Attentato mortale a Wall Street

Foto: Pubblico dominio

Il 16 settembre 1920 un'autobomba imbottita di esplosivo esplose nel cuore del quartiere finanziario di Wall Street a New York, uccidendo trentotto persone e ferendone più di 140. All'epoca fu uno degli attacchi terroristici più letali degli Stati Uniti.

La bomba si trovava in un carro trainato da cavalli all'interno della quale erano nascosti quarantacinque chili di dinamite fatta esplodere da un meccanismo a orologeria. A mezzogiorno il carro era parcheggiato davanti agli uffici della banca JPMorgan Chase, nell'angolo più trafficato del distretto finanziario.

La dinamite fu fatta esplodere nel bel mezzo dell'ora di punta del mattino, causando una vasta distruzione nella zona e uccidendo trentotto persone, la maggior parte delle quali impiegate in borsa. L'obiettivo principale, la sede della JPMorgan, fu distrutto.

L'attacco fu attribuito a un gruppo anarchico chiamato "galleanisti", ispirato a Luigi Galleani, un anarchico italiano. Il gruppo era stato coinvolto in una serie di attività violente e attentati negli Stati Uniti in quel periodo, con l'obiettivo di promuovere le proprie idee anarchiche e protestare contro il sistema capitalistico e il governo.

Nonostante gli sforzi della polizia e delle autorità, il diretto responsabile dell'attentato non fu mai identificato o catturato. Le indagini portarono ad alcuni arresti e detenzioni, ma non si arrivò a una risoluzione definitiva del caso.

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