1106: l’annus horribilis di Venezia

La combinazione tra le alte maree, l’abbondanza delle piogge e il vento da sud-est provoca regolarmente l’acqua alta nella laguna veneziana. Una delle più catastrofiche si produsse nel gennaio del 1106. Il nucleo abitativo di Malamocco scomparve letteralmente dalle carte e i suoi abitanti si trasferirono a Chioggia. Solo a distanza di molti anni tornarono al Lido e rifondarono la città in un luogo più protetto.

L’isola di Rialto patì molti danni, ma si salvò. A distanza di pochi giorni scoppiò però un incendio che devastò sei parrocchie, e in aprile un nuovo e più devastante incendio distrusse 24 chiese della città. Le fiamme erano così potenti che il fuoco si propagò da una riva all’altra del Canal Grande, in un’epoca in cui esistevano solo ponti di legno.

Da allora si prese la decisione di costruire tutte le abitazioni in pietra, comprese quelle più popolari. Per le chiese furono utilizzati particolari mattoni rossi di piccole dimensioni, le altinelle, con così elevate caratteristiche di resistenza da garantire la conservazione degli edifici fino a oggi.

Il ponte di Rialto. L’opera attuale fu realizzata da Antonio da Ponte nel XVI secolo per sostituire quella medioevale in legno, distrutta da un incendio.

Il ponte di Rialto. L’opera attuale fu realizzata da Antonio da Ponte nel XVI secolo per sostituire quella medioevale in legno, distrutta da un incendio.

Foto: Luca da Ros / Fototeca 9x12

   

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