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Karl Marx, Sigmund Freud, Alfred Döblin, Albert Einstein, Stefan Zweig, James Joyce, Oscar Wilde o Ernest Hemingway furono solo alcuni degli autori le cui opere furono dato in pasto alle fiamme nella primavera del 1933 in Germania. All'inizio di quell'anno Adolf Hitler era salito al potere e presto mise in azione tutti gli strumenti di controllo e repressione che aveva a disposizione. Come in molte altre dittature della storia, Hitler applicò le sue politiche restrittive anche al mondo della cultura. Uno dei primi provvedimenti fu stilare un elenco degli scrittori proibiti dal regime in quanto non in linea alle idee che il Terzo Reich voleva imporre, e che iniziarono a essere tacciati di "spirito anti-tedesco". Fu così che associazioni di studenti, professori e altri membri del Partito nazionalsocialista operaio tedesco organizzarono un rogo pubblico di libri il 10 maggio 1933. Le sconvolgenti immagini delle pile di libri date alle fiamme di fronte a centinaia di persone (come quella che si vede sopra queste righe) divennero uno dei simboli del regime nazista, un presagio oscuro e preciso di quanto era a venire.