Il canale della discordia

Foto: Pubblico dominio

Nel settembre 1956 il presidente egiziano Gamal Abd el-Nasser formalizzò un'importante decisione presa due mesi prima: nazionalizzare il canale di Suez, che collegava il Mediterraneo al mar Rosso.

Il canale, in funzione dal 1869, era l'infrastruttura più importante del Paese per il traffico di navi da carico. Per decenni era stato sotto il controllo della Gran Bretagna, che beneficiava dei grandi introiti generati dal transito attraverso il canale.

Nasser decise di nazionalizzare il canale in risposta al rifiuto della Gran Bretagna di sostenere la costruzione della diga di Assuan, il suo progetto di punta per fornire elettricità al Paese. Ciò scatenò una crisi globale che culminò una guerra tra l'Egitto e un'alleanza composta da Regno Unito, Francia e Israele e con restrizioni alla navigazione attraverso il canale di Suez.

La situazione si normalizzò solo nel 1975, quando l'Egitto eliminò le restrizioni al transito sul canale in cambio della restituzione della penisola del Sinai, che Israele aveva conquistato durante la guerra. Da allora l'Egitto ha beneficiato delle entrate generate da questa scorciatoia vitale per il commercio marittimo.

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