Nella Londra vittoriana del 1848 un gruppo di artisti si riunì in una confraternita per opporsi all’arte del tempo, perché ritenevano che fosse diventata troppo schiava di regole e convenzioni oramai stantie e ripetitive. Si fecero chiamare “preraffaelliti” perché il loro ideale estetico era basato sulle caratteristiche dell’arte antecedente il Rinascimento maturo, quindi dall’arte dal Medioevo fino a prima di Raffaello, da cui derivò il nome del gruppo.
Dante Gabriel Rossetti all'età di 22 anni. Olio su pannello, 1883
Foto: Heritage Art/Heritage Images
Tra i fondatori della confraternita vi era Gabriel Charles Dante Rossetti. L’artista nacque a Londra il 12 maggio 1828 in una famiglia di origini italiane. Suo padre era Gabriele Rossetti, un letterato nato a Vasto (Abruzzo), noto per importanti studi sulla Commedia di Dante e per il suo impegno politico nei moti del 1820 che gli costò l’esilio prima a Malta e poi in Inghilterra. Ottenuto un incarico di docenza presso il King’s College di Londra, non fece più ritorno in patria. La madre era invece la londinese Frances Mary Lavinia Polidori, una donna molto colta appartenente a una famiglia d’intellettuali come John William Polidori (fratello di Frances), medico personale di Lord Byron e autore di romanzi a tema vampiresco.
A casa Rossetti la cultura era il pane quotidiano di tutti quanti cosicché lui e i suoi fratelli – era il secondogenito – fin da giovanissimi divorarono le opere di autori del calibro di Goethe, Shakespeare e Byron. Quando aveva circa sedici anni, s’innamorò dell’opera dantesca tanto da mettersi a tradurre in inglese la Vita Nuovae cambiare l’ordine dei suoi nomi facendosi chiamare Dante Gabriel Rossetti. Dimostrò fin da subito un talento precoce per la scrittura: non aveva ancora compiuto sette anni quando compose The slave, un poema drammatico ispirato alle opere di Shakespeare. A dodici anni scrisse con le due sorelle e il fratello (anche loro sarebbero diventati importanti intellettuali) il poema Roderick and Rosalba, a story of the Round Table. Infine, nel 1861 pubblicò uno studio su Dante e gli altri poeti stilnovisti dal titolo The Early Italian Poets from Ciullo d'Alcamo to Dante Alghieri in the original metres together with Dante's Vita Nuova.
'The Dream of Dante'. Opera ispirata a un passaggio di 'La Vita Nuova' di DanteAlighieri. Dante Gabriel Rossetti. 1871 circa
Foto: The Print Collector / Heritage Images / Cordon Press
Parallelamente alla passione letteraria sviluppò quello per la pittura. Nel 1841 s’iscrisse alla King's College School e poi alla Royal Accademy, entrambe a Londra. Rossetti era dotato di una personalità carismatica e ben presto, poco più che ventenne, s’impose alla guida del gruppo dei preraffaelliti che aveva fondato insieme ad altri cinque pittori tra cui William Holman Hunt e John Everett Millais.
Nel 1850 conobbe la donna che sarebbe diventata la sua modella, musa ispiratrice e consorte: Elizabeth Siddal (inizialmente Siddall, poi iniziò a firmarsi eliminando una “l”). La ragazza, di umili origini, non ebbe una solida istruzione scolastica, ma era molto dotata per l’arte e la poesia. Terza di otto figli, nacque in una zona periferica di Londra il 25 luglio 1829, da Charles, un artigiano, e da Elizabeth Eleanor Evans. Lizzie, com’era chiamata in famiglia, lavorava in una sartoria e disegnava nel tempo libero.
Elizabeth Siddal. 1855
Foto: Ashmolean Museum of Art and Arch / Cordon Press
Un giorno mostrò i suoi disegni al padre del pittore Walter Deverell. L’uomo le procurò una commissione come modella per il figlio, che proprio in quel momento stava dipingendo una grande tela ispirata a La dodicesima notte di Shakespeare. Deverell poi la presentò ai preraffaelliti e molti di loro la scelsero come modella. La sua pelle diafana e la chioma fulva ben rappresentavano l’ideale di bellezza “celtico-medievale” sostenuto dal gruppo.
La donna colpì in particolare Rossetti, che la volle come sua modella principale e sua allieva. In poco tempo i due s’innamorarono. Non fu però un rapporto facile: lui era spesso infedele, inoltre la famiglia dell’uomo – soprattutto le sorelle – non vedeva di buon occhio la relazione a causa delle origini operaie di Lizzie. La giovane, che nel frattempo aveva iniziato a comporre poesie, dedicò al loro rapporto molti versi, come il seguente: «Se il semplice sogno di un amore fosse vero, allora, dolcezza, saremmo in Paradiso. Ma noi siamo in terra […] dove il vero amore non è dato».
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Un altro problema di Lizzy era la salute cagionevole, che si era aggravata dopo un incidente occorso mentre posava per l’Ofelia di John Everett Millais. Il dipinto, ispirato da un passo dell’Amleto di Shakespeare, rappresenta il momento in cui la protagonista Ofelia muore annegata. Il pittore aveva fatto distendere la modella in una vasca da bagno riscaldata da candele (o, secondo un’altra versione, lampade a olio). Quando le candele si spensero, Elizabeth iniziò a patire il freddo ma rimase lo stesso nell’acqua gelida. Alla fine si ammalò gravemente e il padre chiese un indennizzo a Millais per pagarle le cure.
La famiglia Rossetti. Da sinistra Dante Gabriel, Cristina, la signora Rossetti e William Michael. Fotografia scattata da Lewis Carrol nel 1863
Foto: The Granger Collection, New York / Cordon Press
Purtroppo non guarì mai del tutto e per alleviare le sofferenze iniziò a fare uso di laudano. Nel 1860 Dante Gabriel si decise a sposarla. Le nozze si celebrarono nel mese di maggio, dopo dieci anni dal loro primo incontro. Lei però era sempre più debole sia fisicamente – non è chiaro se soffrisse di tubercolosi o di una patologia intestinale – e sia psicologicamente. Viaggiava spesso tra Parigi e Nizza per curarsi, ma tutto era invano. La situazione precipitò l’anno successivo, quando la figlia della coppia morì durante il parto. La salute di Elizabeth peggiorò ulteriormente e la donna cadde in una profonda depressione. L’11 febbraio 1862 assunse una dose eccessiva di laudano e morì a soli trentatré anni. Ufficialmente si trattò di un fatto accidentale, ma pare invece che il gesto fosse intenzionale e che avesse addirittura lasciato un biglietto di addio che Rossetti si affrettò a distruggere per evitare lo scandalo. In ogni caso, il pittore fu sopraffatto dal dolore e decise di seppellire nella bara della moglie un plico con alcune poesie in suo onore.
Poi iniziò anche il suo declino. Continuò ancora a dipingere (con nuove modelle, tra cui Jane Burden, moglie del pittore William Morris, con cui ebbe un legame sentimentale) dedicandosi soprattutto al tema della bellezza femminile, ma divenne sempre più eccentrico: iniziò a fare uso di droghe, si mise a spendere molto denaro per la sua collezione di porcellane cinesi, acquistò vari animali esotici – si racconta che un giorno vestì un tucano da cowboy e gli fece cavalcare un lama – e iniziò a interessarsi allo spiritismo. Nel 1870, pentitosi di aver sepolto le poesie – si trattava dell’unica copia – , fece riesumare il corpo della moglie per riprenderle e poi le pubblicò, insieme ad alcune della donna, in una raccolta dal titolo Poems. L’opera fu fortemente criticata per il forte erotismo di alcuni versi. Dopo aver pubblicato una seconda raccolta di poesie, nel 1872 iniziò a manifestare disturbi psichici, acuiti dall’abuso delle sostanze stupefacenti e dell’alcool. Tentò anche il suicidio ma fu salvato in extremis. Morì il 10 aprile 1882 per una forma di paralisi.
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