Foto: Cordon Press
Dopo la vittoria del partito ultraconservatore alle elezioni del 1948, in Sudafrica iniziò un periodo di privazione dei diritti più essenziali per l'intera popolazione nera del Paese. Con le politiche dell'apartheid, la minoranza bianca si assicurò il controllo su una schiacciante maggioranza nera. Una delle misure più controverse fu l'adozione obbligatoria di un lasciapassare che tutti i cittadini neri dovevano portare sempre con sé perché fosse possibile controllare i loro spostamenti. Nel marzo 1960 a Sharpeville fu organizzata una massiccia protesta pacifica in cui i partecipanti si rifiutarono di portare con sé il pass. Con il passare delle ore iniziò ad arrivare un gran numero di poliziotti che, improvvisamente e senza alcun preavviso, aprirono il fuoco sui manifestanti. Il risultato di quella tragica giornata fu di sessantanove morti e 180 feriti. Il massacro fu denunciato da molti Paesi e condannato dalla comunità internazionale. Qualche anno dopo, le Nazioni Unite dichiararono il 21 marzo Giornata internazionale per l'eliminazione delle discriminazioni razziali in onore delle vittime di Sharpeville.