bettmann / Getty Images

Il re e il padre dell'indipendenza

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Il re e il padre dell'indipendenza

Dopo gli eventi del 1919, le autorità britanniche aprirono un periodo di riflessione su quale dovesse essere la loro politica in Egitto. Finalmente, il 28 febbraio 1922 il governo britannico fece una dichiarazione con cui poneva fine al protettorato sull'Egitto, che divenne così un Paese indipendente. Il beneficiario immediato di questa decisione fu Fu’ad (a destra), che dal 1917 governava come sultano-fantoccio britannico, e il 15 marzo 1922 fu proclamato re con il nome di Fu’ad I.

Anche se non era sostenitore degli occupanti, il sovrano aveva avuto un ruolo molto limitato nel movimento nazionalista. Il vero architetto dell'indipendenza fu Saʿd Zaghlul (a sinistra), leader del partito Wafd. Ormai sessantenne, continuò a rifiutare di scendere a compromessi con i britannici, diventando un eroe per gli egiziani, soprattutto dopo che fu deportato alle Seychelles nel 1921 e a Gibilterra nel 1923. Sua moglie, Safiya Muṣṭafa Fahmi, era un'importante leader nazionalista e promotrice del femminismo egiziano.

Foto: (Sinistra) Bettmann / Getty Images. (Destra) Everett Collection / Alamy / ACI

Il difficile inizio della democrazia egiziana

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Il difficile inizio della democrazia egiziana

Nel gennaio del 1924 si aprì la prima legislatura dell'Egitto indipendente. Alla sessione solenne, davanti al re Fu’ad I, il nuovo primo ministro Saʿd Zaghlul lesse il discorso che delineava il programma del suo governo. Le elezioni precedenti erano state libere e regolari, e avevano visto la vittoria schiacciante del Wafd, con 188 deputati su 215. Ma la partita fu truccata fin dall'inizio. La costituzione del 1923, redatta da Fu’ad, permetteva al sovrano di porre il veto alle leggi, destituire i ministri e sciogliere il parlamento a piacimento. Negli anni seguenti il Wafd vinse più volte le elezioni, ma il monarca sabotò sistematicamente il lavoro del governo. Di conseguenza, durante i quattordici anni di regno di Fu’ad, l'Egitto cambiò primo ministro quindici volte e non riuscì mai a portare a termine una normale legislatura di quattro anni. Zaghlul fu la prima vittima di questa situazione: venne infatti costretto a dimettersi dopo appena undici mesi al potere.

Foto: Sueddeutsche Zeitung Photo / Alma / ACI

Dal disincanto alla rabbia

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Dal disincanto alla rabbia

L'indipendenza concessa all'Egitto nel 1922 era limitata. Gli inglesi infatti si erano riservati il controllo delle relazioni estere e del canale di Suez, e mantenevano una notevole presenza militare nel Paese, che generava continui conflitti. Nel 1930 il nuovo leader del Wafd dopo la morte di Zaghlul, Mustafa al-Nahhas, visitò Mansura, a nord del Cairo. La polizia (in fotografia) usò le baionette per disperdere la folla riunitasi ad acclamarlo, e nei disordini che ne seguirono almeno sei persone vennero uccise e ci furono decine di feriti. I manifestanti protestavano sia contro il re, che poche settimane prima aveva destituito Nahhas dal suo ruolo di primo ministro per sciogliere nuovamente il parlamento, sia contro i britannici, che avevano partecipato alla repressione del Wafd. Le rivolte si diffusero in altre città, e quando alcuni inglesi furono attaccati, il primo ministro del Regno Unito Ramsay MacDonald inviò due navi da guerra ad Alessandria.

Foto: Bettmann / Getty Images

La prima diga di Assuan

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La prima diga di Assuan

Tutto il mondo conosce la gigantesca diga di Assuan, costruita da Nasser negli anni cinquanta, ma quasi nessuno sa che ad Assuan esisteva già un’altra diga, inaugurata dai britannici nel 1902 per prevenire le piene che ogni anno facevano esondare il letto del fiume. La diga fu ampliata tra il 1907 e il 1912 e poi tra il 1929 e il 1933, un anno prima che questa fotografia venisse scattata. Nasser costruì la sua diga 6,5 km più in alto lungo il corso del fiume.

Foto: Associated Press

Un nuovo re

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Un nuovo re

Fu’ad morì nell’aprile 1936. Suo figlio Faruk non potè essere incoronato fino al luglio 1937, quando aveva solo diciassette anni. La fotografia lo mostra durante i preparativi della cerimonia. All’inizio il giovane e bel principe godette di una certa popolarità, che però perse presto a causa della sua indolenza, dei vizi e dello sfarzo eccessivo a fronte dei milioni di egiziani che vivevano in povertà.

Foto: Associated Press

Attentato contro la democrazia

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Attentato contro la democrazia

Le Camicie verdi erano un movimento politico paramilitare monarchico e antidemocratico. Il 28 novembre 1937 la camicia verde Ezz al-Din Tewfiq sparò quattro colpi contro il ministro  Mustafa al-Nahhas mentre questi era alla guida della sua auto. Nahhas ne uscì illeso, ma pochi giorni dopo fu destituito da Faruk. Tewfiq fu condannato a dieci anni e le Camicie verdi si dissolsero.

Foto: Associated Press

Un’altra guerra mondiale

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Un’altra guerra mondiale

Durante la Seconda guerra mondiale l’Egitto potè mantenere la neutralità soltanto fino all’ingresso dell’Italia nel conflitto. A quel punto i britannici s’impadronirono del Paese e accrebbero gli effettivi dell’esercito egiziano fino a 100mila unità, destinate soprattutto ai lavori di retroguardia, più che al combattimento. L’Egitto non dichiarò guerra fino al febbraio 1945.

Foto: The Print Collector / heritage Images / Cordon Press

Contro l’influenza britannica

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Contro l’influenza britannica

Dopo il conflitto mondiale gli egiziani pretesero di rinegoziare il trattato anglo-egiziano del 1936. Il primo ministro Nuqrashi portò il tema davanti al consiglio di sicurezza dell’Onu, che nell’agosto 1947 se ne lavò le mani. Di conseguenza scoppiarono diversi tumulti per le strade e Hasan al Banna, leader della Fratellanza musulmana, minacciò il governo di proclamare la jihad se non avesse espulso i britannici. Centinaia di membri della Fratellanza furono arrestati o deportati, incluso al Banna.

Foto: Associated Press

Il colpo di stato di Naguib e Nasser

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Il colpo di stato di Naguib e Nasser

La notte tra il 22 e il 23 luglio 1952 i Liberi ufficiali misero in atto un colpo di stato per detronizzare Faruk. Nell’immagine sopra queste righe il “front-man” del golpe, il generale Naguib, si rivolge agli egiziani con un messaggio radiofonico il 24 luglio. Naguib si era distinto per le sue critiche alla monarchia, ma le ambasciate straniere si accorsero presto che il vero leader del golpe era il colonnello Nasser, che avrebbe preso il posto di Naguib nel febbraio 1954.

Foto: Associated Press

Il padre dell’Egitto moderno

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Il padre dell’Egitto moderno

Gamal Abdel Nasser fu uno dei leader più rilevanti del XX secolo. Coraggioso, intelligente, incorruttibile, un vero patriota e con un’ampia visione dello stato, modernizzò il Paese e restituì l’orgoglio agli egiziani recuperando il canale di Suez. Ma il suo governo fu pur sempre una dittatura militare, che provocò sofferenze ancora percepibili all’interno dell’Egitto.

Foto: Associated Press

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