Contro nazisti e sovietici

Foto: CC

Quando si avvicinava la fine della Seconda guerra mondiale (1939-1945), il governo e l'esercito nazionale polacco (Armia Krajowa) in esilio iniziarono a organizzarsi per cercare di liberare il Paese dall'occupazione nazista prima che lo facessero le truppe sovietiche. Episodi molto gravi come il massacro nella foresta di Katyn non lasciavano presagire un buon futuro se l'Armata Rossa avesse prevalso in Polonia. Così in tutto il territorio furono organizzate diverse rivolte quasi simultanee, ma uno dei luoghi in cui questa strategia ebbe maggior successo fu a Varsavia, la capitale. La rivolta iniziò il 1 agosto 1944, nell'immagine si possono vedere i soldati dell'Esercito Nazionale che pattugliano le strade i primi giorni del mese. L'Armia Krajowa riuscì a mantenere le posizioni conquistate fino al 2 ottobre, quando il generale Tadeusz Bór-Komorowski firmò la resa, poiché non aveva ricevuto alcun sostegno internazionale. L'Armata Rossa, che aveva raggiunto il fiume Vistola il 10 settembre, arrestò la sua avanzata proprio all'ingresso di Varsavia adducendo mancanza di rifornimenti, lasciando le forze polacche senza l'aiuto previsto. I soldati polacchi sopravvissuti che non furono inviati nei campi di concentramento nazisti furono catturati, torturati, imprigionati o giustiziati da Stalin quando occupò la Polonia dopo la fine della guerra.

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