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Dopo aver ricoperto diverse cariche nel parlamento iraniano, nel 1950 Mohammad Mosaddeq aveva raggiunto una grande popolarità. Tra le altre cose, Mosaddeq sosteneva la nazionalizzazione della più grande fonte di ricchezza del Paese, il petrolio. Una risorsa fino ad allora nelle mani di potenze straniere come il Regno Unito, che la sfruttavano in larga misura per i propri interessi e profitti. Dopo la Seconda guerra mondiale l'insoddisfazione per gli accordi di concessione per la gestione e lo sfruttamento del petrolio aveva preso piede tra gli iraniani. Il Regno Unito rispose con un blocco economico sul Paese e scoppiò l'insurrezione. Mosadeqq propose la nazionalizzazione della Anglo-Iranian Oil Company e il parlamento l'approvò nel marzo del 1951, rendendo il leader politico una delle figure più amate del momento. Nello stesso anno la rivista Time lo nominò "uomo dell'anno". Tale dev'essere stata l'opinione degli stessi iraniani che, come si può vedere nella foto, circondarono Mosadeqq e lo sollevarono per esprimere il loro sostegno il 27 settembre 1951, dopo che aveva ratificato la sua posizione sulla nazionalizzazione. Nell'agosto del 1953 il leader del Fronte nazionale sarebbe stato estromesso dal potere con un colpo di stato orchestrato dalla CIA e dall'MI6 per riportare al potere lo scià Mohammad Reza Pahlavi.