28 maggio: l’anniversario conosciuto più antico della storia

È oggi, e si riferisce a un evento di 2604 anni fa. Il 28 maggio 584 a.C., sul fiume Halys, in Anatolia, una battaglia tra lidi e medi fu interrotta improvvisamente dall’oscurità. È l’evento più arcaico di cui conosciamo la data con certezza, e tutto grazie a Erodoto e a un’eclissi solare

Determinare in modo esatto la data di eventi molto antichi è estremamente complesso. Per ordinare i fatti in base alla loro successione nel tempo l’essere umano si è servito per millenni di cronologie, dei sistemi di classificazione che mettono serie temporali in relazioni tra loro – per esempio delle guerre con l’anno di regno di un determinato sovrano – e variano da cultura a cultura. Ma più si va indietro nel tempo e più i problemi di conversione da un sistema all’altro o la mancanza di informazioni precise rendono difficile stabilire il giorno esatto di un certo avvenimento.

Il tempo nella storia

Compilare delle cronologie assolute e universali, poi, è un’esigenza emersa con l’imporsi di calendari solari come quello giuliano, adottato a Roma dal 46 a.C. e che numerava gli anni a partire dalla fondazione di Roma (ab urbe condita, 753 a.C.); e poi ulteriormente affermatasi con la concezione lineare della storia e dello scorrere del tempo che caratterizza la civiltà giudaico cristiana, e che ha portato all’adozione del calendario gregoriano incentrato sul presunto anno di nascita di Gesù, entrato in vigore nel 1582 e ancor oggi usato in gran parte del mondo.

Eclissi solare. 2019. Ande cilene

Eclissi solare. 2019. Ande cilene

Foto: ZumaPRESS.com / Cordon Press

I greci avevano invece una concezione ciclica del tempo, e per stabilire cronologie ricorrevano agli anni dei magistrati in carica o alle date di fondazione delle città. Nel IV secolo a.C. Eratostene di Cirene propose di usare come riferimento i Giochi olimpici, un metodo abbastanza funzionale perché nella letteratura greca abbondavano i riferimenti alle Olimpiadi, e queste avevano oltretutto un carattere panellenico, cioè comune a tutte le città greche dell’epoca.

Prima di lui, la difficoltà di trovare dei riferimenti temporali comuni per le varie poleis è testimoniata per esempio da Tucidide, che nella sua Guerra del Peloponneso per indicare le date cita sia il nome del magistrato più anziano (éforo) che era in carica quell’anno a Sparta, sia quello del suo omologo ateniese, l’arconte.

La battaglia dell’eclissi

Ma proprio un fatto bellico narrato da uno dei primi storici greci, Erodoto, potrebbe essere l’evento più antico di cui conosciamo la data “esatta”. E questo grazie a un’eclissi, a Plinio e forse anche a Talete. Si tratta di una battaglia combattuta in Asia minore tra l’esercito dei medi e quello dei lidi, e che fu interrotta bruscamente a causa di un’eclissi totale di sole. Lo scontro fu solo un episodio di un conflitto più ampio, nato dagli interessi contrastanti di due potenze in espansione e prolungatosi per oltre cinque anni, in una situazione di incertezza che vedeva di volta in volta uno dei due contendenti imporsi sull’altro.

Eclissi di sole e luna. Incisione di Auguste-Henri Dufour tratta dal volume 'Tableaux du Systeme Planetaire' pubblicato a Parigi nel 1839

Eclissi di sole e luna. Incisione di Auguste-Henri Dufour tratta dal volume 'Tableaux du Systeme Planetaire' pubblicato a Parigi nel 1839

Foto: Historica Graphica Collection / Cordon Press

Ecco come racconta l’avvenimento Erodoto nelle sue Storie:

«Fra lidi e medi scoppiò una guerra, lunga cinque anni, durante la quale più volte i medi sconfissero i lidi e più volte i lidi sconfissero i medi; e combatterono anche una battaglia notturna; infatti mentre essi con pari fortuna proseguivano la guerra, al sesto anno di scontro, nel corso di una battaglia, improvvisamente il giorno si fece notte. Questo fenomeno era stato preannunciato agli ioni da Talete di Mileto, indicando quello stesso anno in cui effettivamente avvenne. Quando lidi e medi videro le tenebre prendere il posto del giorno, smisero di combattere e si affrettarono entrambi a stipulare un trattato di pace».

L’importanza delle eclissi

Dalla descrizione di Erodoto è abbastanza evidente che ci troviamo di fronte a un’eclissi solare, un oscuramento del sole che si verifica quando la luna s’interpone fra l’astro e il punto di osservazione. Nel caso di un’eclissi totale la luna proietta sul nostro pianeta un cono d’ombra, di dimensioni molto ristrette, una specie di fascia larga mediamente un centinaio di chilometri, che si sposta lungo uno specifico “percorso di oscuramento” determinando così le zone da cui sarà osservabile il fenomeno.

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Le eclissi sono particolarmente preziose per la cronologia assoluta, perché con le attuali conoscenze matematiche e cosmologiche è relativamente facile conoscerne il giorno e il percorso esatti, tanto di quelle passate come di quelle future.

Tuttavia questi fenomeni sono più frequenti di quello che si pensa, e si ripetono in cicli di poco superiori ai diciotto anni; per cui non sarebbe facile capire quale sia l’eclisse totale che fa da sfondo all’evento narrato da Erodoto in mancanza di ulteriori riferimenti. E qui torna utile un passo della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio: «Tra i greci il primo di tutti [a studiare la causa delle eclissi] fu Talete di Mileto, che predisse l'eclissi di sole dell'anno quarto della 48a Olimpiade, verificatasi durante il regno di Aliatte, nell’anno 170 dopo la fondazione di Roma». Le indicazioni di Plinio restringono la possibile data della battaglia agli anni 585-584 a.C., il che ha permesso agli studiosi di concludere che l’eclissi solare totale in questione è quella del 28 maggio del 584 a.C.

Un banchetto a cui partecipano i sette saggi greci: Periandro, Talete, Solone, Cleobulo, Chilone, Biante, e Pittaco

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Foto: ZumaPRESS.com / Cordon Press

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La previsione di Talete

Particolarmente interessante è il fatto che sia Erodoto sia Plinio affermano che Talete avesse previsto in anticipo il fenomeno. Se questa informazione fosse vera, si tratterebbe anche della più antica previsione di un’eclissi di cui abbiamo notizia. Ma non è chiaro come Talete potrebbe essere arrivato a una conclusione simile sulla base delle conoscenze disponibili allora.

Vissuto tra il VII e il VI secolo a.C. e considerato tradizionalmente il primo filosofo occidentale, Talete era anche un brillante matematico e un grande esperto di geometria. Detto questo, sicuramente non poteva avere chiaro il meccanismo alla base delle eclissi, visto che riteneva che la terra fosse un disco piatto poggiato sull’acqua. Ma aveva senz’altro una conoscenza approfondita dei moti apparenti del sole e della luna. I caldei – un popolo semita che abitava la parte meridionale della Mesopotamia fin dal IX secolo a.C. – erano stati i primi a individuare delle regolarità nel verificarsi delle eclissi, scoprendo il cosiddetto "ciclo di Saros", un periodo di circa 18 anni e 11 giorni secondo il quale si succedono nel tempo le eclissi di sole e di luna. Durante un Saros si verificano 29 eclissi lunari e 41 elissi solari.

È molto probabile che Talete fosse a conoscenza di questa ciclicità, forse anche grazie al lavoro degli astronomi babilonesi, le cui registrazioni astronomiche andavano indietro di centinaia di anni. Ma queste informazioni non erano di per sé sufficienti a effettuare la previsione: infatti, anche se le eclissi si ripetono con la periodicità sopra illustrata, i luoghi della terra da cui sono visibili non sono gli stessi. E sicuramente all’epoca di Talete non c’erano le conoscenze geodetiche necessarie a ricavare il dato mancante. Non ci sono motivi di dubitare che il filosofo di Mileto avesse annunciato agli ioni l’anno dell’eclisse, come riferito da Erodoto. Ma che questa potesse essere apprezzata dall’Asia minore fu solo questione di fortuna.

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