1922, guerra civile in Irlanda: moderati contro l’esercito repubblicano irlandese (IRA)

Dopo un lungo conflitto con la Gran Bretagna, nel 1922 i nazionalisti irlandesi si preparavano a proclamare l’indipendenza dell’isola quando scoppiò una guerra civile tra i moderati, che difendevano l’accordo con Londra, e i radicali dell’Irish Republican Army (esercito repubblicano irlandese, IRA)

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L’insurrezione di Pasqua, una ribellione fallita

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L’insurrezione di Pasqua, una ribellione fallita

Alla fine del XIX secolo il nazionalismo irlandese era diventato un potente movimento politico e sociale, specialmente nel sud dell’Irlanda. Approfittando del fatto che l'attenzione della Gran Bretagna era tutta rivolta alla Prima guerra mondiale, il 24 aprile 1916 scoppiò una ribellione indipendentista che fu soffocata in meno di una settimana.

Foto: Cordon Press

L’ondata di repressione

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L’ondata di repressione

I tribunali militari britannici processarono 120 ribelli, novanta dei quali furono condannati a morte. Nell’immagine si vede una di loro, Constance Markiewicz, la cui sentenza fu commutata in quanto donna: in carcere fu testimone dell’esecuzione di quindici compagni.

Foto: Cordon Press

L’Irlanda dichiara l’indipendenza

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L’Irlanda dichiara l’indipendenza

La violenza con cui la Gran Bretagna represse le proteste contribuì a far sì che alle elezioni del 1918 trionfasse il partito indipendentista, il Sinn Féin, tranne che nel nord dell’isola, rimasto a favore dei britannici. Il Sinn Féin rifiutò di riunirsi nel parlamento di Westminster e costituì invece una propria assemblea, il Dáil Éireann, che dichiarò l’indipendenza dell’Irlanda nel gennaio 1919 e di cui facevano parte Éamon de Valera, Michael Collins e Constance Markiewicz. Allo stesso tempo l’IRA ‒ l’esercito repubblicano appena costituitosi, formato da guerriglieri volontari ‒ lanciava il suo primo attacco contro le forze britanniche: cominciava così la Guerra d’indipendenza.

Foto: Cordon Press

Il dispiego di forze paramilitari

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Il dispiego di forze paramilitari

Travolta dalla guerriglia dell’IRA, la Gran Bretagna dovette rimpolpare le proprie unità con delle reclute volontarie, che divennero note come i “Black and Tans” per i colori nero e cachi della loro uniforme, diversa da quella dell’esercito. Questi soldati divennero tristemente famosi per i loro attacchi alla popolazione civile.

Foto: AP

Negoziati per la pace

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Negoziati per la pace

La Gran Bretagna e i ribelli irlandesi concordarono una tregua nel giugno 1921. I negoziati di pace culminarono a dicembre con la firma di un trattato. La delegazione irlandese che lo firmò era guidata da Arthur Griffith, che appare seduto sulla sinistra, e comprendeva anche Michael Collins, al centro.

Foto: Cordon Press

L’addio dei britannici

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L’addio dei britannici

Il movimento indipendentista si divise sulle condizioni del trattato, che manteneva lo Stato libero d’Irlanda come dominion – un territorio con larga autonomia – nel Commonwealth, con il re inglese quale capo di stato. Nel gennaio 1922 il parlamento irlandese approvò il trattato con una maggioranza scarsa, di meno di dieci voti. La fotografia illustra il momento in cui le truppe irlandesi sostituiscono quelle britanniche nel posto di guardia della residenza estiva del Lord lieutenant of Ireland, o Lord luogotenente d’Irlanda, rappresentante della Corona britannica a Dublino.

Foto: Mary Evans / AGE Fotostock

Il leader contrario ai compromessi

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Il leader contrario ai compromessi

Come protesta alla decisione del parlamento, Éamon de Valera, che era stato presidente della repubblica irlandese dal 1919, si dimise e iniziò una campagna contro gli accordi. Il suo primo intervento pubblico (nell’immagine) ebbe luogo a Dublino il 12 febbraio 1922, davanti a migliaia di uomini che marciarono nella città in formazione militare. De Valera dichiarò che il trattato pregiudicava completamente l’indipendenza e l’unità dell’Irlanda. In seguito avrebbe convocato adunanze anche in altre città irlandesi.

Foto: Bettmann / Getty Images

Bombe a Dublino

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Bombe a Dublino

Il gruppo del Sinn Féin favorevole ai patteggiamenti vinse le elezioni nel giugno 1922, ma ciò non impedì che la maggior parte dell’IRA continuasse a opporsi al trattato di pace. Confidando nella possibilità di far scoppiare un nuovo scontro con i britannici, che mantenevano le truppe a Dublino, in aprile duecento soldati dell’IRA occuparono il palazzo di Four Courts. Messo sotto pressione dai britannici, il governo provvisorio irlandese lanciò un ultimatum agli occupanti dell’edificio: se non l’avessero evacuato, li avrebbero portati via con la forza. L’attacco cominciò il 28 giugno e si prolungò per tre giorni, nel corso dei quali l’edificio fu bombardato dall’artiglieria. Nella fotografia si può osservare la colonna di fumo causata dalle esplosioni avvenute durante l’attacco, in seguito al quale gli occupanti dovettero arrendersi. L’evento segnò l’inizio della guerra civile.

Foto: Ann Ronan / AGE Fototstock

Michael Collins, martire della pace

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Michael Collins, martire della pace

Una delle figure più importanti dell’indipendentismo irlandese fu Michael Collins. Ministro delle finanze e direttore dell’intelligence dell’IRA nel corso della Guerra d’indipendenza, alla fine del suo mandato ricevette l’incarico di negoziare il trattato di pace con la Gran Bretagna, che avrebbe poi difeso contro i nazionalisti intransigenti. Quando scoppiò la guerra civile divenne il comandante in capo dell’esercito del governo provvisorio. Il 22 agosto 1922, durante un viaggio nella contea di Cork, nel sud-ovest dell’Irlanda, cadde vittima di un’imboscata e fu ucciso da un colpo alla testa. Al suo funerale a Dublino, nell’immagine, partecipò circa mezzo milione di persone. Il feretro, avvolto nella bandiera irlandese, era adagiato su un avantreno dell’artiglieria trainato da soldati dello Stato libero d’Irlanda.

Foto: Getty Images

La fine della guerra civile

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La fine della guerra civile

Dopo l’assassinio di Collins, nel settembre 1922 il parlamento assegnò allo Stato libero poteri straordinari per far fronte ai ribelli. Le truppe filogovernative si affermarono sul campo e, nel maggio 1923, consapevole dell’impossibilità di vincere, De Valera, leader politico del movimento contrario agli accordi, chiese all’IRA di deporre le armi. La guerra civile era terminata.

Foto: AP

Thomas Cosgrave: la stabilità dopo la guerra

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Thomas Cosgrave: la stabilità dopo la guerra

Alla morte di Michael Collins fu Thomas Cosgrave a mettersi a capo del governo provvisorio, e una volta istituito ufficialmente lo Stato libero d’Irlanda, nel dicembre 1922, fu presidente del consiglio fino al 1932.  Il suo mandato si concentrò sulla ricostruzione del Paese e sulla creazione di una politica estera autonoma all’interno del Commonwealth britannico.

Foto: Cordon Press

Un parlamento per l’Irlanda del Nord

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Un parlamento per l’Irlanda del Nord

L’Irlanda del Nord decise di continuare a far parte della Gran Bretagna, con dei margini di autonomia garantiti da un parlamento che s’insidiò a Belfast, in un edificio noto come Stormont inaugurato nel 1932. La divisione dell’isola continuò a essere fonte d’innumerevoli problemi.

Foto: AP

Il gabinetto del Fianna Fáil

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Il gabinetto del Fianna Fáil

Éamon de Valera tornò in prima linea rompendo con l’astensionismo del Sinn Féin e fondando il Fianna Fáil, che nel 1932 divenne il primo partito del parlamento irlandese. De Valera fu presidente del governo d’Irlanda in quattro occasioni tra il 1933 e il 1959.

Foto: AP

1949: la completa indipendenza

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1949: la completa indipendenza

Nel 1937 una nuova costituzione rimpiazzava la denominazione “Stato libero d’Irlanda” con quella di “Irlanda”, mantenendo il re britannico come capo di stato fino al 1949, quando il Paese abbandonò definitivamente il Commonwealth per trasformarsi in una repubblica. L’immagine fu scattata il 24 aprile durante la parata del giorno dell’Indipendenza davanti all’ufficio generale delle poste di Dublino, a cui si stima che parteciparono 100mila irlandesi.

Foto: AP

De Valera, presidente della Repubblica

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De Valera, presidente della Repubblica

Dopo aver concluso la sua ultima legislatura da presidente del governo, nel 1959 De Valera fu eletto presidente della Repubblica, concatenando il primo mandato con un secondo e rimanendo così in carica fino al 1973. Attraverso questo ruolo tentò di convincere l’opinione pubblica internazionale dei pericoli insiti nella divisione dell’Irlanda. L’immagine sopra queste righe mostra una visita di stato al presidente statunitense Lyndon B. Johnson nel 1964.

Foto: Cordon Press

1922, guerra civile in Irlanda: moderati contro l’esercito repubblicano irlandese (IRA)

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