Agnès Sorel, l’arte di osare della "dama di beauté"

Alla corte di Francia è "la preferita" di Carlo VII: la sua bellezza e il suo stile influenzano la moda e le regole sociali, dando nuovo impulso al cambiamento

Una madonna bianca come il latte siede al centro del dipinto. È giovane, di una bellezza quasi sfrontata. Indossa un abito grigio, che contrasta con la pelle chiara e lascia completamente scoperte le spalle e un seno rotondo. Nulla di strano per una madonna del latte, se non per la pienezza delle forme e l’atteggiamento seduttivo della fanciulla, che osserva con un distacco innaturale il bambino che tiene seduto in grembo. Lei è Agnès Sorel, cortigiana “favorita” di re Carlo VII: è raffigurata come una regina e una santa, al contempo austera e sensuale. Il ritratto fuori dal tempo appartiene al Dittico di Melun, realizzato da Jean Fouquet in memoria della bella cortigiana francese, morta nel 1450.

Icona di stile e raffinatezza, nel cuore del Medioevo Agnès sovverte l’estetica e dona indirettamente un nuovo impulso alla trasformazione sociale e politica che accompagna la fine della Guerra dei cent’anni. Come avviene per Giovanna d’Arco - sua contemporanea - la sua immagine non convenzionale sarà dirompente, a suo modo rivoluzionaria: a Giovanna le armi, ad Agnès l’art de vivre, che influenzerà la corte di Francia nel XV secolo e negli anni a venire. A seicento anni dalla sua nascita, la cortigiana si riconferma tra le donne più influenti del suo tempo, non regina ma musa ispiratrice.

Madonna del latte in trono col bambino, dal 'Dittico di Melun', di Jean Fouquet, 1450-1455

Madonna del latte in trono col bambino, dal 'Dittico di Melun', di Jean Fouquet, 1450-1455

Foto: Pubblico dominio

“La favorita” del re

Agnès nasce nel 1422. Il luogo è incerto: alcuni storici sostengono sia originaria di Fromenteau, in Turenna, altri la collocano a Coudun, in Piccardia, territorio d’origine dei genitori Jean Sorel e Catherine de Maignelais. Con i quattro fratelli, la bambina cresce in una famiglia della piccola nobiltà, al servizio della casa d’Angiò. Non sono ricchi, ma godono dei favori ricevuti per l’appartenenza all’entourage di corte. Agnès riceve l’educazione consentita all’epoca solo alle donne d’élite: impara a leggere, a scrivere e a far di conto. È un privilegio non indifferente, soprattutto in un contesto sociale già duramente provato dalla Guerra dei cent’anni tra Francia e Inghilterra.

A quindici anni la giovane è affidata come dama di compagnia alla duchessa Isabella di Lorena, sposa di Renato I, re di Napoli e duca d’Angiò, nonché cognata di Carlo VII. L’incontro con il sovrano di Francia avviene a Tolosa nel 1443, forse incoraggiato proprio dalla casa d’Angiò, desiderosa di ripianare qualche debito offrendo la propria alleanza alla corona nella guerra contro gli inglesi. Il re ha quasi trent’anni più di Agnès, ma rimane folgorato dalla sua bellezza. La vuole a corte con sé, dove rimarrà dal 1444 al 1449. La grazia di Agnès non si limita al bell’aspetto: è intelligente, dolce, incarna i valori di castità - quando si unisce al re è ancora vergine - e parteciperà attivamente alla vita di corte. In breve tempo diventerà “la favorita” del sovrano, che la vorrà al suo fianco.

Alla corte di Carlo VII

Questa può essere considerata la prima grande rivoluzione portata dalla figura di Agnès: fino ad allora, i sovrani erano soliti nascondere i legami extraconiugali, a maggior ragione se sposavano la fede cristiana. Quando conosce Agnès, Carlo VII decide invece di mostrarsi pubblicamente in compagnia dell’amante, senza preoccuparsi dei mormorii di corte né del malcontento della moglie Maria d’Angiò, che suo malgrado dovette accettare questo nuovo status imposto dal sovrano. Agnès segue la coppia reale anche in occasione di balli e cerimonie istituzionali, compreso il matrimonio tra Enrico VI d’Inghilterra e Margherita d’Angiò, figlia di Renato I, primo passo verso la risoluzione del secolare conflitto. Più che uno scandalo, una rivoluzione.

Ritratto di Carlo VII di Jean Fouquet, 1445-1450, museo del Louvre, Parigi

Ritratto di Carlo VII di Jean Fouquet, 1445-1450, museo del Louvre, Parigi

Foto: Pubblico dominio

La giovane amante porta a corte una sferzata di novità, a partire dall’abbigliamento: abbandona la sobrietà tipica del tardo Medioevo scegliendo abiti con vita stretta e scollature generose realizzati su misura, che le lasciano scoperte le spalle e il décolleté.Per esaltare la bellezza del viso, adotta l’abitudine di rasarsi i capelli all’attaccatura della fronte, ornata da ricchi copricapi in tessuti e pietre preziose. Il suo stile fa scalpore, ma conquista in breve tempo gli sguardi e i desideri delle dame di corte, che ne prenderanno ispirazione. Al servizio della corte c’è Jacques Coeur, finanziere francese e consigliere del re (nonché uno dei tre esecutori testamentari di Agnès), da cui la giovane ottiene stoffe e materiali pregiati per arricchire il proprio guardaroba. Tra i doni più preziosi ricevuti dal re rientra uno dei primi diamanti intagliati, pietre associate al divino e in genere riservate ai sovrani. A lei sarà destinato inoltre il territorio di Beauté Sur Marne, che in un gioco di parole le varrà il soprannome di “dame de Beauté”, dama di bellezza.

Come una regina

La sua presenza influenza in molti modi la vita del re e della corte: l’amore per Agnès dissipa la proverbiale malinconia di Carlo VII, che secondo le cronache dell’epoca torna ad apprezzare la vita mondana, organizza giostre e acquista maggiore fiducia in sé stesso, anche nella sfera pubblica. Ciò si riflette indirettamente nella condotta politica, dove un’altra donna - Giovanna d’Arco - guiderà la riscossa nazionale della Francia portandola alla vittoria, e nel 1453 alla fine del conflitto, che Agnès non vedrà.

Tra il 1442 e il 1445 Agnès dà alla luce tre figli, tutti riconosciuti da re Carlo VII. Pochi anni più tardi rimane incinta una quarta volta, ma la gravidanza non va a buon fine. Il parto prematuro e l’infezione che ne deriva debilitano la donna, il cui corpo era già minacciato da altri problemi di salute. Muore il 4 febbraio 1450 a Mesnil-sous-Jumoèges: non ha ancora compiuto i ventotto anni. Per lei vengono organizzati i funerali e una sepoltura degna di una regina. Il re fa costruire due tombe in marmo: il suo corpo sarà sepolto a Loches, il suo cuore custodito a Jumièges in una cappella dell’abbazia.

Ritratto di Agnese Sorel, copia dall'originale perduto di Jean Fouquet, museo degli Uffizi, Firenze

Ritratto di Agnese Sorel, copia dall'originale perduto di Jean Fouquet, museo degli Uffizi, Firenze

Foto: Pubblico dominio

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L'ipotesi di avvelenamento

A distanza di oltre cinque secoli si fa strada l’ipotesi che la morte di Agnès non fosse dovuta all’infezione causata dal parto. I resti della dame de Beauté sono stati presi in esame da un team di ricercatori francesi coordinato dal medico legale Philippe Charlier: grazie alle nuove tecnologie a disposizione è stato possibile svolgere diverse analisi, tra cui quelle tossicologiche, che hanno rivelato una consistente presenza di mercurio nei tessuti prelevati dalle spoglie. Agnès potrebbe dunque essere morta per avvelenamento: uno scenario plausibile, considerando che all’epoca il mercurio era utilizzato per debellare i parassiti gastrointestinali - di cui Agnès soffriva - o per curare la febbre da parto. Tuttavia, l’altissima concentrazione del metallo rinvenuta (da 10mila a 100mila volte più elevata della normale somministrazione a scopo curativo) apre la strada all’ipotesi di omicidio.

Tra i principali sospettati c’è Robert Potevin, medico di corte, che dopo la morte smentisce con decisione l’ipotesi di avvelenamento da mercurio, nonostante i sintomi fossero inequivocabili per un occhio esperto. Non si esclude dunque che lo stesso Potevin si sia reso artefice di un gesto sicuramente auspicato da molti: uccidere l’amante del re e liberare il campo in favore del delfino di Francia - che non vedeva di buon occhio l’amante del padre - guadagnandosi riconoscenza e favori futuri. Eliminare Agnès significa mettere fuori gioco altri potenziali eredi riconosciuti dal re, ma soprattutto la donna che più sapeva influenzarlo, al punto di guadagnare pubblicamente un posto al suo fianco. Nonostante le ombre che ancora gravitano sulla vicenda, l’arte ha reso immortale la figura di Agnès, cortigiana divina e terrena, madonna e sovrana, dama di eterna bellezza, che continua a far parlare di sé.

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