1887. E luce fu: nasce il flash al magnesio

I tedeschi Gädicke e Miethe idearono una miscela di polvere di magnesio che provocava un potente lampo e permetteva di scattare fotografie nei luoghi più bui

Sin dagli esordi della fotografia, permessa dai primi dagherrotipi del 1837, ci si pose il problema di scattare immagini in condizioni di luce naturale scarsa. Né le candele né le lampade dell’epoca (a gas, a petrolio o ad arco elettrico) producevano un’illuminazione sufficiente e adeguata. La soluzione sembrò risiedere nel magnesio, un composto chimico la cui combustione provocava un potente lampo istantaneo. Verso il 1860 esisteva già un procedimento per ottenere magnesio allo stato puro, eppure s’ignorava quale fosse la miscela adatta a usarlo come flash. I fotografi provarono diverse formule mescolando nitrati, zolfo, solfuri e perfino polvere da sparo, la quale a volte dava luogo a esplosioni pericolose, perfino mortali. Non solo: si originava spesso una veloce fiammata più o meno luminosa che, se usata in ambiente chiuso, riempiva il locale di fumate tossiche e odori sgradevoli.

Adolf Miethe fotografato attorno al 1925

Adolf Miethe fotografato attorno al 1925

Foto: AKG / Album

Alla fine, nel 1887 i tedeschi Gädicke e Miethe trovarono la formula efficace e stabile di una miscela infiammabile di magnesio, divenuta subito popolare con il nome di Blitzlichtpulver (polvere di flash). Il composto conteneva trenta parti di magnesio puro mescolate a sessanta parti di clorato di potassio – apportava l’ossigeno necessario ad alimentare la fiamma – e a dieci di solfuro di antimonio. Quest’ultimo era il catalizzatore che accelerava la combustione in modo tale che la fiamma durasse circa un trentesimo di secondo. Aggiungendovi una piccola parte di sali minerali quali sodio, litio o calcio, si poteva far risaltare la scala dei grigi, ovvero il contrasto dei toni sul negativo.

Un grammo del composto, che poteva essere preparato a mano senza pericolo, era sufficiente a realizzare un ritratto. Con quattro grammi s’illuminava un teatro intero.

Minatore al lavoro. È una delle prime fotografie della storia scattate con il flash

Minatore al lavoro. È una delle prime fotografie della storia scattate con il flash

Foto: Alpha Stock / Alamy / Cordon Press

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Una formula sicura

Nel 1888 Gädicke e Miethe ottennero il brevetto della loro formula in Austria e Germania e pubblicarono una guida pratica per lavorare con la luce di magnesio, guida che ben presto ebbe risonanza sulla stampa specializzata. Nel brevetto della miscela inclusero anche un utensile: una scatola di lamiera con un lato in vetro e un condotto a valvola per far fuoriuscire i gas della combustione. Un simile sistema era molto più sicuro di quelli usati fino ad allora, perché per bruciare le diverse miscele di polvere di magnesio si ricorreva a ogni sorta di contenitore, perfino una semplice padella, con notevoli rischi sia per il fotografo sia per il fotografato.

Il composto divenne popolare subito e si applicò a un gran numero di campi. Per esempio nel 1888 il professore tedesco H. Cohn scattò a scopo clinico le prime fotografie della retina e dei nervi ottici. Il 1889 fu l’anno delle prime foto notturne sulla scena del crimine, elemento che aprì nuove opportunità ai giornalisti di cronaca. Grazie all’accessibile costo del magnesio e alla pericolosità relativamente bassa del composto, comparvero presto numerosi dispositivi per il flash.

1888. Mentre scopre l'obiettivo della macchina fotografica, il fotografo soffia attraverso un tubo e spolvera il magnesio puro sulla fiamma. Lo schermo serve per riflettere la luce

1888. Mentre scopre l'obiettivo della macchina fotografica, il fotografo soffia attraverso un tubo e spolvera il magnesio puro sulla fiamma. Lo schermo serve per riflettere la luce

Foto: Akg / Album

Uno di questi era costituito da nastri di cotone o di cellulosa impregnati di polvere di magnesio puro, che si compravano a rotoli e potevano essere impiegati all’interno di una scatola; a mano a mano si sfilava l’estremità che ardeva e produceva il lampo. Un’altra possibilità era quella di soffiare la polvere di magnesio puro su una fiamma attraverso un tubo o, più facilmente, tramite una pera pneumatica. Si fabbricarono pure delle pistole a cartucce di magnesio con il rischio, però, che le persone in posa confondessero i colpi con degli spari veri.

Alla fine dell’ottocento si sarebbe sviluppata la lampadina di flash di magnesio, dalla caratteristica forma a T: veniva azionata elettricamente, e compare in molti film di Hollywood.

Scatole di nastro di magnesio usate come flash fotografico agli inizi del XX secolo

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Foto: Alamy / Cordon Press
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