Patti lateranensi

Foto: Pubblico dominio

L'11 febbraio 1929 ricorreva il settantunesimo anniversario della prima apparizione della madonna di Lourdes. Fu questa la data prescelta per la firma dei Patti lateranensi, il trattato che doveva regolare i rapporti tra lo stato italiano e la Chiesa di Roma. Il conflitto, denominato “questione romana”, era sorto in epoca risorgimentale a causa del processo di unificazione dell’Italia, che aveva posto fine alla sovranità temporale della Chiesa. Per anni la reazione cattolica era stata di dura opposizione allo stato italiano, con il divieto ai fedeli di partecipare alla vita politica (il non expedit del 1874), ma in seguito alla Prima guerra mondiale c'era stato un progressivo riavvicinamento. L’avvento del regime fascista spinse Benito Mussolini a cercare d’incanalare nelle proprie fila il cattolicesimo nazionale, mentre il papa Pio XI era ben contento di riacquisire la sovranità temporale sulla città del Vaticano. I patti furono firmati nel palazzo di San Giovanni in Laterano, una delle proprietà che venivano riconosciute come appartenenti allo stato pontificio, e da questo presero il nome. Nella foto, Mussolini e il cardinale Pietro Gasparri, segretario dello stato vaticano e firmatario dei patti, posano insieme prima della firma.

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