Processione dei guerrieri verso l’aldilà
Il dio raffigurato appare con un codino o un berretto con una nappa. Tra le mani tiene un uomo a testa in giù e sembra lo stia immergendo in un oggetto a forma di cubo sotto il quale si vede un cane che fa un balzo in aria. Compaiono poi due file di guerrieri, divisi da un albero disposto in senso orizzontale. I guerrieri della fila superiore sono cavallerizzi con elmi tipicamente celtici con ornamenti diversi, mentre quelli della fila inferiore sono fanti muniti di lance e scudi oblunghi tipici dell’Europa Centrale e Occidentale. Gli ultimi tre uomini della fila inferiore suonano il carnyx, il famoso corno da guerra celtico, sopra i quali è raffigurato un serpente.
Alcuni dettagli non sono di origine celtica, come gli abiti e dischi che assicurano i tiri dei cavalli, che sono dello stesso tipo di quelli dell’Europa del Sud. Qualcuno ritiene che i cavalli siano bardati secondo lo stile dei cavallerizzi ausiliari romani, molti dei quali provenivano dalla Tracia.
Si ritene che l’immagine rappresenti un’immersione rituale in un «calderone della resurrezione»: i guerrieri morti marciano con la lancia in spalla verso il calderone e poi se ne allontanano a cavallo una volta resuscitati per vivere in un mondo celeste. Il cane e il serpente con le corna sarebbero simboli dell’altro mondo, mentre l’albero orizzontale separerebbe l’inframondo dal paradiso. Secondo altri studiosi, però, la scena rappresenterebbe una morte per annegamento che si incontra spesso nei racconti irlandesi, come Aided Muirchertaig maic Erca e Aided Diarmada.
Foto: Erich Lessing / Album