Poeta maledetto

Foto: Pubblico dominio

Il 31 agosto 1867 moriva Charles Baudelaire, uno dei più famosi poeti e saggisti francesi del XIX secolo. La sua morte non fu del tutto inaspettata: a ucciderlo fu la sifilide, risultato di una vita di eccessi che lo portò alla tomba all'età di quarantasei anni.

Baudelaire fu definito "poeta maledetto" per la natura trasgressiva e provocatoria della sua poesia, per il suo stile di vita bohémien e per la sua visione pessimistica della società e dell'esistenza umana. Il termine "poeta maledetto" divenne popolare alla fine del XIX secolo e fu applicato a una serie di poeti e scrittori che sfidavano le norme sociali e artistiche del loro tempo.

Baudelaire è noto soprattutto per la raccolta di poesie I fiori del male, pubblicata nel 1857. In quest'opera esplorò temi come l'amore, la decadenza, la bellezza, la morte e l'alienazione sociale. Le sue poesie trattavano spesso argomenti tabù e controversi e il suo stile poetico innovativo e audace fu considerato scandaloso da alcuni critici e dalla società conservatrice dell'epoca.

A parte la poesia, Baudelaire condusse una vita caratterizzata da bohème, sesso, droga e scandali, che lo allontanarono ulteriormente dalle norme sociali consolidate. Il suo stile di vita e la sua opera letteraria lo resero una figura controversa per il suo tempo. Malgrado questa reputazione, l'opera di Baudelaire è stata riconosciuta come una delle più influenti della poesia moderna e il suo impatto è stato avvertito dalle generazioni successive di scrittori e artisti.

Condividi

¿Deseas dejar de recibir las noticias más destacadas de Storica National Geographic?