Donna intelligente e carismatica, abile politica, migliorò l'economia del Paese e portò l'impero cinese alla sua massima espansione verso ovest, promuovendo al contempo la mobilità sociale. Regnante crudele e dispotica, uccise i suoi stessi figli per accedere al trono, istituì una polizia segreta e una rete d'informatori e alimentò la corruzione a corte. Le azioni attribuite a Wu Zetian ‒ il nome con cui regnò: non siamo sicuri nemmeno di quale nome le fu dato alla nascita ‒ sembrano riferirsi a due persone completamente diverse, ed è difficile, a distanza di più di mille anni, ricostruire con certezza la sua vita. Su un dato però non c'è alcun dubbio: Wu Zetian fu la prima e unica imperatrice in più di tremila anni di storia cinese.
Ritratto di Wu Zetian
Foto: Pubblico dominio
Wu Mei, concubina dell'imperatore
Le origini di Wu Zetian sono incerte: sappiamo che nacque tra il 623 e il 624 da un padre artigiano che aveva fatto fortuna nell'esercito, Wu Shihuo, e da una nobildonna legata alla famiglia dell'imperatore, Yangda. Nella Cina del suo tempo, i nomi delle bambine erano raramente registrati, così di lei conosciamo soltanto il patronimico Wu, che conservò per tutta la vita, e i nomi che le furono dati via via durante la scalata delle gerarchie di corte.
Ancora adolescente, infatti (tra i dodici e i quattrodici anni, secondo le fonti), la giovane entrò a far parte dell'harem dell'imperatore Tai Zong come "concubina di talento": un grado piuttosto basso all'interno del gineceo. Fu però qui che acquisì il suo primo nome ufficiale, Mei ("incantevole"), e che probabilmente ebbe occasione di ampliare la propria istruzione. Sembra infatti che il padre le avesse permesso di studiare ‒ scelta rara, per una donna dell'epoca ‒ e che quindi, pur non diventando mai una prediletta dell'imperatore, Wu Zetian gli sia stata utile in veste di segretaria. Grazie a questo ruolo apprese varie nozioni di storia, letteratura e politica.
Quando però Tai Zong morì, nel 649, a Wu Zetian fu riservato il destino delle concubine vedove senza figli: dovette ritirarsi come monaca in un monastero buddista. Per una serie di eventi di cui non siamo sicuri, tuttavia, quella che doveva essere la fine della sua vita pubblica divenne invece il primo gradino della sua scalata al potere. C'è chi dice che già da concubina la giovane fosse diventata amante del principe ereditario, Gao Zong, che una volta divenuto imperatore scelse di tirarla fuori dal monastero per farne la propria concubina; secondo altri fu l'imperatrice consorte Wang a farla liberare, in modo che distraesse l'imperatore da una concubina da cui aveva già avuto figli (mentre l'imperatrice consorte ancora non ne aveva).
Ritratto di Gao Zong del XVIII secolo
Foto: Pubblico dominio
Wu Hou, imperatrice consorte
Quale che sia la verità, nel 650, all'età di ventotto anni, Wu Zetian tornò a corte come concubina del nuovo imperatore, e questa volta il sovrano non le rimase indifferente. In pochi anni lei gli diede quattro figli maschi e raggiunse un grado di grande prestigio a corte, riuscendo a tessere una rete di alleati fedelissimi. Fu così che, quando nel 655 la bambina che aveva da poco partorito fu trovata morta con dei segni di strangolamento, la concubina accusò dell'omicidio l'imperatrice consorte, che aveva appena visitato la neonata. L'imperatore credette all'accusa e ritirò il titolo alla consorte, che sarebbe poi stata esiliata. Wu Zetiang poté così sposare Gao Zong, assumendo il titolo di imperatrice consorte (Wu Hou).
Gli storici confuciani, decisamente ostili a questa figura storica dirompente, hanno accusato Wu Zetian di essere stata lei a uccidere la figlia per poter accusare l'imperatrice consorte e prendere il suo posto. Le teorie di oggi sono meno nette: è anche possibile che l'imperatrice consorte fosse davvero così gelosa della rivale da ucciderne la figlia, o anche che la piccola sia morta in culla e che la madre ne abbia approfittato per accusare l'imperatrice, o che fosse genuinamente convinta del suo intervento. In ogni caso, da questo momento in poi il ruolo di Wu Zetian a corte fu sempre più rilevante.
L'imperatore aveva infatti una salute molto cagionevole, e a partire dal 660 si fece aiutare dalla moglie nella gestione dell'impero. Questa si rivelò tanto abile e intelligente che presto Gao Zong cominciò a dipendere completamente dai suoi consigli e giudizi. Non prendeva nessuna decisione senza averla prima consultata, e anzi, da quando la sua salute peggiorò, nel 665, delegò spesso apertamente a lei le questioni di governo.
Ritratto dell'imperatrice Wu del 1690 circa
Foto: Pubblico dominio
La politica di Wu Zetian
Wu Zetian intraprese una politica che rese la corte più autonoma dall'aristocrazia, che le era profondamente contraria. Privilegiò la città di Luoyang, la seconda capitale cinese, dove lei e l'imperatore iniziarono a vivere sempre più spesso, per allontanarsi dalla capitale storica Chang'an (l'attuale Xi'an). Rafforzò inoltre il sistema degli esami per il reclutamento dei funzionari di corte, aprendoli anche alla classi più basse, fino ad allora escluse; in questo modo favorì le competenze sopra i diritti di sangue, creando una classe politica più fedele a lei che alle antiche famiglie. In quel periodo iniziò anche una guerra nel nord della Corea che favorì l'espansione della Cina in quest'area.
Furono anche gli anni in cui fece allontanare dal potere i due figli maggiori, che si erano mostrati poco inclini a seguire i suoi consigli: il primo morì avvelenato, mentre il secondo fu accusato di tradimento ed esiliato. Il terzo figlio sembrava più ben disposto a farsi guidare dalla madre. Fu così che, quando nel dicembre 683 Gao Zong morì, lasciò il titolo a lui, che salì al trono con il nome di Zhong Zong. Nel testamento, tuttavia, era chiaramente indicato che Wu Zetian avrebbe avuto il ruolo decisionale più importante, che avrebbe continuato a esercitare come reggente.
L'estensione dell'impero cinese sotto Wu Zetian
Foto: Ian Kiu Albert, da 'History and Commercial Atlas of China'. Harvard University Press., CC BY-SA 3.0, pubblico dominio
La dinastia di Wu Zhao
Quando Zhong Zong fece mostra di non voler sottostare alle volontà della madre, fu da lei detronizzato in favore del quarto fratello, Rui Zong. Questi, sebbene fosse stato titolato imperatore, non esercitò mai nessuna delle facoltà legate al suo ruolo. Non si trasferì nei quartieri dell'imperatore, non poteva partecipare agli incontri o consultarsi con gli ufficiali: il potere era di fatto tutto nelle mani della madre, che nel 690 decise di lasciar perdere le apparenze e fece dimettere Rui Zong, assumendo lei stessa il titolo di imperatrice, huangdi (il termine in cinese non ha genere, ma è diverso dal titolo di consorte dell'imperatore, che si dice hou).
Wu Zetian era riuscita nel suo intento: a partire dal 690, per quindici anni esercitò a corte un potere assoluto. Pretese anzi di fondare una nuova dinastia, che chiamò Zhao, "luce dal cielo", a partire da un carattere inventato appositamente per lei da un letterato di corte. In realtà, dal momento che la dinastia iniziò e finì con lei (i suoi eredi mantennero il cognome del marito e defunto imperatore), la validità di questa nuova dinastia è incerta. Rimane però chiara l'intenzione di dare un nuovo corso alla storia della Cina da parte della sua nuova imperatrice.
Ritratto di Wu Zetian del XVIII secolo
Foto: Pubblico dominio
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Sovrana spietata e patrona delle arti
Naturalmente il suo governo subì moltissime opposizioni, tentativi di rivolte e di colpi di stato. Wu Zetian dovette affrontarle con pugno di ferro, soffocando nel sangue le rivolte e istituendo un sistema d'informazione capillare per venire a conoscenza di ogni azione o personaggio sospetti. L'istituzione di una polizia segreta e la buona accoglienza riservata ai delatori sono state severamente giudicate dagli storici, ma non sorprendono certo, alla luce della precarietà del suo ruolo di donna ed estranea alla stirpe reale.
Durante il suo governo Wu Zetian continuò a sostenere funzionari capaci e fedeli a scapito dell'aristocrazia; favorì l'agricoltura, in quel periodo più florida che mai, e la religione buddista, per la quale fece costruire le splendide statue nelle grotte di Longmen e la pagoda della Grande oca selvatica, entrambe ancora in piedi. Sotto il suo regno, la Cina raggiunse la sua massima espansione verso ovest fino ad allora conosciuta. L'imperatrice fu anche letterata: a suo nome ci rimangono quarantasei poesie e sessantun saggi, e fu lei a patrocinare un'istituzione incaricata di scrivere una raccolta di biografie di donne famose.
Statua di Budda commissionata da Wu Zetian per le grotte di Longmen
Foto: G41rn8, CC BY-SA 4.0, pubblico dominio
Con la vecchiaia mantenere il potere divenne sempre più difficile. All'età di ottant'anni, nel 705, Wu Zetian dovette abdicare in favore del figlio Zhong Zong, che aveva fatto uccidere diversi suoi ministri per convincerla a cedere il potere. Rimase però a corte con il titolo di imperatrice vedova, dove morì pochi mesi dopo. Con lei finiva una dinastia brevissima ma unica nel suo genere: la sola fondata da una donna in più di tremila anni di storia cinese.
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